Sentiva a mala pena l'acqua tiepida quando lambiva il suo torace, era immerso nella grande vasca da bagno ormai da molto tempo e cominciava quasi a sentire freddo, nonostante la temperatura in casa era decisamente alta. Aprì l'acqua calda per aumentare un po' il calore e si lasciò scivolare, immergendosi ancora un po', fino a quando non sentì il giusto tepore. Chiuse gli occhi, pensò che quella era decisamente la cosa migliore che aveva nella sua nuova casa. Al loft aveva una vasca grande, certo, ma non così grande da farci entrare comodamente due persone, ed era un peccato non poterla sfruttare in tutto e per tutto. La schiuma ormai era quasi del tutto svanita, rimanevano solo le note profumate di incenso e patchuli che vibravano nella stanza. Chiuse gli occhi appoggiando la testa sul bordo della vasca su un morbido asciugamano arrotolato, si accarezzò il torace lasciando cadere qualche goccia d'acqua che scivolò veloce tra i pettorali ormai scolpiti. Alcune volte gli sembrava strano quel corpo, non suo e non solo per le gambe tristemente immobili, anche per come era cambiato tutto il resto. Non era mai stato un amante della palestra, del movimento, aveva sempre tenuto molto al suo aspetto, ma senza rinunciare mai ai piaceri della vita, il che gli aveva conferito un aspetto piacevole, ma diciamo rilassato e molto più morbido di quanto non fosse adesso. Non gli dispiaceva, anzi, si piaceva e pensava ogni tanto a quanto avrebbe potuto pavoneggiarsi se fosse stato in una situazione normale, invece non lo era e quel fisico gli serviva solo per sopperire ad una mancanza, per far sì che le sue braccia arrivassero dove le gambe non potevano più. Avrebbe preferito essere ancora morbido ma del tutto funzionante.
Fece un sospiro e cercò di scacciare i pensieri negativi dalla mente. Non gli facevano bene, glielo dicevano tutti i medici e gli psicologi che lo seguivano. Doveva concentrarsi su tutto quello che di bello che aveva, ed era tanto. Aveva ripreso a scrivere e anche se non si era più fatto vedere in pubblico, i suoi libri negli ultimi tempi avevano venduto come non mai. C'era grande attesa per il secondo capitolo della saga di Nikki Heat ed il primo era stato più volte ristampato ed andato esaurito. Aveva una famiglia che nonostante il suo volersi isolare gli era stata e continuava a stargli vicina e poi aveva Kate, una donna che non smetteva mai di dimostrargli quanto lo amasse e si preoccupasse per lui. Lo seguiva ad ogni suo incontro, lo spronava ogni giorno, andava lei stessa ad incontri con medici e personale dell'associazione che frequentava Rick perché la potessero aiutare a gestire quella situazione nel migliore dei modi. Castle era consapevole che mai nessuna donna per lui aveva mai fatto tanto ed era certo che nessuna di quelle che aveva frequentato prima gli sarebbe rimasta vicino in quel momento come aveva fatto Beckett. Ed era proprio questo, nonostante tutto, che lo faceva sentire spesso a disagio, in quella situazione non usuale per lui, nella quale si sentiva in debito e non in grado di ricompensarla come avrebbe voluto.
Era fortunato, nonostante tutto. Si gettò un po' d'acqua sulle braccia ed ancora sul petto, si massaggiò i muscoli ancora tesi dopo due ore in palestra con Logan a cui poi aveva lasciato il resto della serata libera, ormai era decisamente autonomo e non aveva più bisogno del suo aiuto in ogni momento della giornata. Si allenava sempre con costanza, per non far atrofizzare i muscoli, diceva lui, che tra i due era quello più speranzoso che prima o poi quei muscoli sarebbero serviti di nuovo a qualcosa. Aprì gli occhi e controllò l'ora, era ancora presto, aveva sentito Kate poco prima e non sarebbe rientrata a casa prima di un paio d'ore, bloccata, gli aveva detto, in una riunione con Montgomery ed altri vertici della polizia per un caso a cui stava lavorando. Ne avrebbe approfittato, così, per rilassarsi ancora un po'. Si lasciò trasportare dal tepore dell'acqua e dal suo movimento placido, rilassò i muscoli delle braccia ancora un po' intorpiditi, sistemandosi meglio la testa sull'asciugamano messo a mo' di cuscino.
Percepì una mano sulla spalla e sorrise riconoscendo il tocco, quelle non potevano che essere le dita di Kate che lo massaggiavano dolcemente. Sentì le labbra sulla tempia, un bacio silenzioso che non interruppe il massaggio che lo rilassava più di qualsiasi idromassaggio o olio essenziale. Lasciò che poi scivolassero sul suo torace, accarezzandolo più languidamente, indugiando nei suoi punti più sensibili che ormai lei conosceva a memoria. Non capì per quanto andò avanti in quelle carezze voluttuose, ma percepì il distacco che durò solo qualche istante, poi la vide, nuda, dentro la vasca davanti a lui che gli sorrideva maliziosa. Rimase spiazzato di quella visione, gli restituì un sorriso sbilenco e stupito, mentre cercava di rimettere in ordine le idee. Smise di farsi domande quando lei gli si avvicinò, si distese sul suo corpo, baciandogli il collo e strusciandosi pelle contro pelle. Si sentì come un ragazzino adolescente alle prime esperienze senza sapere dove mettere le mani su quel corpo che conosceva alla perfezione. Gli piacque sentire la risata di Kate che si divertiva del suo imbarazzo e lasciò che lei giocasse con i suoi sensi, con tutti i suoi sensi, che sapeva risvegliare come nessun altra aveva mai fatto. Le mani di lei si muovevano, invece, sicure sul corpo di Rick, decise, come una cacciatrice che sapeva bene quale era la sua preda e, una volta, trovata, l'aveva stretta nel caldo abbraccio delle sue dita, che lo stimolavano sapientemente, alternando decisione e dolcezza in un mix che presto lo portò a risvegliarsi dal torpore, raggiungendo il suo scopo. Ancora sorrisi di lei e stupore di lui accolsero il fatto. Kate, però lo sorprese ancora, lasciandolo di nuovo, spostandosi dal suo corpo tanto da fargli percepire subito il freddo della sua assenza. Si spostò dalla parte opposta della vasca dandogli le spalle ed appoggiandosi sul bordo con i gomiti. Rick faticò a capire e cercò una risposta nel suo sguardo che però non trovò. Si maledì per quella distanza tra loro che non poteva colmare, e senza dire nulla, la guardò quasi con rabbia perché lei sembrava non capire e continuava solo a sorridergli, serena e tranquilla, come se non sapesse. Quelli di Kate erano inviti più che precisi, però, con la consapevole sfrontatezza del suo ruolo di sirena ammaliatrice, di quella a cui lui non sapeva resistere, specialmente quando ogni cellula del suo corpo gridava a gran voce la voglia di lei come da tanto non gli accadeva. La sua frustrazione aumentò e si spinse verso di lei, compiaciuta ma non ancora contenta per il suo sforzo, voleva di più da lui e Castle ebbe un impeto di rabbia, voleva dimostrarle che no, lui più di così non poteva, fece pressione sulle maniglie della vasca con le mani e con non seppe se fu più meravigliato o stupito ma riuscì ad alzarsi. In Beckett no, invece, non c'era stupore, lei sembrava che lo sapesse che poteva farlo e lo guardava con l'espressione di chi non si stesse aspettando altro. Non riusciva a credere a quello che stava accadendo e si mosse incerto, ma solo fino a quando non le fu abbastanza vicino da poterla toccare. Percorse con la mano bagnata la sua spina dorsale, dal collo ai glutei sporgenti lasciandole una sottile traccia bagnata. Spinse nell'incavo della sua schiena, facendola curvare ancora di più per mettere in risalto il fondoschiena che si mostrava a lui. Fece un respiro profondo, inebriato da lei e da quella situazione che lo portò presto a dimenticarsi di tutto. Passò con le dita tra i suoi glutei, fino ad arrivare al centro del suo piacere, che lo aspettava. Le baciò una natica e poi il bacio divenne un dolce morso che la fece sussultare, mentre lei cercava con la mano il suo membro. Lo massaggiò lentamente, indirizzandolo lì dove più lo bramava, e poi fu lui a non farsi più pregare e ad affondare in lei, sospirando come un viandante che dopo lungo peregrinare giunge alla meta. Le stringeva le mani sui fianchi perché i movimenti del bacino di lei assecondassero le sue spinte, sempre più intense, lunghi affondi che lo facevano arrivare sempre più in profondità in lei, che gemeva, si agitava e godeva della sua forza, aperta interamente a lui, pronta ad accoglierlo come se fosse l'unica via per raggiungere l'estasi. Ma lui non voleva che lei venisse, non così presto, non ancora, e si ritrasse quel tanto che bastava per sentirsi ancor più desiderato, per far aumentare la voglia di entrambi e solo quando la sentì pregarlo di continuare, affamata del desiderio di lui, entrò di nuovo in lei, con ancora più vigore, riprendendo quella antica danza che sembrava non avesse mai smesso di ballare e della quale lei sembrava godere come mai prima di quel momento.
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Now I Know
FanfictionSiamo nel pilot. Castle e Beckett si sono appena salutati sulla strada. Quel "You Have No Idea" riecheggia nella mente di Castle che non riesce a smettere di pensare alla detective e a come lo ha provocato... Dovevano essere solo due parti... sarà q...