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Alec sbattè più volte le palpebre, sentendole incredibilmente pesanti ma volendo aprire gli occhi a tutti i costi. Il buio lo aveva avvolto per quella che gli era sembrata l'eternità e si ritrovava a desiderare la luce come mai gli era capitato.

Quando riuscì finalmente a mantenere gli occhi aperti, si rese conto che anche così il buio lo circondava e il cuore iniziò a martellargli nel petto. Prese un respiro profondo e si concentrò sull'ambiente circostante, sentendo la testa pulsare e la voglia di chiudere nuovamente gli occhi farsi prepotente. Quando finalmente riuscì a distinguere, nella penombra della sera, i mobili della sua stanza non potè fare a meno di tirare un sospiro di sollievo che suonò più come un singhiozzo.

-Alec?-si sentì chiamare da una voce familiare, ma che non riusciva a collocare bene. Poi il buio lo avvolse di nuovo e lui si lasciò trascinare via docilmente, grato anche solo per quel bagliore che era riuscito a scorgere.

La secondo volta si svegliò la mattina dopo, con la luce che filtrava dalle tende lasciate semi aperte e che gli colpiva gli occhi. Aveva ancora ben impressa in mente la sensazione sgradevole di annegare nel buio che tanto lo aveva spaventato la sera prima e i timidi raggi del sole gli sembrarono assurdamente confortanti.

-Alec!-questa volta riconobbe immediatamente la voce di sua sorella Isabelle, e si sforzò di girare la testa nella sua direzione. La sentiva stringergli la mano e fece un enorme sforzo nel tentativo di abbozzare un sorriso che la rassicurasse.

-Merda.-sbottò lei con le lacrime agli occhi, fiondandosi su di lui e quasi soffocandolo in un abbraccio. Pensò di farle notare l'uso di un linguaggio inappropriato, ma poi lasciò perdere e si godette il suo profumo che gli invadeva le narici e lo faceva sentire a casa.

-Mi hai...ci hai fatto preoccupare tantissimo.-borbottò Izzy contro la sua spalla, scostandosi poco dopo per poterlo guardare negli occhi.

-Mi dispiace. Sto bene.-mormorò Alec, sentendo la voce uscirgli roca.

Dopo un attimo sentì anche un'altra mano stringere la sua e per un istante infinito pensò che fosse quella di Magnus. Sperò che fosse quella di Magnus.

Si girò con uno scatto che lo fece sibilare dal dolore solo per incontrare lo sguardo sollevato e preoccupato di Jace.

-Sei un idiota.-gli disse quest'ultimo, continuando a stringere la sua mano e mettendoci forse troppa forza, tanto che Alec se la ritrovò intorpidita nel giro di poco tempo.

-È il tuo modo per dirmi che mi vuoi bene?-ammiccò Alec, anche se la sua voce non era pungente come avrebbe voluto. Sembrava solo stanca e provata, ma non mancava comunque una sfumatura affettuosa.

-No, è il mio modo per dirti che se fai di nuovo una stronzata del genere io...-iniziò Jace, cercando forse una minaccia abbastanza efficace ma non trovandola e limitandosi e guardarlo male.

Alec abbozzò un sorriso, che si ampliò quando Jace (minacce o meno) si chinò comunque per abbracciarlo.

-Come ti senti?-si inserì a quel punto Isabelle, fissandolo preoccupata.

-Abbastanza bene.-mentì Alec, che in realtà si sentiva come se un'orda di demoni lo avesse calpestato. E in effetti era stato più o meno quello il caso.

-Bene.-sorrise Izzy, accarezzandogli i capelli e guardandolo con affetto.-Magnus ne sarà felice. Ieri ha consumato quasi tutta la sua energia per guarirti.-

Alec quasi si strozzò con la sua stessa saliva.-Magnus è qui?-chiese, cercando di mantenere un tono neutrale ma fallendo su tutta la linea.

-Sta riposando nella stanza accanto. Lo abbiamo chiamato ieri quando ti abbiamo trovato e lui e la sua amica sono subito corsi qui.-

-La sua amica?-domandò Alec, cercando di scacciare dalla mente l'immagine di Camille.

-Capelli bianchi, pelle blu. Sembra che sia un medico.-intervenne Jace.

-E anche uno parecchio bravo.-aggiunse Isabelle.-Abbiamo avuto fortuna che fosse lì con lui  in quel momento.-

-Oh...sì, immagino di sì.-annuì Alec, ancora distratto dal pensiero di Camille.-È ancora qui?-domandò poi, cercando di pensare ad altro.

-No, è andata via questa mattina presto.-rispose Isabelle.-A quanto pare ha dei turni parecchio pesanti in ospedale.-

-Capisco.-annuì Alec.-La ringrazierò di persona appena starò meglio.-aggiunse, pensieroso.

Isabelle lo guardò con una aspettativa e lui si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia, fingendo di non sapere dove volesse andare a parare.

-E Magnus?-si decise a dire esplicitamente lei, nonostante sapesse benissimo che il fratello stava solo ignorando deliberatamente l'argomento.

Alec rimase in silenzio un attimo, ponderando bene le parole.-Ringrazierò anche lui.-disse.

-Maryse è rimasta di stucco quando ha saputo che non voleva essere pagato.-sogghignò Jace, ammiccando verso il fratello.

-Nostra madre è qui?-domandò Alec, cercando di non sembrare troppo speranzoso.

Quando vide i fratelli irrigidirsi capì immeditamente che la risposta sarebbe stata negativa.

-No.-rispose Isabelle, intrecciandosi nervosamente al dito una ciocca di capelli.-Ma è contenta che sia fuori pericolo.-aggiunse. Alec annuì, cercando di non far trapelare la delusione ma riuscendoci solo parzialmente.

-Ora è meglio che tu riposi ancora un po'.-disse Isabelle dopo qualche minuto di silenzio in cui Alec aveva cercato di lasciare da parte ogni pensiero e godersi semplicemente il calore che la presenza dei suoi fratelli gli trasmetteva.

-Sì, forse è meglio.-annuì, lasciando di malavoglia la presa sulle mani di Jace e Izzy.

-Magari quando Magnus si sveglia posso mandarlo da te?-chiese Isabelle, fissandolo come se volesse leggergli dentro.

Alec si irrigidì leggermente, ma annuì e cercò di abbozzare un sorriso.

Non voleva davvero pensare a cosa avrebbe detto o fatto quando si sarebbe ritrovato Magnus di fronte.

Ma di certo avrebbe immaginato tutto tranne ciò che effettivamente successe.

Ora Mi Appartieni ~ MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora