Capitolo XXIV

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Qualche ora dopo...

EMMA

Il campanello suona ed io subito mi avvento per aprire ad Ignazio.

«Ciao.» sorride dolcemente.
«Ciao.» sussurro sorridendo.

Rimaniamo qualche minuto a guardarci sorridenti fino a quando non sentiamo un colpo si tosse. Mi giro vedendo mio cugino che ci guarda sorridendo.

«Lo fai entrare oppure lo lasci lì?» chiede ridendo Andrea ed io arrossisco annuendo.

Ignazio entra in casa e mi lascia un bacio sulla guancia.

«Ignazio, lui è Andrea, mio cugino.» dico.
«Molto piacere Andrea. Io sono...»
«Ignazio Boschetto. Sì, ti conosco. La sorella minore della mia fidanzata ti conosce e ti adora» lo interrompe Andrea.
«Ah... E la tua fidanzata di dov'è?»
«Di Toronto, ma abita sin da piccola a New York, dove ci siamo incontrati ed ora viviamo insieme.»
«Oh wow...»

Si sorridono ed insieme entriamo in cucina, dove zia Greta sta cucinando la sua meravigliosa lasagna.

«Buonasera» saluta Ignazio entrando in cucina.
«Buonasera Ignazio.» lo saluta zia Greta lasciandogli poi un bacio sulla guancia.

Zio Salvatore e papà entrano in cucina e i maschi decidono di andare in giardino, mentre io aiuto zia Greta in cucina.

IGNAZIO

Esco nel giardino di Emma mentre lei aiuta la zia a cucinare. La magliettina azzurra le fascia il corpo e sta d'incanto. Mi osserva dalla finestra e io le sorrido, mandandole di tanto in tanto un bacio senza farmi vedere dal padre.

«Allora, Ignazio... Che ci racconti di nuovo?» mi chiede Gregorio.
«Tutto apposto signore. Tra poco inizieremo con il nuovo tour.»
«Verrete a New York?» mi chiede Andrea.
«Sì.»
«Oh... Bene.»
«Ignazio?»

Mi giro verso la voce e vedo la signora Greta.

«Potresti venire un secondo?» mi chiede ed io annuisco scusandomi con gli altri.

La raggiungo e lei mi porta verso una stanza, che scopro essere uno sgabuzzino.

«Mi prenderesti quello scatolone in alto?» mi chiede indicando uno scatolone su un vecchio armadio.

Annuisco e lo prendo, constatando la sua pesantezza, dopodiché lo appoggio per terra e lei sorride inginocchiandosi e aprendolo. Mi inginocchio a fianco a lei e lei sorride mostrandomi una foto. Una bambina coi capelli raccolti ed un simpatico body verdeacqua sta facendo una perfetta ruota senza le mani su un'asta.

«Chi è?» chiedo confuso.
«È Emma.»
«Davvero? Faceva ginnastica artistica?»
«Oh sì... Ed era anche molto brava.» dice lei mostrandomi dei trofei.
«Migliore ginnasta del campionato. Migliore atleta...» leggo alcuni nomi sui trofei ed inarco un soppracciglio. «Non mi aveva detto di essere una ginnasta.» dico guardando i vari premi, le medaglie e le foto.
«Non lo dice mai infatti, almeno che tu non glielo chieda. Vedi Ignazio... C'è un problema... Emma, in una gara, si è rotto il ginocchio, e da lì ha dovuto abbandonare la ginnastica.»
«Ma era bravissima! Perché lo ha fatto?»
«Qualcuno le ha detto che non sarebbe arrivata lontana.»
«E chi è così crudele?»
«La madre...»
«Oh...»

Abbasso lo sguardo. Che razza di genitore vieterebbe al proprio figlio di sognare? Io ad esempio sono dove sono grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto...

«Ignazio, non sono stupida. So che oggi tra te ed Emma è successa una cosa molto importante. Ed una coperta macchiata ne è la prova.» sorride. «Io la amo non come una nipote, ma come se fossi stata io a partorirla. Lei è la femminuccia che io e Salvatore non abbiamo mai avuto, nonostante fosse nostro sogno portare una sorellina ad Andrea. Noi la amiamo come nostra figlia, e anche se ti può sembrare egoista, sono felice che mio fratello si sia separata dalla madre e l'abbia portata qui. Purtroppo per il ginocchio non c'è niente da fare, ma so che tu puoi convincerla a credere in se stessa. Ti chiedo di farlo Ignazio, per favore.» mi dice appoggiando la sua mano nella mia. La guardo negli occhi e noto che sono lucidi.
Le sorrido. «Farò il possibile. Lo prometto.»

Mi sorride e poi rimetto lo scatolone apposto e torniamo in cucina, dove Emma sta ridendo aggrappata alla schiena del cugino.

«Che sta succedendo?» domanda la signora Greta.
«Tuo figlio sembra impazzito» ride Emma.
«È che sono felice di essere tornato a casa» dice Andrea sorridendo.

Emma scende dalla schiena di Andrea e ci mettiamo insieme. Ci sediamo a tavola ed io sono vicino ad Emma, che mi sorride dolcemente. La lasagna della signora Greta ci viene servita, ed insieme iniziamo a mangiare. Emma appoggia la mano sulla mia, che è sul mio ginocchio, e la intreccia per poi sorridermi, senza farsi però vedere dagli altri.

«Allora Ignazio... Che ne pensi della cena?» chiede il signor Gregorio.
«È deliziosa» rispondo sorridendo.

Sorride e continuiamo a mangiare. Emma non accenna a staccare la sua mano dalla mia, il che mi fa piacere. Intrecciamo le dita e poi io appoggio le nostre mani sulla mia gamba.
La cena procede tranquilla, e dopo il dolce, decidiamo di uscire fuori per poter parlare. La serata è bella, ma è molto fredda. Emma si mette un cappotto però continua ad avere freddo, così il la abbraccio tentando di riscaldarla un po'. Lei sorride e si stringe a me, sorridendomi. Il mio telefono squilla e appena leggo il numero di mia sorella rispondo.

Conversazione telefonica:

“Pronto?” rispondo.
“Ignazio, ti prego, torna a casa” mi supplica mia sorella.
“Perché? Cos'è successo?” mi allarmo. Emma mi guarda inarcando un soppracciglio.
“Papà ha scoperto che sei andato a cenare da Emma, ed ora è incazzato. Per favore, vieni.”
“Merda... Arrivo. State tranquille. Mamma dov'è?”
“In cucina a litigare con papà.”
“Arrivo.”

Fine conversazione telefonica.

Mi alzo ed Emma mi segue.

«Che succede?» domanda preoccupata.
«Un casino con mio padre.» rispondo frettolosamente. «Grazie mille di tutto, ma ora devo correre.»

La famiglia di Emma annuisce e mi saluta ed io corro verso la macchina, dove Emma mi segue.

«Che succede Ignazio?»
«A mio padre non va che io faccia quello che voglio.»
«Ignà, è colpa mia vero? È incazzato perché sei venuto qui stasera? E per favore, dimmi la verità!» Sospiro e annuisco. Lei borbotta qualcosa e poi apre lo sportello della macchina. «Andiamo!» ordina.
Entro dentro la macchina. «Che vuoi fare?»
«Voglio chiarire una volta per tutte con tuo padre. Non ci sarà niente che mi farà cambiare idea! Andiamo!» ordina ancora, ed io annuisco andando verso casa.

Arriviamo a casa dopo un piccolo tragitto reso lunghissimo dal silenzio che si è impadronito di noi. Entriamo in casa e subito sento le urla tra i miei genitori, e senza pensarci due volte, mi butto in cucina.

Sì, vi lascio l'ansia perché vi voglio bene❤
Che ne pensate?
Cosa succederà con Vito?
Che cosa faranno Ignazio ed Emma?
Fatemi sapere che ne pensate della storia con un commento ed una stellina.
Ciau.
~Martina😘

Amami ora come mai || Ignazio Boschetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora