Capitolo XI

294 21 8
                                    

Nel mentre...

GREGORIO

Abbiamo appena finito di cenare. Io saluto mia sorella e mio cognato, e poi vado verso la mia camera. Passo per la camera di Emma, e noto che ha lasciato a casa il suo quadernino personale. Entro dentro la camera e chiudo la porta dietro di me. Prendo il quadernino appoggiato alla scrivania e mi siedo sul letto. Osservo la copertina blu in un primo momento, e poi lo apro iniziando a leggere.

‘Sarebbe bello chiudere gli occhi e volare lontano. Magari in un altro mondo, in un altro universo. Magari lì mio padre mi ascolterebbe. Io gli voglio bene, ma non so se lui lo vuole a me. Prima era tutto diverso. Prima ci divertivamo tanto. Prima era il mio supereroe. Quello che mi avrebbe portato tra le sue braccia in giro per il mondo. Quello che mi avrebbe amato più di tutti. Ma non lo è più da quando si è separato con la mamma. La mia mamma. Una donna che non capirò mai. Passo poco tempo con lei, ed in quel poco tempo sto male. Perché mi odiano tutti? Cosa ho fatto per meritarsi questo odio?’

Sto per mettermi a piangere. Sono un padre pessimo. Le mie lacrime sfuggono al mio controllo, e Greta entra in camera.

«Che succede Gregorio?» mi chiede sedendosi vicino a me.
«Sono un padre orribile. Lei non se lo merita.» sussurro.

Le mostro il quadernino e lei legge, poi mi abbraccia.

Dopo il concerto...

EMMA

I ragazzi hanno fatto un meraviglioso concerto. Adesso stiamo andando a cena.
Arriviamo in ristorante e ci sediamo a tavola, poi ordiniamo.

«Avete fatto veramente un bellissimo concerto.» dice Michele.
«Grazie!» dice Ignazio.
«A te è piaciuto il concerto, Emma?» mi domanda Barbara.

Sto per rispondere quando Vito mi interrompe.

«Come può saperne lei? Che ne sa lei di musica?» dice.
«Papà...» lo richiama Ignazio.
«È vero! Cosa vuoi che ne sappia di musica? Come minimo ascolta quei pazzi che cantano con la lingua di fuori, pieni di tatuaggi e piercing in tutto il corpo e con i capelli colorati.» dice lui.
«Papà, basta!» gli intima Ignazio.
«Perché dovrebbe smetterla? Non ha tutti i torti!» dice Alessandra ed Ignazio la fulmina con lo sguardo.
«Dimmi un po', come mai i tuoi capelli sono di due colori? Un colore non ti bastava?» mi chiede Vito ridendo.
«Io...»
«Che cosa ci fai qui Emma? Tu non appartieni a questo posto. Non appartieni a questo mondo. Tu non ci fai niente qui.» dice tagliente Vito, ed io abbasso lo sguardo ormai pieno di lacrime.
«Vito adesso basta.» gli intima Caterina.
«Sto dicendo quello che penso. Guardarla! Sembra fatta! Come se avesse fumato non so quante canne e...»

Ignazio sbatte violentemente una mano sul tavolo interrompendo il padre e lo guarda.

«Perché ti stai comportando così? Smettila di parlare, che fai più bella figura!» gli urla contro.
«Portami rispetto Ignazio! Io sono tuo padre!»

Ci mancava solo questo. Vito ha ragione... Io non ho niente a che fare con loro. Ed inoltre lo sto facendo litigare con il figlio. Non sarei mai dovuta venire. Non avrei mai dovuto accettare l'invito di Ignazio...

«Mi dispiace.» ho la forza di sussurrare prima di alzarmi prendendo la borsa ed uscire fuori dal ristorante.

IGNAZIO

Emma corre via ed io trucido mio padre con lo sguardo.

«Perché lo hai fatto papà?!» gli domando.
«Ho solo detto la verità Ignazio.» risponde.
«Vito. Per favore, taci!» dice mia madre.

Mi alzo ed esco fuori inseguendo Emma.

«Emma! Emma, fermati!» urlo raggiungendola.

Le prendo il polso e la faccio girare verso di me, notando le sue guance piene di lacrime ed i suoi occhi rossi e gonfi.

«Non ascoltare mio padre ed Alessandra. Non è vero...» dico, ma lei mi interrompe.
«Sì invece.» tira su col naso. «È vero. Hanno ragione. Io non avrei dovuto accettare di venire. Non ci faccio niente qui.» dice abbassando lo sguardo.
«Emma smettila.»
«Perché Ignazio?» punta i suoi occhi nei miei. «Hanno ragione. Io sono troppo diversa dal tuo mondo. Non sarei dovuta venire... Non aveva senso accettare.»
«Io e te sappiamo che questo non è vero.»
«Io e te sappiamo che questo è verissimo.» ribatte lei.
«Perché dici questo Emma?»
«È bastato un giorno e già tuo padre mi odia perché ha capito che sono troppo diversa.» dice. «Mi dispiace Ignazio, ma questa amicizia non può funzionare. Siamo troppo diversi. Mi dispiace tanto.»

Si allontana da me e va via.

«Ignazio!»

Mi giro e vedo Piero arrivare.

«Sta bene?» chiede.
«No che non sta bene! Altrimenti non starebbe piangendo!» rispondo fuori di me.

Entro in ristorante e vado verso mio padre.

«Mi spieghi che problema hai con Emma? Non ti ha fatto niente!» gli dico.
«Non urlare Ignazio. Sono tuo padre.»
«Puoi essere anche il re di Spagna! Perché l'hai trattata così male? Emma non ti ha fatto niente!»
«Amore, calmati.» dice Alessandra toccandomi il braccio.
«Tu non dire niente! È anche colpa tua!» la riprendo.

Tutti i commensali hanno osservato la scena sbigottiti... Io sbuffo.

EMMA

Hanno ragione. Non sarei mai dovuta venire qui. Io non c'entro niente con loro. Io non servo a niente.

Il telefono squilla e vedo il numero di mio padre. Mi asciugo le lacrime e rispondo.

Conversazione telefonica:

“Pronto?” rispondo.
“Emma? Che succede?” mi chiede mio padre preoccupato.
“Mi dispiace tanto papà. Avevi ragione. Non dovevo venire qui.” dico.
“Cosa è successo tesoro?”
“Non appartengo a questo mondo. Non appartengo a nessun mondo. Sono troppo diversa.”
“Sei diversa tesoro mio. Ed è per questo che sei unica. Nessuno lo ha mai capito. Nemmeno io. Quando avrei dovuto farlo senza ignorarti. Mi dispiace bambina mia. Mi dispiace tanto.” sussurra, ed io sgrano gli occhi. Gregorio Caruso mi ha appena detto tutto questo?
“Papà io... Sono senza parole.”
“Ho letto il tuo quadernino Emma. So che non avrei dovuto, ma la curiosità mi ha trascinato a leggerlo.”
“Papà io... Io ho una spiegazione..”
“Non preoccuparti. Hai ragione, e se mi dai il permesso, vorrei ricominciare con te. Fare come una volta.” dice ed io sorrido.
“Va bene papà.”
“Sei arrivata in hotel?”
“Sì. Proprio adesso.”
“Va bene tesoro. Buonanotte. Ci vediamo domani.”
“A domani papà.”
“Ti voglio bene.”
“Anche io papà.”

Fine conversazione telefonica.

Ditemi che questa conversazione non era un sogno...

«Emma!»

Mi giro e vedo Piero venire verso di me.

«Emma... Mi dispiace tanto. Sono stati veramente degli stronzi con te.» dice.
«Non hanno tutti i torti Piero..»
«Sì che lo hanno invece.»
«Scusa, ma ora vado a dormire.»
«Prima mi puoi dare il tuo numero? Mi piacerebbe rimanere in contatto con te.»

Annuisco e gli do il mio numero, poi lo saluto e vado in camera mia a riposarmi.

Che ne pensate?
Perché Vito si è comportato così male con Emma? L'avrà riconosciuta? Cosa farà Emma?
Ed ora che c'è questo cambiamento di Gregorio, cosa succederà?
Ditemi che ne pensate con una stellina ed un commento.
Ciao.
~Martina😘

Amami ora come mai || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora