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Alec si passò una mano tra i capelli, dondolando nervosamente sui suoi stessi piedi in attesa che il suo inquieto scampanellio ricevesse risposta.
-CHI OSA DISTURBARE IL SOMMO STREGONE DI BROOKLYN?-tuonò una voce al citofono. Alec saltò sul posto, colto di sorpresa, e si schiarì la voce.
-Alec Lightwood, dall'Istituto di New York.-balbettò, insicuro. Seguì un attimo di silenzio, poi la porta di aprì con uno scatto secco e Alec si affretto ad infilarsi nell'androne. Percorse le scale a due a due, cercando inutilmente di scaricare l'ansia. Arrivò alla porta dello stregone, lasciata aperta quel tanto che bastava per far passare il suo corpo snello, e che si richiuse immediatamente dietro di lui.
-Bene bene.-esordì una voce dal divano rosso che spiccava al centro del salotto decorato in stile liberty.-Uno Shadowhunter alla mia porta.-
Alec si schiarì ancora la voce, incerto se avvicinarsi o attendere la mossa dello stregone.
-A cosa devo il dispiacere?-

Magnus si girò quel tanto che bastava per intimidire il suo ospite con i suoi occhi da gatto e si ritrovò a fissare delle gote rosse su un viso pallido contornato da capelli d'ebano disordinati e ribelli. Il corpo del Nephilim era asciutto ma ben definito, la sua carnagione chiara e contornata da rune nere sul collo e sulle braccia lasciate scoperte dall'orribile maglietta nera, sdrucita e scolorita dal sole e dai lavaggi.
Quando poi lo Shadowhunter alzò lo sguardo sullo stregone, quest'ultimo trattenne il respiro nello specchiarsi in un paio di gemme blu che sembravano contenere mare e cielo nella stessa iride.
Magnus sogghignò nel vedere la reazione sbigottita del ragazzo, che probabilmente aveva creduto che avrebbe avuto a che fare con un anziano dalla barba bianca e crespa. Magnus storse la bocca alla sola idea, scuotendo mentalmente il capo al pensiero degli assurdi stereotipi degli Shadowhunters.

C'era da dire, però, che nemmeno Alec corrispondeva in pieno alla definizione del classico Nephilim. Magnus lo aveva sempre catalogati come arroganti e spocchiosi, mentre il suo ospite sembrava adorabilmente imbarazzato e insicuro. E questo gli faceva venire voglia di stuzzicarlo, decisamente.

-Magnus Bane?-domandò Alec, incerto, scrutando quell'uomo bellissimo dagli occhi felini e intriganti.

Magnus gli fece cenno di sedersi davanti a lui.-In carne, ossa e glitter.-ghignò, godendosi la vista dei muscoli del Nephilim che si tendevano sotto la maglietta mentre lui si appoggiava ai braccioli della poltrona prima di sedersi.

Alec annuì, teso, ma non disse nulla, al che Magnus inarcò un sopracciglio, interrogativo.-Cosa posso fare per il Conclave?-chiese, con una punta ben percettibile di disprezzo velato di ironia.
Alec si agitò sul posto, distogliendo lo sguardo da quello magnetico dello stregone.-In realtà...è per mia sorella.-disse.
Magnus si fece improvvisamente interessato, invitando il ragazzo a continuare con un gesto della mano, scintillante di anelli.
-È stata coinvolta in un processo per aver aiutato un Seelie a fuggire dalla custodia del Conclave e nessuno Shadowhunters vuole difenderla dall'accusa di tradimento. Rischia di essere privata delle rune.-spiegò Alec, gli occhi sgranati per il terrore per la sorella.
Magnus ascoltò attentamente e annuì.-Io sono uno stregone, perchè hai bisogno dei miei servigi?-chiese, la voce melliflua e ammaliante come al solito.
Alec scrollò le spalle.-Ho letto di un caso in cui un Nascosto sotto la tua tutela legale è stato assolto dal Conclave per un'accusa simile.-disse.
-È stato tanto tempo fa.-precisò Magnus. Il Nephilim annuì.-Lo so. Ma sei l'unica speranza che mi è rimasta. Izzy si è già arresa ma io non posso permettere che la condannino.-
-Faresti di tutto per lei.-osservò lo stregone, non senza una certa ammirazione.-Ma puoi permetterti i miei servigi?-chiese, mentre un'idea si faceva strada dentro la sua mente, facendo sì che si aprisse in un ghigno leggermente inquietante.
Alec annuì con foga.-La mia famiglia è ricca. Pagheremo.-disse, gli occhi da cucciolo speranzoso.
-Non voglio denaro.-sogghignò Magnus.-Ma c'è una cosa che voglio.-
Alec inarcò un sopracciglio, incerto.-Che cosa?-chiese.
-Te.-

Ora Mi Appartieni ~ MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora