Jon

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Jon Snow li vide. Occhi azzurri e capelli bianchi: gli Estranei.
I guardiani della notte entrarono in panico, quelle creature leggendarie gli avevano attaccati, combatterono inutilmente contro di loro, le loro spade venivano frantumate dalle armi degli estranei come ghiaccio.
Non rimase altro che fuggire, Jon iniziò a correre il più lontano possibile inseguito da quelle creature gelide, corse col cuore in gola, corse incredulo; poco dopo lo raggiunse il lord comandante «È la fine! Loro sono le creature leggendarie! Gli Estranei! L'inverno sta arrivando ed anche la seconda lunga notte! È la fine dell'umanità!» Jon iniziò ad avere l'affanno, la neve era alta e la bufera non aiutava i fuggiaschi in nero «Cosa possiamo fare?!» chiese Jon «Nulla se non fuggire...» rispose il Lord Comandate che di colpo si bloccò seguito subito dopo dal bastardo di Grande Inverno «Io so chi sei, so che sei un bastardo, il bastardo di Grande Inverno, Jon Snow, figlio illegittimo di Lord Eddard Stark. Ti ho voluto al mio fianco perché sapevo chi eri, lo avevo capito. Scappa Jon Snow. Guida i Guardiani della Notte al posto mio, so che potresti essere un buon comandante.» l'ex Lord Mormont tirò fuori la sua spada e si buttò fra gli Estranei.
Morì sotto gli occhi increduli di Jon. Sorrideva.

Il ragazzo si ritrovò sperduto fra la neve, la neve bufera era terminata. Si vergognava di se stesso, lui non aveva combattuto, era scappato come un codardo. Portò disperato le mani fra i lunghi capelli neri e guardò il cielo limpido ancora incredulo.
Il bastardo vagò per ore sino a farsi sera, trovò rifugio in una caverna, si avvolse nel mantello e chiuse gli occhi provando a riposare, ma ogni tentativo fu vano: gli occhi azzurri erano indelebili nella sua mente.
Gli occhi azzurri lentamente divennero occhi viola, la pelle bianca lentamente divenne rosea e i capelli bianchi lentamente divennero argentei. L'aria fredda si fece calda, la neve divenne sabbia e la caverna divenne una tenda.
Si addormentò.

Una rosa blu cadde dalla barriera prendendo fuoco. Una torre in rovina era illuminata da un sole molto luminoso. Nell'aria calda si avvertiva il suono di un'arpa e una voce soave maschile che cantava. Un urlo femminile e poi fuoco, fuoco... e ancora fuoco.

Jon Snow si risveglió infreddolito il giorno seguente, rimase immobile nella caverna avvolto nel mantello fin quando una donna dalla chioma infuocata non fece irruzione.
La fanciulla era una bruta e rimase spiazzata nel trovare in quel posto il giovane corvo, fece inizialmente uno sguardo di disprezzo e subito dopo gli domandò «Chi sei?» Jon Snow osservò la donna dalla chioma rossa, disse il suo nome reale «Un bastardo.» rispose la ragazza, Jon annuì e si alzò lentamente sistemando successivamente il pesante mantello sulle spalle «Scusa per il disturbo. Me ne vado...» Jon si fermò, voleva pronunciare il suo nome, ma quel nome non gli era noto «Ygritte. Il mio nome è Ygritte.» Jon annuì e lo ripeté «Ygritte. Devo ritornare al castello nero, ma sfortunatamente di questi luoghi...» «Tu non sai niente, Jon Snow. Non è vero?» la ragazza interruppe la frase del bastardo che in risposta annuì «C'è stata una grandissima bufera ieri, orientarsi è un po' difficile ora. Sei abbastanza lontano. Perché non aspetti un po' prima di tornartene al tuo nido, uccellaccio?» Jon a disagio rispose subito «Non ho tempo. Devo raccontare cosa è successo.» Ygritte si fece avanti «E cosa è successo?» Jon indietreggió «Nulla che ti riguardi, bruta.» e detto ciò il bastardo superò la donna ed uscì fuori dalla caverna lasciandola sorpresa.

Il giovane avanzò nell'alta neve provando ad orientarsi, ma per lui fu tutto inutile, sospirò dopo ben cinque futili ore.
«Ti sei perso?» Jon sobbalzò, era quella maledetta Ygritte «Mi stai seguendo?» domandò il giovane «Forse. Dai perché non mi dici cosa è successo?» «Perché non ti conosco!» rispose prontamente il giovane camminando infastidito «Sei antipatico uccellaccio nero.» «Non è mia intenzione esserti simpatico donna.» Ygritte sorrise mentre lo seguiva e ripeteva il suo nome «Jon Snow. Jon Snow. Un bastardo del Nord.» rise, Jon stufo si bloccó e la guardò «Se non la pianti di seguirmi o di canzonarmi... ti ucciderò con le mie stesse mani.» «Non lo farai.» lo sfidò lei «Potrei farlo. Non sfidarmi, tu non mi conosci.» Ygritte rise sonoramente.

Passarono ore, ora o due giovani erano fianco a fianco «Da dove vieni corvo?» «Da Grande Inverno. Mio padre è... era il Lord di Grande Inverno. Lord Eddard Stark.» «Stark...» disse la rossa annuendo «Come mai un bastardo degli Stark si trova fra i corvi?» Jon camminò con un po' di fatica sulla neve «Perché l'ho voluto io. Nessuno mi ha spinto.» la donna continuó ad annuire «Davvero interessante Snow.» il sole illuminava i due giovani e li riscaldava anche un po' «Quanto manca?» domandò il corvo «O pochissimo Lord Snow.» Ygritte sorrise maliziosamente e dopo diversi minuti arrivarono a destinazione «Benvenuto al Castello Nero, uccellaccio.» il povero ragazzo si ritrovò nell'accampamento dei bruti, sgranò gli occhi e guardò con furia la giovane rossa «Mi hai mentito. Perché siamo qua?» Ygritte rise «Pensavi davvero che ti avrei riportato a casuccia dagli altri uccelletti?» alcuni bruti ridendo si avvicinarono ai due giovani «Oh Ygritte, hai portato un bel corvo da cucinare!» disse uno di loro con risatine e chiacchiericci di sottofondo «Legatelo piuttosto!» rispose la rossa andando dai suoi compagni.
Jon fu bloccato a terra, i bruti gli tolsero la spada e subito dopo gli legarono i polsi «Mamma mia che buoni i corvi!» disse lo stesso bruto di prima buttando Jon per terra mettendogli subito dopo un piede in viso per farlo restare giù.
Il ragazzo sospirò chiudendo gli occhi, sentiva che la fine era vicina. Avrebbe tanto voluto rivedere gli occhi viola e i capelli argentei prima di morire. Avrebbe tanto voluto ricevere il suo perdono. Avrebbe tanto voluto ricominciare da zero con la regina d'argento.

La Danza del Fuoco e del Ghiaccio||Jon&Daenerys|| Il Trono di Spade ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora