Aveva scritto molto. Gli era venuta l'ispirazione nella notte, era andato alla scrivania ed aveva cominciato a buttar giù idee che erano ben presto diventate pagine e poi capitoli. Aveva scritto come da tanto tempo non gli capitava, forse non aveva scritto più così tanto da quando aveva iniziato a scrivere Heat Wave ed aveva creato il personaggio di Nikki Heat. Le ultime sedute con il dottor Hall, il suo psicoterapeuta, erano state decisamente più proficue, forse perché lui per primo si era mostrato più propositivo.
Era stato un fiume in piena. Aveva cominciato a parlare e a tirare fuori tutto quello che si era tenuto dentro. Aveva parlato per tutta l'intera seduta senza che il dottore riuscisse ad interromperlo, andando ben oltre l'orario concordato. Aveva bisogno di liberarsi, da tutto quello che lo bloccava. Kate se ne era andata e lui si era sentito perso, ancora più di quando l'aveva fatto poco dopo il suo incidente, perché adesso era diverso. Lei non se ne era proprio andata, almeno lui sperava così, però sentiva che stava per farlo. L'aveva data per scontata e l'aveva lasciata sola a combattere per due, a combattere anche contro di lui, come gli aveva rinfacciato più volte. Aveva ragione, ne era consapevole, così come lo era che nonostante le parole non aveva mai fatto abbastanza, che si era nascosto dietro le sue paure, ma da quando lei aveva chiuso quella porta, si era reso conto che la paura più grande era perdere lei e che poteva e doveva fare qualcosa, smuoversi, provarci, anche solo per potersi alzare da lì e fermarla, non farla andare via, dimostrarle che avrebbe fatto veramente qualcosa di concreto per loro, come forse mai aveva fatto.
Il rumore della porta che si chiudeva era rimbombato dentro di lui a lungo quella sera, poi aveva capito che aveva solo due alternative, lasciarsi andare definitivamente oppure reagire. Aveva scelto la seconda, anche se era stato difficile, soprattutto i primi giorni, quando sentiva talmente tanto la sua mancanza che le faceva male. Si erano sentiti raramente, telefonate veloci e pochi messaggi, solo per sapere come stavano, ma Beckett era sempre molto impegnata ed evasiva e lui aveva intuito dal suo disagio che era solo un modo gentile per limitare i contatti al minimo indispensabile, ma allo stesso tempo non rinunciava a sapere come stava, a chiedergli dei suoi progressi, non poteva non preoccuparsi per lui, anche se gli era chiaro che fosse arrabbiata e delusa. In altri momenti questo lo avrebbe abbattuto, lo avrebbe fatto mollare del tutto, invece era stata quella molla inaspettata che lo aveva fatto reagire. Lui avrebbe riconquistato Kate Beckett, in un modo o in un altro, perché lei era quella che voleva, ora e per sempre.
Si era posto molte domande, anche con il dottor Hall sul suo rapporto con Kate ed aveva anche analizzato tutte le sue perplessità e i suoi dubbi. Aveva riflettuto su tutte le cose che lo avevano fatto soffrire di più, su quelle che erano più dolorose anche per Beckett, voleva essere sincero con se stesso al cento per cento per andare avanti, altrimenti sapeva che sarebbero rimasti sempre dei vuoti che prima o poi sarebbero tornati per inghiottirli pericolosamente e non era certo che poi sarebbero riusciti a risalire ancora. Così si era posto quella domanda che più di ogni altra gli aveva fatto male: "Era lei il problema?" e la risposta che si era dato l'aveva turbato. In parte sì, ma non nel senso che poteva pensare lei, perché lui non avrebbe mai desiderato nessun altra al suo posto, era un pensiero che non lo sfiorava nemmeno nell'angolo più recondito della sua mente, ma era lei il problema perché lui per lei voleva essere perfetto e sapeva che non poteva esserlo, temeva il confronto con il sé stesso che era stato, temeva di deluderla. Lei riusciva a far venire a galla tutte le sue insicurezze, a disintegrare le sue certezze e si rendeva conto che non dipendeva solo dalla sua condizione. Lei era troppo importante e per la prima volta nella sua vita si sentiva non all'altezza, quello che provava era così grande che aveva cancellato tutta la sua spavalderia e questo insieme alla situazione nella quale era costretto avevano creato in lui un cortocircuito che ora sapeva di dover interrompere, altrimenti non ne sarebbero usciti vivi come coppia.
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Now I Know
FanfictionSiamo nel pilot. Castle e Beckett si sono appena salutati sulla strada. Quel "You Have No Idea" riecheggia nella mente di Castle che non riesce a smettere di pensare alla detective e a come lo ha provocato... Dovevano essere solo due parti... sarà q...