Capitolo XXXII

299 15 8
                                    

EMMA

La testa sta scoppiando. Non vedo niente, e l'unica cosa che sento sono delle voci nella mia testa che mi dicono di svegliarmi, di aprire gli occhi, ma io non ce la faccio. Non ho la forza di aprire gli occhi, non ho la forza di svegliarmi.
Voglio solo rimanere così, con gli occhi chiusi. Non voglio aprire gli occhi, non voglio guardare il mondo. Ora voglio solo bloccarmi qui.

«Emma, ti prego, apri gli occhi» mi richiama Ignazio, ed io lo ascolto, vedendo molta gente attorno a me.
«Oh cielo, è sveglia!» esclama mio padre.
Mi giro verso Ignazio. «Cosa è successo?»
«Hai perso i sensi tesoro, è tutto apposto.»
«Ma era un sogno?» gli chiedo, e lui mi guarda negli occhi. «Era un sogno Ignazio? Io non sono tua sorella vero? Non lo sono?» gli domando speranzosa, e lui sospira abbassando lo sguardo.
«Temo che non fosse un sogno... Temo sia la realtà» mormora ed io sento i piccoli pezzi del mio cuore spezzarsi ancora di più.
«No» sussurro chiudendo gli occhi, ed una lacrima solca il mio viso. Mi alzo e subito incontro il viso dispiaciuto di mia madre, che cerca di abbracciarmi. «Mi hai rovinato la vita!» esclamo spingendola, e subito vedo mio padre venire verso di me. «Tu lo sapevi, vero?!» gli urlo contro.
«Io, l'ho saputo da poco e...»
«Tu lo sapevi...» ripeto.

Non riesco più a reggere gli sguardi di nessuno, così spingo tutti ed esco di casa iniziando a correre più che posso. Arrivo lontano, verso una scogliera, ed ora non voglio far altro che chiudere gli occhi e volare... Mi avvicino lentamente, scavalcando la barriera posta davanti a me per la sicurezza e mi avvicino. Guardo giù, poi sospiro e sto per lasciarmi andare quando una voce mi ferma.

«Emma, non farlo!» grida la signora Caterina.
Mi giro verso di lei tenendomi alla barriera. «Mi dispiace signora Caterina, è tutta colpa mia. È tutta colpa mia!» urlo piangendo.
«No Emma. Tu non c'entri niente.»
«Sì che c'entro! Ho rovinato la mia e la vostra famiglia. Mi dispiace tanto...»
«Emma, so che hai il cuore spezzato, ma non è colpa tua se Vito ed Anna hanno fatto una cazzata. Tu non hai colpe tesoro, tu non hai rovinato nessuna famiglia. La colpa è solo ed esclusivamente loro Emma» spiega avvicinandosi lentamente. «Dai Emma, ora prendi la mia mano» mormora allungando il braccio.
«Io non posso vivere senza Ignazio» mormoro piangendo.
«Hai la forza di mille leoni, puoi farcela. Vieni tesoro. Ti prego, afferra la mia mano.»

Esito un poco e poi afferro la sua mano, scavalcando la barriera di metallo e ritrovandomi a piangere tra le sue braccia, mentre entrambe siamo inginocchiate per terra.

«Non è colpa tua. Non è colpa tua» mi ripete più e più volte accarezzandomi i capelli. Bacia la mia fronte. «Sei calda tesoro... Andiamo a casa, così ti riposi.»
«Non voglio andare a casa.»
«Ma devo prepararti un thè caldo per farti stare meglio.»
«Possiamo andare a casa di Marika?»
«Marika? Chi è?»
«È la mia manager. Non è molto lontana da qui. Per favore.»

La donna annuisce ed insieme ci alziamo, poi andiamo verso casa di Marika. Nessuno osa dire una sola parola.
Arriviamo dieci minuti dopo a casa di Marika, ed io suono. La mia manager mi apre, e subito scoppio a piangere abbracciandola.

«Entrate pure» ci sussurra.

Nel mentre...

IGNAZIO

Emma è appena scappata via, e mia madre l'ha inseguita. Mi giro furioso verso mio padre e gli vado incontro per dargli uno schiaffo, ma Gregorio mi precede.

«Ti odio! Come hai potuto farlo?!» urlo a mio padre cercando di staccarmi da Gregorio.
«Ignazio, ti prego. Io stavo male e...»
«Tu mi hai rovinato la vita. Tu ci hai rovinato la vita. Tu sei un bastardo. Non posso perdonarti.»
«No... Non dire così.»
«Io ti odio. Io non voglio più vederti. Bastardo.»

Mi stacco dalla presa di Gregorio e corro in camera mia. Preso dalla rabbia e dalla disperazione inizio a buttare tutto per terra, mentre calde lacrime lasciano i miei occhi e solcano il mio viso.

«Ignazio... Ignazio sono Nina» dice bussando.
«Vattene Nina. Non me ne frega un cazzo di quello che vuoi dirmi.»
«Anche io sono sconvolta come te...»
«No Nina» la interrompo, «non è vero! Tu non devi rinunciare all'unica persona che non ti ami per i tuoi soldi solo perché tuo padre è un coglione. Non devi Nina, perciò non sai come sto io» le dico forse troppi duro, e la sento sospirare.
«Perdonami Ignazio, hai ragione... Però io sono qui, sono qui per te.»
Sospiro scuotendo la testa. «Lasciami da solo, ti prego» mormoro.

La sento sospirare e poco dopo dei passi sempre più lontani.

MARIKA

Appoggio la tazza di thè sul tavolo del soggiorno e guardo Caterina.

«Non hai bevuto niente... Potrebbe farti bene» le dico, ma lei scuote la testa.
«No, niente può farmi bene ora.»
«Mi dispiace tanto...»
«Io lo amo, Marika. Lui per me è tutto, e mi ha tradito così. Ha rovinato la mia vita, quella di mio figlio, e quella di quella povera ragazza addormentata in salotto. Non ce lo siamo meritati.»
«Lo so.» Abbassa lo sguardo. «Emma mi parla molto di te» le dico.
«Spero in senso positivo.»
«Più che positivo. Ama il tuo carattere. Dice che sei una donna forte, simpatica e dolce.»
«Anche lei lo è, e mi dispiace tanto per lei» mormora.
«Vedrai che andrete avanti.»
«Lo spero.»

Le sorrido e prendo il telefono che ha appena vibrato.

Gregorio: Emma è da te?
Io: Sì Gregorio...
Gregorio: Arrivo.
Io: Va bene.

«Cosa devo fare?» chiede lei.
«Io non lo so Caterina. Non posso dirti che ti capisco perché non è così. Mi dispiace tanto.»
«Non preoccuparti. Tu non c'entri.»

Sospiro e sento il campanello suonare, così vado ad aprire vedendo Gregorio fuori. Mi sorride ed entra in casa precipitandosi verso Emma ancora addormentata.

Che ne pensate?
Cosa succederà ora?
Cosa farà Emma?
Un bacio.
~Martina😘

Amami ora come mai || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora