Rick aveva deciso che prima di fare ogni altra cosa, avrebbe cercato di vedere il meglio di sé, credeva fosse l'unica cosa necessaria da fare prima di provare a farlo vedere anche agli altri.
Provò un certo imbarazzo, anzi un vero fastidio nel sostenere gli sguardi della gente quando si era fatto accompagnare nel solito negozio dove comprava i suoi abiti sartoriali: doveva rifare almeno parte del suo guardaroba adeguandolo al suo nuovo fisico. "Sono pigro", così aveva risposto con dissacrante sagacia e molto biasimo a quella commessa che gli aveva chiesto come mai fosse su una sedia a rotelle, domanda stupida, risposta stupida, però non gli aveva più chiesto nulla e nemmeno nessuna delle sue colleghe. In compenso Logan che quella volta lo aveva accompagnato, non riuscì a trattenere una risata prima di ricomporsi.
Lo aiutò a provarsi degli abiti a scegliere le camicie e poi anche a prendere le misure per i completi su misura che voleva ordinare. Facevano parte di lui, del suo modo di essere e di vestirsi. Erano sì più scomodi in quella situazione, ma non ci avrebbe rinunciato.
Aveva anche cominciato a guidare da solo la sua nuova auto e all'inizio era stato un disastro, ma Kurt gli aveva dato delle dritte e lo aveva indirizzato in un posto sicuro dove avrebbe potuto fare pratica. Sapersi autonomo anche negli spostamenti fu una bella iniezione d'autostima per il suo ego ancora ammaccato. Era uscito da solo, qualche volta, nulla di eccezionale, solo per fare delle prove e gli ostacoli come gli aveva detto Kurt fin dal primo giorno erano tanti, più di quanti immaginasse, come quando si era messo a piovere all'improvviso ed aveva fatto una fatica bestiale a tornare a casa, per di più bagnato come un pulcino. Aveva chiamato Javier, ringraziandolo per la dritta di andare in quel centro, pregandolo, però di non dire nulla a Kate. Il solo pronunciare il suo nome lo faceva stare male, ma non era ancora pronto per parlarle e soprattutto aveva paura che lei non volesse sentirgli dire nulla. Non avrebbe potuto darle torto, ma non sapeva se avrebbe resistito ad un rifiuto, pensava che prima doveva cercare di essere più forte, ma più passavano i giorni, più capiva che forse non lo sarebbe mai stato e quella condizione non c'entrava niente con questo. Aveva capito quanto lei le fosse entrata dentro solo quando aveva provato a strapparsela via e non c'era mai riuscito, perché era penetrata dentro di lui ad un livello tale che era impossibile senza strapparsi via anche l'anima. L'amava tanto che avrebbe rinunciato a lei se questo voleva dire un futuro migliore per lei, continuava ad esserne convinto, ma l'amava tanto che in fondo sperava sempre in un futuro con lei, in ogni sua proiezione futura positiva lei c'era e questo voleva dire qualcosa.
Sorprese Alexis e Martha invitandole a mangiare fuori una di quelle sere. Guidò lui ancora un po' incerto fino al ristorante e cercò di concentrarsi e di non pensare agli sguardi delle persone su di lui, ai commenti che sentiva, al quel misto di curiosità e pietà che leggeva nei loro occhi. Si sforzò di essere felice per loro, ma non lo era. Forse aveva chiesto troppo a se stesso, forse aveva affrettato i tempi. Martha se ne accorse e provò a spronarlo ancora, a toccare quell'argomento che sembrava per tutti tabù.
- Dovresti invitare Kathrine in questo posto, sono sicura che le piacerebbe. Ottima cucina, non troppo formale, tavolo riservato... Ci avevi pensato? - Gli chiese sua madre con nonchalance.
- Avrei dovuto? - Rispose dopo essersi fatto sfuggire un colpo di tosse. Sì, ci aveva pensato, e non negli ultimi tempi, ma da molto. Sapeva anche lui che le sarebbe piaciuto, perché una volta era stata proprio lei a dirgli avrebbe voluto andare a mangiare lì e lui si era ripromesso di organizzarle una serata speciale: avrebbero mangiato, fatto una lunga passeggiata e poi fatto l'amore tutta la notte. Era una vita fa, ma non poteva essere un caso che nella sua mente era tornato proprio quel posto per la sua prima uscita. Forse oltre sua madre anche il suo subconscio voleva dirgli qualcosa.
Guardò l'orologio, era ancora molto presto e loro avevano appena ordinato il dolce. Forse sarebbe stato un pessimo figlio e padre, ma se perdeva quell'occasione di buttarsi forse non avrebbe più trovato il coraggio ed era convinto che a sua madre quello che stava per fare non sarebbe dispiaciuto poi molto.
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Now I Know
FanfictionSiamo nel pilot. Castle e Beckett si sono appena salutati sulla strada. Quel "You Have No Idea" riecheggia nella mente di Castle che non riesce a smettere di pensare alla detective e a come lo ha provocato... Dovevano essere solo due parti... sarà q...