Robb&Jon

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Robb
Si alzò di scatto furioso, teneva fra le mani una pergamena da Approdo Del Re.
-Ci stanno sfidando. Non vinceranno questa volta, non possiamo permettercelo!-
Robb iniziò a camminare avanti e indietro per la cupa stanza con le braccia dietro la schiena, era teso, molto teso. Suo fratello Jon era stato fatto prigioniero ed ora si trovava nelle segrete ad Approdo Del Re, l'indomani il giovane Snow sarebbe stato al cospetto del Re.
-É solo un bastardo, Robb.-
Il giovane si bloccò di colpo e guardò la Lady sua madre con furore: -Non è SOLO un bastardo, è mio fratello, è uno Stark. Dobbiamo salvarlo, non dobbiamo fallire come con il Lord mio padre!-
-Robb...- la donna tese un braccio verso il ragazzo, ma egli si allontanò e gli scostò il braccio, uscì dalla stanza e seguito da Vento Grigio andó nel cortile e pensò: suo padre era morto, Arya era dispersa o forse addirittura morta, Sansa era una sottospecie di prigioniera ad Approdo ed ora....ed ora suo fratello Jon era nelle mani della corona, Robb non riusciva più a sopportare tutto questo. Non c'era altro da fare: o restituivano Sansa e Jon oppure era guerra. Il Giovane Lupo era determinato, era pronto a tutto purché di salvare la sua famiglia.

Passarono ore, il giovane rientrò nelle mura e decise di scrivere una lettera per la corona con le sue condizioni. Non rivelò nulla alla madre, sarebbe stata contenta per Sansa, ma per Jon no, ella infatti lo voleva morto, non riusciva ad accettare il povero ragazzo che non aveva colpe per ció che era successo durante la ribellione di Robert Baratheon.

Bran guardò il fratello con aria curiosa, non gli aveva rivelato nulla e per ora non avrebbe detto niente al piccolo Stark.
Robb però non si spiegava una cosa: come avevano fatto le guardie a trovarlo? Erano già lì? Chi aveva fatto la spia? Perché lo avevano preso? Cosa era successo nel Continente Orientale con Daenerys Targaryen?
Purtroppo, forse, a queste domande non aveva risposta.

Jon
Era incatenato nelle segrete. Giunto ad Approdo non aveva ricevuto una bella accoglienza, aveva attirato l'attenzione di tutto il popolo che lo aveva visto fra le strade, aveva sentito i loro mormorii incuriositi. Nella sala del trono, prima di essere sbattuto nelle segrete, aveva rivisto Sansa: sembrava una vera donna del Sud oramai, non gli aveva proferito parola, solo un misero sguardo ed in quello sguardo Jon aveva visto il terrore. 
Il giovane bastardo in un momento di vuoto si ritrovò a pensare alla fanciulla di casa Targaryen: era preoccupato per lei e per suo figlio. Sospirò. Questa situazione lo faceva impazzire, avrebbe desiderato tornare indietro nel tempo per non commettere errori, ma oramai era fatta, il passato non può essere cambiato, bisogna accettare il presente e futuro perché non si può tornare indietro per sistemare le cose. Si accorse che tremava. Aveva paura? Sì. Ne aveva. Domani avrebbe visto il Re e avrebbe deciso cosa fare con lui. Aveva paura. Tanta paura. Non voleva morire. Sapeva che nel suo futuro non c'era un futuro. Avrebbe fatto la stessa fine di suo padre per non aver svolto gli ordini della Corona sull'assassinio di Daenerys Targaryen; ma come poteva lui uccidere una bambina così ingenua? Non era un pericolo anche se voleva il trono che Robert Baratheon aveva strappato alla sua famiglia; non aveva un esercito, non aveva navi... aveva solo un popolo di nomadi signori dei cavalli che temevano il mare poiché i cavalli non potevano attraversarlo. Sarebbe rimasta ad Essos molto a lungo  forse per sempre.
Si addormentò, come ci riuscì non lo seppe neppure lui, eppure ci riuscì.
Sarebbe stato il suo ultimo sonno dal quale si sarebbe poi risvegliato, domani, dopo l'incontro con il Re Joffrey Baratheon, avrebbe potuto farne un altro, senza però mai un risveglio.

La Danza del Fuoco e del Ghiaccio||Jon&Daenerys|| Il Trono di Spade ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora