Capitolo II

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Il giorno dopo...

EMMA

Mi avvio verso il bar vicino alla mia scuola. Sono le 16:57.
Entro nel bar e subito mando un messaggio ad Ignazio per cercare di capire chi è. Un ragazzo alto si alza e mi saluta. Ecco Ignazio. L'ho visto male quando ci siamo incontrati, ma devo ammettere che è carino. Sembra un orsetto da strappazzare. Sorrido e mi avvicino.

«Ciao.» mi saluta.
«Ciao.» rispondo.

Ci sediamo al tavolo.

«Bè... Io sono Ignazio.»
«Ed io sono Emma.»

Ci mettiamo a ridere. La situazione è abbastanza imbarazzante.

«Ignazio detto anche il deficiente che non guarda la strada.» dice ridendo.
«Già.. Scusa se ti ho urlato contro, ma ero un po' nervosa.»
«Non preoccuparti.»

Una cameriera arriva da noi.

«Cosa gradite?» ci chiede.
«Ehm... Prima le signore.» dice Ignazio.
«Okay. Per me una cioccolata.» dico.
«Non prendi un caffè?»
«Non mi piace la caffeina.»
«Okay. Allora fai due cioccolate, per favore.»
«Ve le porto subito.»

Ci sorride e va' dietro il balcone.

«Allora Emma. Sei di Marsala?» mi chiede.
«Effettivamente no. Sono nata a Palermo, ma abito a Marsala da quando avevo sette anni.»
«Oh wow.»
«Tu invece?»
«Io sono di Bologna.»
«Di Bologna?!» ripeto stupita.
«Sì..» ride.
«Mi prendi in giro, vero?»
«No. Sono nato a Bologna.»
«Eh, ma ci sei stato un minuto a Bologna..»
«Io ci sono stato dieci anni a Bologna!»
«Veramente?»

Ride e annuisce.

«Scusa, ma a vederti e a sentirti, tutto si direbbe, tranne che non sei siciliano.» dico ridendo.
«Non preoccuparti. Tutti hanno quella reazione.»
«Già..»

Arrivano le nostre bevande.

«Dai Emma. Parlami di te.» mi incalza.
«Non c'è molto da sapere.»
«Potresti dirmi perché hai i capelli blu e neri. Oppure quando sei nata.»
«Ehm... Okay. Sono nata a Palermo il 15 Dicembre 1995. Ho origini lombarde e studio al liceo classico.»
«Ah, okay. E perché sei al liceo se hai ventuno anni?»
«Perché sono entrata un anno dopo, poiché sono di dicembre, e mi hanno bocciato per le assenze.»
«Ah.. Okay. Ragazza ribelle eh?»
«Solo, ragazza che non ha voglia di vedere i suoi compagni.»
«Uh, capisco..» dice. «E la famiglia?»
«Okay, mia madre si chiama Anna. Abita a Palermo ed è una professoressa. Mio padre si chiama Gregorio, abita qui con me a Marsala, ed è un architetto.»
«Oh... I tuoi genitori sono separati?»
«Sì.»
«E come mai tu sei qui con tuo padre?»
«Ehm... Io... Possiamo cambiare discorso?»
«Perché?»
«Senti, non ti offendere, ma non voglio parlarti subito delle mie cose più personali.. Non ci conosciamo dopotutto.»
«Già.. Hai ragione.»
«Te la sei presa?»
«No, tranquilla.» mi sorride dolcemente.

Sorriso anche io e bevo un sorso di cioccolata.

«E tu?» gli chiedo.
«Io sono nato a Bologna il 4 Ottobre 1994, però mi sono trasferito nella terra dei miei genitori quando ero piccolo.»
«Okay. Hai fratelli?»
«Sì. Nina, mia sorella maggiore. Tu?»
«No. Sono figlia unica.»
«Oh, va bene.»
«Che lavoro fai? Visto che sei così famoso..» rido, ma lui sembra serio.
«Ehm, io... Io lavoro nel mondo dello spettacolo.» dice.
«E cosa fai?»
«Faccio il.. il tecnico del suono.»
«Ah.. Forte..»
«Già... Comunque non mi hai ancora detto perché hai i capelli metà blu.»
«Perché il blu è il mio secondo colore preferito.»
«E qual è il primo?»
«L’indaco.»
«Perché?»
«Perché non è il colore preferito di nessuno.» rido.
«Hai ragione..»

Gli sorrido dolcemente e lui ricambia. 

Qualche ora dopo...

Sono qui in questo bar da non so quanto tempo.. Oltre ad essere carino, Ignazio è un ragazzo veramente molto simpatico e dolce. Sembra così buono.

«Okay... Sai qual è il colmo per un pizzaiolo?» mi chiede.
«No.»
«Avere la moglie margherita che ogni quattro stagioni fa’ la capricciosa.»

Scoppio a ridere e lui mi segue.

«Okay, le tue battute sono squallide.» dico.
«Però ti fanno ridere.»
«Già..»

Mi asciugo le lacrime dagli occhi e lui mi guarda sorridendo.

«Hai una bella risata. E anche un bel sorriso.» mi dice.

Datemi un estintore. Le mie guance stanno andando letteralmente a fuoco. Mi scappa una risatina nervosa e abbasso lo sguardo.

«G-Grazie.» balbetto e lui ride.

Sussulto non appena squilla il mio telefono. Lo prendo notando il numero di zia Greta.

«Ti dispiace se rispondo?» gli chiedo.
«Vai tranquilla.» mi sorride.

Gli sorrido e mi alzo per rispondere al telefono.

Conversazione telefonica:

“Pronto zia?” rispondo.
“Ciao tesoro. Dove sei? Sono le otto.”
“Oh.. Perdonami zia! Sono al bar vicino alla mia scuola e ho perso la cognizione del tempo..” rispondo.
“Come mai sei al bar? Con chi sei?”
“Con un ragazzo.”
“E chi è?”
“A casa ti racconto zia. Ora torno. A fra poco.”
“A fra poco tesoro.”

Fine conversazione telefonica.

Torno da Ignazio.

«Io ora devo andare..» annuncio e lui annuisce un po’ deluso.
«Peccato. Mi sarebbe piaciuto stare ancora un po’ con te..» dice.
«Anche a me, ma devo correre a casa.»
«Va bene. Pago e ti accompagno a casa.»
«Cosa? No.. Pago la mia cioccolata.»
«Stai scherzando vero? Non te lo permetto.»
«Dai... Devi anche sprecare benzina per accompagnarmi.»
«Non spreco benzina, e non ti faccio pagare. Stai tranquilla. Ci penso io.» mi sorride.

Annuisco e gli sorrido. Lui paga e poi torna da me.

«Andiamo.» dice.

Annuisco e mi dirigo verso la sua macchina. Mi apre lo sportello e mi fa’ entrare, poi chiude lo sportello e sale in auto. Gli do l'indirizzo e lui inizia a guidare.

«Tu hai la patente?» mi chiede.
«Sì, ma non ho la macchina. Mio padre non me la dà, e mio zio la sua la usa sempre.»
«Oh... Bè. Io sono un guidatore esperto. Nel caso avessi bisogno, hai il mio numero.»
«Va bene.» annuisco ridendo.
«Sai, spero che ci siano altre serate come questa. Mi sono divertito molto.» mi dice ed io annuisco d'accordo con lui.
«Sono d'accordo.» affermo poi.
«Bene.. Siamo arrivati.» dice.

Ferma la macchina e io guardo casa mia.

«Okay, ci sentiamo per messaggi?» propongo.
«Certo che sì! E nel caso non rispondessi, so dove abiti.»
«Ehm... Okay. Grazie ancora. Buona serata.»
«Buona serata.»

Scendo dalla macchina e corro dentro casa.
Chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena, poi mi mordo il labbro inferiore e sorrido.
Zia Greta arriva e mi guarda sorridendo.

«Che succede?» mi chiede.
«Ti ricordi quando ti ho detto che un ragazzo mi aveva riportato il quadernino?»
«Ehm.. Sì.»
«Oggi l'ho incontrato. È così carino e così simpatico!»
«E come si chiama?»
«Ignazio.»
«Oh.. E di cognome?»
«Boschetto. Perché?»
«Che lavoro fa’?»
«Il tecnico del suono.»
«Ah... Okay.»
«Tutto bene zia?»
«Sì. Tutto bene. Vai a cambiarti, la cena è pronta.»

Annuisco e vado in camera.

Fine secondo capitolo.
Che ne pensate? Vi è piaciuto questo incontro?
Cosa faranno ora Ignazio ed Emma?
Fatemi sapere se la storia vi piace.
Un bacio.
~Martina😘

Amami ora come mai || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora