TRENTA

170 8 0
                                    

- Pensi che io non lo voglia, Castle? - Le sue parole l'avevano colpita ed ancora di più come le aveva pronunciate, la sua consapevolezza di volerla dietro la quale si nascondeva la paura di non essere più in tempo. Gli faceva tenerezza, ma Kate non poteva dimenticare il dolore e la frustrazione di quelle settimane senza alcuna notizia.

- Io... non lo so. Però se avessi deciso di voltare pagina dopo... sì, insomma, visto come mi sono comportato, io lo capirei, veramente. - Era sempre più insicuro, era convinta che se avesse potuto sarebbe indietreggiato ed invece era lì bloccato con lei che era tra lui e la porta. Si guardava intorno, come a cercare una via di fuga in quella casa troppo piena di cose perché lui si muovesse con disinvoltura. Kate non si mosse, era a qualche passo da lui, lo guardava e lui aveva quasi paura di sostenere il suo sguardo, non voleva che lei leggesse oltre, non voleva mostrarsi troppo debole.

- Ci sono tante cose che non capisci, Castle, lo sai? Non hai mai capito quanto avrei voluto starti vicino, quanto avevo bisogno di stare con te, il senso di colpa che ho avuto per tutto quello che ti era successo, la tua mancanza che mi lacerava. Non hai mai capito quanto mi ha fatto male sentirmi rifiutata da te, pensare che per te noi non potevamo essere nulla di più di qualche notte di sesso, rendermi conto che non hai pensato nemmeno per un attimo che ti potessi amare tanto da mettere tutto da parte e starti vicino, perché era l'unica cosa che mi interessava. Ed ora Castle vieni qui mi dici tutte queste cose e poi pensi che io possa aver voltato pagina, pensi che io non sia sola... Pensi che i miei sentimenti valevano così poco da averti già dimenticato? Di aver già ricominciato, come se nulla fosse? - Ogni parola aveva colpito Rick come uno schiaffo e gli faceva male soprattutto l'idea di averla fatta soffrire. Quante volte aveva pensato a lei in quei giorni e ogni volta sperava solo che fosse felice e si distruggeva all'idea che lei avesse deciso di voltare pagina, di ricominciare e per quanto gli facesse male, era un sollievo pensarla così. Ma non c'era niente di più lontano ed avrebbe voluto scusarsi, non faceva altro, con tutti, in quei giorni, ma con lei era più difficile e non trovava le parole.

- No Kate, non è questo è che... Non voglio legarti a me, cioè sì, io lo vorrei, ti vorrei veramente con tutto me stesso, ma... - Kate percepì tutta la sua difficoltà e gli si avvicinò così tanto che ora lui doveva alzare la testa per vederla.

- Ma cosa, Castle?

- Capirei se per te non fosse più così. Sarebbe giusto. - Ammise abbassando la testa, non sostenendo più la sua visione.

- Sei uno stupido, lo sai? - Il tono di voce di Beckett si fece più dolce e lui lo percepì ancor prima che la mano di lei gli sfiorasse il viso. Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare per qualche istante in un altro mondo da quel contatto, nel loro mondo, quello che lui avrebbe voluto con tutte le sue forze che esistesse ancora, perché ora lo sapeva chiaramente, non poteva esistere un mondo per lui senza Kate Beckett, non sarebbe mai stato felice.

- Lo so. - Sospirò prendendole le mano e sfiorandola con le labbra.

- Ti amo. - Fu lei a interrompere quel momento di silenzio, a rompere gli indugi e ad esporsi.

- Ti amo anche io Kate. - Prese anche l'altra sua mano e la tirò verso di sè, Beckett non capì subito le sue intenzioni, ma lo assecondò e quando lui annuì guardandola dritta negli occhi capì quello che voleva e non senza qualche timore si sedette sulle sue gambe. Rimase immobile, come se fosse seduta su qualche cristallo, temendo che si frantumassero. Il contatto con lui, con il suo corpo, riaccese i suoi sensi ed un'onda di emozione la investì. Gli sfiorò il viso e lo vide sorridere, un sorriso sincero a cui corrispondevano i suoi occhi che brillavano nella luce calda della sua casa. Rick le passò una mano tra i capelli e poi sul collo.

- Tranquilla, non si rompono. - Le sussurrò riferendosi alle sue gambe mentre la invitava ad avvicinarsi a lui e poi la sentì rilassarsi mentre la abbracciava. Non fu facile per Castle contenere la foga che l'avrebbe spinto a ben altre azioni, ma voleva assaporare ogni istante, ogni piccolo contatto con Beckett. La testa di lei che si appoggiava sulla sua spalla, il respiro che sembrò una liberazione che gli solleticò la pelle, la mano che si appoggiava sul petto. Avrebbe voluto dirle tante cose ma capì che in quel momento non c'era bisogno di dire nulla e chiuse solo gli occhi per vivere ogni istante.

Now I KnowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora