Quel saluto sulla strada a Rick Castle proprio non andava giù. Non era abituato a ricevere due di picche dalle donne e non gli capitava spesso che qualcuna lo attirasse come quella detective. Forse era il ruolo, come si era presentata o semplicemente il fatto che lei non c'era stata, non aveva mai ceduto alle sue avances, non si era fatta abbindolare dal suo fascino irresistibile, non era stata amichevole né accondiscendente. Però quando lo aveva fatto ammanettare i suoi pensieri erano stati tutt'altro che casti, così come quando lo aveva interrogato in quella stanza chiusa, loro due da soli, lei che lo sfidava con lo sguardo e lui che non cedeva. Non poteva dirle cosa avrebbe fatto su quel tavolo se lei avesse voluto, se nessuno li avesse visti. C'era poco da fare, Kate Beckett lo eccitava e quelle sue frasi sussurrate sulla strada prima di andare via, lo avevano stuzzicato ancora di più, così come quel suo camminare ancheggiando, provocante, troppo provocante per essere un detective della omicidi in servizio.
Si era fermato a mangiare qualcosa, da solo, in un locale poco lontano dal luogo dell'arresto e mentre mangiava una generosa porzione di patatine ed un cheeseburger gli era venuta un'idea che definiva da solo sensazionale che avrebbe fatto dimenticare Derrick Storm in poco tempo. Si fece portare dei foglio ed una penna e cominciò a scrivere a mano qualche idea, come da anni non gli capitava. Si era acceso di nuovo qualcosa dentro di lui, una di quelle idee così prepotenti che doveva mettere subito nero su bianco. In fondo se la Rowling aveva pensato ad Harry Potter in un viaggio in treno, lui poteva pensare a questa nuova storia in una sorta di caffetteria un po' scadente. Era meno romantico ma ugualmente di coinvolgente, già si vedeva intervistato con la copertina del suo nuovo best seller alle spalle mentre raccontava di quel cheeseburger e delle patatine e di come era nata Nikki Heat. Sì, l'avrebbe chiamata così.
Mentre tornava in taxi casa, con il piede ancora dolorante per quella corsa scalzo per fermare Tisdale non poteva smettere di pensare a lei, a quando lo aveva buttato a terra e gli era quasi sopra con le mani sul petto: cosa avrebbe dato per ribaltare la situazione! Ma cosa diamine gli stava succedendo? Era un uomo adulto, aveva tutte le donne che voleva, modelle e attrici che non gli dicevano mai di no, e si ritrovava a fantasticare su una poliziotta carina che non lo considerava proprio. O sì ed era solo una tattica? Beh in ogni caso era tanto tempo che una donna non lo stuzzicasse così e non era solo una questione di bellezza: certo Kate Beckett aveva un viso carino, ancora un po' acerba forse, un corpo da modella, non certo un seno generoso, ma quelle gambe... Dio quelle gambe lo facevano diventare matto. Gli sembrava di essere un adolescente che fantastica sulla pin up vista sui giornali e Kate Beckett era quanto di più lontano ci fosse da quell'idea.
Prese il suo telefono e fece un paio di chiamate. Qualche complimento, un paio di promesse facili da mantenere e non ci mise molto ad ottenere quello che voleva, solitamente per lui con le donne era così. Bussò sul vetro per richiamare l'attenzione del tassista dandogli il nuovo indirizzo. Alle sue proteste che era dalla parte opposta ed avrebbero di nuovo dovuto attraversare quella parte di New York così trafficata rispose mettendogli nella fessura del vetro una banconota da cento dollari. Bastò per quietare il suo borbottio e condurlo a destinazione, sotto casa di Kate Beckett.
Il portone era aperto, nonostante la sua pigrizia salì a piedi piano dopo piano per capire quale fosse il suo appartamento. Dopo sei rampe di scale ed il respiro un po' corto, finalmente lo trovò. Appartamento 11, Katherine Beckett. Si aggiustò la camicia, si appoggiò allo stipite della porta, cambiando un paio di volte posizione per capire quale fosse più seducente, poi si decise a suonare il campanello. Una, due volte. Stava per andarsene, poi Kate Beckett aprì. Aveva una maglietta grigia, decisamente troppo larga per lei ed un paio di pantaloni di stoffa dello stesso colore. Era rossa in viso, troppo rossa per qualcuno che era a casa senza fare nulla. Castle si sentì in imbarazzo, ma solo per qualche secondo.
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Now I Know
FanfictionSiamo nel pilot. Castle e Beckett si sono appena salutati sulla strada. Quel "You Have No Idea" riecheggia nella mente di Castle che non riesce a smettere di pensare alla detective e a come lo ha provocato... Dovevano essere solo due parti... sarà q...