QUATTORDICI

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- Tu sei pazzo Castle, lo sai? Sei completamente pazzo! - Beckett sembrava letteralmente fuori di sè, preoccupata più che veramente arrabbiata.- Beckett rilassati! Cosa c'è? Sono uno scrittore è normale che io scriva certe cose! - Tentava di giustificarsi lui mentre lei era una vera furia in quello che in realtà doveva essere il loro primo appuntamento, o qualcosa del genere, anche se non se lo erano detto. Di fatto lui l'aveva invitata a cena fuori il giorno prima del lancio del suo libro ispirato a lei: Heat Wave. Beckett aveva avuto subito da ridire quando aveva scoperto il nome della protagonista, Nikki Heat, "sembra il nome di una prostituta" aveva sentenziato facendolo ridere così da farla arrabbiare ancora di più, ma nonostante le rimostranze di lei, non l'aveva cambiato, quella detective ispirata a lei si sarebbe chiamata proprio così, era la prima cosa che aveva deciso. Le aveva dato pochi giorni prima in anteprima una copia del libro che lei aveva immediatamente letto e doveva ammettere che le era piaciuto, molto. Aveva ritrovato molto di sé nelle sfumature delle descrizioni di Castle e inevitabilmente aveva trovato molto di lui nel coprotagonista maschile, Jameson Rook. Era stupita di quanto lui l'avesse capita, di come era riuscito a cogliere aspetti di lei che pensava di essere riuscita a tenere nascosti ed invece lui era stato in grado di scovarli dietro i muri dove li nascondeva e dove da ormai qualche tempo provava a nascondere sé stessa senza successo. Poi però era arrivata ad una scena, quella che secondo lo stesso Castle sarebbe stata la parte più apprezzata del libro, e lì era sbiancata, dopo aver cambiato in realtà, altre molte tonalità: una scena di sesso tra Nikki Heat e Jameson Rook dove Castle sembrava essere riuscito a leggere gran parte dei pensieri che lei stessa aveva provato in quelle prime volte con lui, che come il suo protagonista era riuscito ad andare oltre le sue difese. Come era possibile? Una semplice coincidenza? Oppure lui l'aveva capita fino a quel punto?- Tutti penseranno che tra me e te... insomma che noi... Dio mio Castle! Sembra che hai descritto uno dei nostri incontri! - Si morse la lingua dopo averlo detto.- Ho solo raccontato la prima notte tra Heat e Rook, avessi dovuto raccontare altro, avrei usato altre parole. - Le disse avvicinandosi a lei seduta non come al solito sul posto di guida della sua macchina di servizio, ma nel decisamente più comodo sedile passeggero della Ferrari di Castle, uno dei suoi tanti vezzi e delle sue esagerazioni che la facevano innervosire, ma per quella aveva fatto uno strappo, soprattutto dopo che gli aveva strappato la promessa che gliela avrebbe fatta guidare. Kate sentì il respiro caldo di Rick sul collo e poi le labbra posarsi in quella zona vicino al lobo dell'orecchio per lei particolarmente sensibile. La sfiorò appena, tanto bastò per farla tremare.Erano fermi nel parcheggio dell'hotel dove il giorno successivo ci sarebbe stata la presentazione alla stampa del libro. Le disse che erano passati da lì perché doveva controllare delle cose, in realtà lei non sapeva che il suo intento era proprio quello di fermarsi lì a cena e poi proseguire la serata in una della suites dell'hotel, o meglio in quella che era la sua suite, il posto dove negli anni tante volte si era rifugiato per concedersi delle serate in piacevole compagnia o qualche volta scappava quando aveva bisogno anche lui di allontanarsi magari solo qualche ora dalla sua vita quotidiana di papà single. Non rimpiangeva nulla di quello che aveva fatto con e per sua figlia, ma non poteva negare a se stesso che non era sempre tutto stato facile come diceva o come voleva far sembrare agli altri e ad Alexis in primis e lì magari solo per qualche ora, poteva far finta di essere solo un ricco playboy milionario senza alcun problema, rispecchiando quella che poi era l'immagine che dava di se stesso al mondo. Aveva deciso di portarla lì perché era la prima volta che andavano insieme a cena fuori in un'occasione che eludeva dall'uscire dal distretto o il rientrare da qualche indagine per un caso. Sapeva quanto lei ci tenesse alla sua privacy e lì aveva la possibilità e la complicità per poterle garantire tutto quello.Kate aprì la bocca per rispondergli, senza riuscire a parlare. Lui la vide e approfittò per rubarle un bacio.- Comunque noi non abbiamo mai bevuto tequila insieme come Heat e Rook, quindi non posso aver descritto una nostra serata, non trovi? E poi loro non sono solo amici che si concedono qualche notte di sesso, quindi non possiamo essere noi, giusto? - Concluse punzecchiandola e a quelle parole che le parvero decisamente troppo serie Kate deglutì a vuoto.- Sì, giusto. - Rispose con un filo di voce, guardando fissa davanti a sè. Non vide il sorriso di Castle che alleggeriva tutte le sue parole, le sua mente fu come colta da un blackout e le parole di lui le parvero una sentenza e la risposta a tutte le sue domande alle sue paure su quello che sarebbe potuto esserci tra loro: nulla, era solo lei che si era illusa, che si era lasciata andare venendo meno a quelli che erano i loro accordi, le loro premesse, più volte ripetute, alle quali lei non era stata in grado di tener fede, lasciandosi andare e sperando che tutto fosse diverso. Ingoiò quelle amare considerazioni e cercò di mascherare la delusione, la rabbia e la paura, nascondendo a lui quello che realmente stava provando e quanto le aveva fatto male sentire ancora, quella sera quando pensava che tutto sarebbe stato diverso, quelle parole.- Dove vuoi andare a cena, quindi? - Gli chiese mentre percorrevano la hall dell'hotel.- Qui. - Rispose lui indirizzandosi verso uno degli ascensori.- Ma... - Provò a ribattere seguendolo.- Tranquilla Beckett! - Provò a rassicurarla passandole una mano sulla schiena, in gran parte lasciata scoperta dal vestito con una profonda scollatura. Rick sapeva benissimo che non voleva stare in quel posto, si guardava continuamente intorno, per paura che qualcuno la vedesse con lui, ma nonostante questo non si allontanò rifiutando il suo contatto. L'avrebbe portata all'ultimo piano dove era già pronta la sala per la festa della sera successiva, l'aveva vista poche ore prima ed era esattamente come aveva chiesto, con un elegante tavolo apparecchiato al centro della stanza. Si immagina che effetto le avrebbe fatto cenare con gigantografie di lui e della copertina del libro sparse un po' ovunque, ma la cosa lo divertiva, soprattutto perché sapeva che non aveva affatto gradito il fatto che ci fosse quella silhouette di donna nuda che diceva ricordare troppo la sua. Rick aveva smentito categoricamente, dando tutta la colpa al reparto grafico, ma aveva trascorso un pomeriggio intero, mettendo in crisi quel ragazzo, perché voleva che quel corpo fosse perfetto, fosse quello di Kate, che ormai conosceva a memoria. Ma lei questo non lo avrebbe mai dovuto sapere.Quando le porte dell'ascensore si aprirono Rick e Kate stavano per entrare, ma si ritrovarono faccia a faccia con l'ospite che stava scendendo e che entrambi conoscevano: il giudice Markway, amico di lunga data di Castle e una delle figure alle quali Beckett si era dovuta più volte rivolgere per questioni di lavoro, per farsi firmare mandati e autorizzazioni.- Detective Beckett, Richard! Che sorpresa vedervi qui questa sera! - Il giudice studiò il Kate dalla testa ai piedi, notando il vestito elegante, nero, corto e decisamente sexy con le scarpe dal tacco alto che la slanciavano ancora di più, rendendola alta quasi quanto il suo amico, perfetto nel suo smoking nero con i revers della giacca di seta lucida uguali al papillon. Beckett si sentì immediatamente a disagio, ma Rick prese in mano la situazione con una notevole nonchalance.- Frank, ma come, non hai ricevuto il mio invito per domani sera? Ci sarà la presentazione del mio nuovo libro, che vedrà come protagonista l'alter ego della detective Beckett! Sarai dei nostri, ovviamente, vero? - E gli indicò uno dei cartonati che annunciavano l'evento per il giorno seguente ben visibile già nella hall.- Mi dispiace Richard, ma non potrò proprio esserci, domani sera ho una di quelle noiosissime ma imprescindibili riunioni.- Quindi anche tu come Beckett ti perderai una splendida festa!- Oh le conosco le tue feste! Alcool, belle donne, divertimento... Sei sempre il solito Richard!- Scrivo libri proprio per queste feste, ormai dovresti saperlo.- Certo e per non dover lavorare! - I due uomini risero, mentre una Beckett decisamente taciturna rimase in disparte.- Ora dobbiamo andare, sai il mio editore vuole parlare con il detective prima dell'uscita del libro per concordare le ultime cose sulla promozione, sai, faremo qualcosa anche al distretto... Ti manderò una copia autografata del mio libro, come al solito Frank e per i dettagli chiedi a Bob, lui ci sarà sicuramente!- Il sindaco Weldon non si perde mai questi eventi eh! Per il libro ci conto Richard... Detective Beckett, è stato un vero piacere vederla finalmente in abiti meno formali. - Le disse salutandola stringendole la mano e subito dopo entrambi entrarono in ascensore.- Cena con il tuo editore eh? - Gli disse Beckett intanto che salivano.- È una scusa plausibile, no?- Sei molto bravo a raccontare bugie, Castle! - Lo riprese Kate.- No, direi piuttosto che sono bravo a raccontare storie credibili.- Ti è venuta naturale o l'avevi preparata? - Chiese ancora lei sarcastica.- Beh, avevo pensato a qualcosa che potesse essere d'aiuto se avessimo incontrato qualcuno che potevamo conoscere, direi che sono stato previdente, no?- Hai sempre una risposta pronta e una scusa per tutto? - Lo guardò con uno di quesi suoi sguardi che solitamente lo mettevano KO, ma non quella sera, le rispose con un sorriso ed un'alzata di spalle e proprio in quel momento le porte si aprirono sulla sala già perfettamente addobbata.La prese per mano portandola verso il tavolo apparecchiato per due, la fece accomodare e poi dal nulla apparve un cameriere che portò loro due calici di champagne. Kate guardandosi intorno sorrise un po' a disagio nel sentirsi osservata dalle tante gigantografie di Castle sorridente e sbruffone, con quell'espressione che gli faceva venire una gran voglia di prenderlo a schiaffi. In quei mesi aveva imparato a conoscere bene la differenza tra la sua immagine pubblica e privata, la dolcezza nascosta nei loro incontri, che usciva fuori quando meno se lo aspettava.- Qui non ci disturberà nessuno. - Le disse mentre brindavano.- Già, e immagino tu sia perfettamente a tuo agio qui, il tuo ego sarà soddisfatto. - Disse sottolineando con lo sguardo le sue figure cartonate e sorridendogli beffarda.- Assolutamente a mio agio, soprattutto per la compagnia.Lei lo era di meno, non per il contorno a quella cena, alla quale dopo poco non fece più caso, e nemmeno per essere sola con lui, ormai era una cosa che capitava spesso. Non era il cameriere che in maniera sempre fin troppo formale serviva pietanze raffinate e vino pregiato scelto da Castle in persona, e nemmeno Rick che ad un certo punto della cena, non sapeva quanto involontariamente, le aveva preso la mano che teneva sul tavolo e l'aveva stretta nella sua. Era che tutto quello strideva tremendamente con quanto si erano detti in macchina. Perché fare tutta quella messa in scena per "un'amica con la quale fare sesso"? Lei era questo, lui l'aveva ripetuto anche poco prima e lei sentiva chiaramente che questo non le bastava più. Perché quella sera avrebbe voluto che le tenesse la mano per tutta la cena, anche senza mangiare, che l'avesse poi presa e fatta ballare nella sala vuota, anche senza musica, che la portasse a casa sua e l'avesse tenuta con lui nel suo letto, abbracciata, anche senza fare l'amore, perché non era più sesso. Per questo era a disagio, perché tutte quelle cose, le pensava solo lei e non riusciva a togliersele dalla mente, mentre lui era divertente, brillante e leggero come sempre e riusciva anche a farla sorridere, malgrado tutto.Le bollicine fecero effetto e riuscirono ad alleggerire un po' l'umore di Kate e quando posò il cucchiaino sul piatto dopo aver mangiato l'ultimo boccone rimasto della sua mousse al cioccolato diede un ultimo sguardo alla sala e poi a lui che sembrava in attesa delle sue mosse.- Credo sia meglio che io vada adesso... Grazie per la cena, Castle, è stata ottima. - Le sue parole lo presero in contropiede e mentre lei fece per alzarsi lui la precedette. Andare via? No! Quello nei suoi piani doveva essere solo l'inizio della serata e quando mai loro avevano concluso una serata con una cena!- Sì, è meglio che noi andiamo. - La corresse. Le offrì il braccio e lei lo prese, stringendosi a lui, in un gesto che le venne del tutto spontaneo quanto si accorse in quel momento quanto fosse inopportuno, soprattutto quando, aspettando l'ascensore, aveva appoggiato la testa sulla sua spalla e si era resa conto della loro postura quando si era vista riflessa nelle porte a specchio dell'ascensore.Si fermarono ben prima del lobby, in realtà scesero solo di pochi piani. Inizialmente Kate non ci fece caso, pensò che qualcuno avesse chiamato l'ascensore per scendere e invece lo vide uscire e poi fermarsi proprio sulle porte, attendendo che lo raggiungesse.- La nostra serata è appena cominciata. - La vide titubante, non si muoveva. Rick cambiò subito atteggiamento, facendo un passo verso l'interno. - Sempre che tu non sia troppo stanca e vuoi andare a casa... ma puoi dormire anche qui, se vuoi.Le prese la mano e lei si convinse a seguirlo fino alla porta proprio davanti dall'altra parte del corridoio. Rick tirò fuori dalla tasca dello smoking la chiave magnetica ed entrarono nella suite. Kate camminò all'interno mentre lui si accertava di aver chiuso la porta e acceso la spia di "Non disturbare".- Ti piace? - Le chiese mentre Kate stava osservando fuori dalla finestra panoramica dalla quale si dominava Central Park.- È molto bella.- Sì, è la mia stanza preferita. Dove mi rifugio, dove posso essere lontano da tutto quello che voglio far rimanere fuori da quella porta, e vicino a quello che è dentro. - Le disse raggiungendola alle spalle e baciandole il collo.- È qui che porti tutte le tue conquiste, Castle? - Gli chiese osservando il loro riflesso nel vetro. Lui si fermò e alzò lo sguardo, soffermandosi sulle loro immagini.- Ce ne ho portate molte, non posso negarlo. Ma nessuna era come te. - Le disse cercando di farle capire la sincerità delle sue parole.- Già, immagino che non hai mai portato un detective della omicidi. Solo modelle bellissime, bionde, prosperose...- Per lo più sì, erano così. - Ammise candidamente. - Ma non vuol dire che fossero meglio...L'acqua della grande vasca da bagno ricopriva per gran parte il corpo di Kate disteso tra una leggera schiuma ed oli essenziali che profumavano l'ambiente. Rick era seduto sul bordo indossando un accappatoio bianco e la osservava. Percepiva l'inquietudine di lei che ancora non se ne era andata, ma non riusciva a capire che cosa l'avesse provocata. Bevve un ultimo sorso della sua coppa di champagne e poi la raggiunse all'interno della vasca, lasciando scivolare via l'accappatoio sul pavimento.Il contatto con il corpo di Castle al suo fianco sembrò sorprenderla e quasi spaventarla. Lui le sorrise e prima di sdraiarsi vicino a lei approfittò per aggiungere un po' di acqua calda prima che la temperatura scendesse troppo. Kate osservò l'acqua tuffarsi dal rubinetto e formare dei cerchi sulla superficie ormai quasi priva di schiuma. Percepì quasi subito un senso di maggior benessere con l'acqua che si scaldava di nuovo, ma immediatamente si accorse che non era solo quella a darle maggior calore, c'era anche il corpo di Castle che era ormai del tutto in contatto con il suo. Rick chiuse il rubinetto evitando che l'acqua uscisse oltre il bordo, poi abbracciò Beckett che si aggrappò a lui, stringendosi alle sue spalle ed appoggiando la testa sul suo petto. Castle muoveva con le mani l'acqua facendola ricadere dolcemente sulla schiena di lei, poi spostò i capelli bagnati dal collo di lei e iniziò a baciarla lentamente. Non aveva fretta, non voleva imporle nulla, potevano rimanere così anche tutta la notte e lui ad intervalli regolari avrebbe regolato l'acqua per non farla freddare troppo. La desiderava, come sempre, non era qualcosa che poteva controllare o evitare, ma quella notte ancora di più desiderava stare con lei in qualunque modo avesse voluto, perché sentiva che c'era qualcosa di diverso tra loro, sentiva che i loro equilibri erano cambiati e sapeva che qualcosa sarebbe dovuto accadere.Se Kate avesse potuto esprimere un desiderio, avrebbe chiesto che quella notte non finisse mai. Per un attimo la perfezione di quel momento superò la soglia delle sue inquietudini e le infuse una sensazione di benessere assoluto. Il profumo degli oli essenziali, il tepore dell'acqua che ricadeva sulla sua schiena, l'abbraccio avvolgente e caldo di Castle, la pelle morbida di lui erano un mix letale per la sua forza di volontà di non lasciarsi andare.Forse era già troppo tardi, ma si ripeteva che non doveva farsi coinvolgere, che non doveva consentirgli di diventare troppo importante nella sua vita, perché non poteva permetterselo. Sapeva bene cosa voleva dire perdere una persona importante, non avrebbe retto ad un altro strappo, perché lei lo sapeva, sarebbe accaduto. Lui si sarebbe stancato, avrebbe trovato un'altra con cui giocare, un'altra amica di letto, e loro sarebbero tornati ad essere semplici partner sul lavoro, sempre che lui volesse continuare a collaborare con il distretto, in caso contrario sarebbe rimasto una piacevole parentesi nella sua vita. Illusa, si stava illudendo ancora. Era già tardi, faceva già male. L'idea di non rivederlo già le faceva male. Si maledì in silenzio, stringendosi allo stesso tempo di più a lui, la causa di tutto, quanto era stata stupida!- Cosa c'è? - le chiese staccando le labbra dalla sua pelle.- Niente... lo sai... se mi baci lì... - abbozzò un sorriso timido, al quale lui rispose con un più malizioso, tornando ad insistere in quel punto che sapeva l'avrebbe fatta capitolare presto.Kate si voltò, facendo spostare Rick verso il centro della jacuzzi e posizionandosi sopra di lui. Gli prese il volto con entrambe le mani bagnate e gli inumidì i capelli e quel ciuffo insolente. Lo guardò e gli sorrise, si perse nei suoi occhi per qualche istante mentre dentro di lei emozioni contrastanti combattevano per prendere il sopravvento. Vinse la voglia di lui e fu una battaglia fin troppo facile. Cominciò a baciarlo sulla fronte e poi sugli zigomi, a lato del collo, sul mento per poi raggiungere le labbra, mentre lui stringeva con una presa salda il corpo di lei facendolo aderire più che poteva al proprio, solo un velo d'acqua li separava quando riusciva ad intrufolarsi tra loro, eppure lui aveva la sensazione che lei stesse sfuggendo via.- Beckett io... - Provò a parlarle quando ritrovò l'ossigeno dopo il suo bacio, ma lei non glielo permise.- Non dire nulla Castle... - Aveva paura di qualsiasi cosa avesse potuto dire, gli chiuse la bocca di nuovo nel modo più dolce che conosceva, quello del quale non si sarebbe mai stancata. Si tirò sù poi per guardarlo, gli occhi di Rick brillavano nella luce fioca della stanza da bagno, poi spinse leggermente sulle sue spalle per farlo scivolare in basso ed ora la bocca di lui era all'altezza dei suoi seni che catturò prima uno e poi l'altro, baciandoli e succhiandoli avidamente, provocando un'istintiva reazione a Kate che inarcò la schiena e reclinò la testa all'indietro, lasciando che lui le dedicasse tutte le sue attenzioni. Provava un particolare piacere in quella situazione, quando la beatitudine del lavoro della sua lingua si mescolava con quella punta di dolore dei denti che la stringevano appena, per poi tornare alle carezze umide che lui era bravissimo ad alternare senza mai eccedere, il tutto accompagnato dalle sue mani grandi ed esperte che stringevano i suoi seni piccoli che riuscivano a contenere interamente. Lui avrebbe potuto continuare all'infinito, lei avrebbe voluto che non finisse mai. Finì, invece, quando lei si posizionò più in basso tra le sue gambe facendogli prendere coscienza di quanto fosse eccitato e la desiderasse. I loro corpi si unirono in quella che sembrò ad entrambi la naturale conclusione di quella situazione, come se non potesse mai essere altrimenti, come se fossero fatti per stare insieme. Fu una danza lenta quella di Kate su Rick che la baciava ovunque la sua bocca arrivasse a lambirle il corpo. Fu lenta e struggente, nei movimenti, nei sospiri, nei gemiti, con la grazia e la dirompente potenza di un'etoile alla sua ultima replica. Si sentì così quando raggiunto il massimo piacere si accasciò su di lui che mai aveva smesso di stringerla e sostenerla e l'acqua che scivolava dai suoi capelli rigandole il viso fu per Kate un'ottima scusa per camuffare una lacrima che scese incontrollata.

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