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Magnus scivolò lentamente fuori dallo stato di dormiveglia, percependo un piacevole calore diffuso in tutto il corpo.

Sbattè piano le palpebre ancora ricoperte di glitter e si appuntò mentalmente di struccarsi con cura appena alzato. Si chiese, ancora mezzo addormentato, come mai non l'avesse fatto la sera prima e gli tornò in mente solo in quel momento che la sera prima non era solo.

Sorrise tra sè e sè, ripensando al bellissimo nephilim e a come le sue guance si erano arrossate quando aveva poggiato la testa sulle sue gambe.

Lo aveva sentito teso per almeno un quarto d'ora, poi aveva finalmente iniziato a rilassarsi, complice il fatto che probabilmente pensava che lo stregone si fosse addormentato.

Magnus si stropicciò gli occhi, rigirandosi sul divano e stupendosi di trovarlo vuoto. In compenso si ritrovò una coperta di lana ben rimboccata sul suo corpo e il Presidente Miao accoccolato ai suoi piedi.

Si tirò su lentamente, ancora mezzo intontito dal sonno e accecato dalla luce del giorno che penetrava violenta dalla vetrata. Il Presidente balzò via,  stizzito per non avere più i piedi del suo padrone contro cui appoggiarsi, ma Magnus ci fece caso appena, guardandosi intorno alla ricerca di Alec.

Appurato che non fosse lì, emise uno sbuffo frustrato e si alzò dal divano.
La sua espressione corrucciata scomparve di botto appena arrivò in cucina, sul cui tavolo troneggiava una tazza di caffè e un bigliettino.

Magnus battè le mani entusiasta, afferrando il foglio di carta e divorando le parole lasciate dal suo ospite.

Jace mi ha chiamato per una missione.
Buona giornata

Alec

Beh, sicuramente era un tipo pragmatico.
Magnus passò gli occhi sul foglio e vi trovò un post scriptum sul fondo, in cui il Cacciatore appuntava il suo numero di telefono.
Razionalmente Magnus sapeva che glielo aveva lasciato perchè sarebbe stato più semplice comunicare nel caso lo stregone avesse avuto qualche richiesta, ma non potè fare a meno di gongolare comunque per aver ottenuto il numero di telefono del più piccolo.

Poi, ovviamente, si dette dell'idiota mille volte e si segnò il numero di Alec in gran fretta, sorseggiando nel frattempo il caffè che il Nephilim gli aveva lasciato e che ormai era freddo.

                             *****

-Non mi hai detto dove sei stato.-borbottò Jace in direzione del suo parabatai, che continuò a pulire la sua spada angelica dall'icore di demone senza guardarlo in faccia.

-Allora?-lo incalzò il biondo, fissandolo divertito.-Stamattina ho bussato per interi minuti alla porta di camera tua.-

-Interi minuti. Notevole.-sbuffò Alec, le guance leggermente imporporate. Non pensava fosse una buona idea dire a Jace del suo patto con Magnus. No, sarebbe stata un'idea terribile in effetti.

In quel momento il suo cellulare squillò e Alec lo afferrò perplesso. Era raro per lui ricevere sms.

Buongiorno fiorellino!

Recitava il primo messaggio, a cui ne seguì un secondo subito dopo.

Mi è piaciuto il caffè.

E dopo ancora un Potrei farci l'abitudine.

Alec aggrottò le sopracciglia, capendo immediatamente che si trattava di Magnus e non riuscendo tuttavia a comprendere lo scopo di quei messaggi. Nel dubbio si rimise in tasca il cellulare, anche perchè Jace lo stava osservando con interesse.

-Allora?-ripetè il biondo, ammiccando verso il cellulare in modo leggermente inquietante.

-Nulla. Sono rimasto a dormire da Magnus.-

Jace inclinò la testa di lato.-Da Magnus? Magnus Bane, lo stregone?-chiese.

Alec annuì.-Sì, lo stregone.-

-E il tuo arco?-

-Non...non lo ha voluto.-inventò sul momento Alec, deglutendo a fatica.-Mi ha chiesto di restare per un drink e ho finito per addormentarmi. Sai che effetto mi fa l'alcool.-

Jace lo guardò male.-Non sai mentire Alec. Soprattutto non a me.-

-Non sto mentendo.-si imbronciò l'altro, tornando a lucidare la sua spada già perfettamente lucida pur di non guardare in faccia il suo parabatai.

-Sai che a me puoi dire tutto vero? Anche se si tratta di...sì, insomma, di ragazzi.-

-Ragazzi?-chiese Alec, spaesato.

-Sì, ragazzi.-confermò Jace, ammiccando ancora in quel modo inquietante. Alec gli aveva confessato di essere gay circa un anno prima e Jace si era limitato a dire "Lo so da anni.", per poi uscirsene con "E la cotta per me ti è passata vero?"
Alec aveva pensato di morire di imbarazzo, ma poi si era ritrovato ad annuire e non avevano più tirato fuori l'argomento, nonostante non fosse proprio sicuro che la sua "cotta" fosse completamente passata.

-Puoi dirmi se tu e Magnus avete...-iniziò Jace, subito interrotto dall'altro, che quasi si soffocò con la propria saliva.

-No! Per l'Angelo, Jace, no! Niente del genere.-

-Oh.-borbottò Jace, sembrando vagamente deluso.-Okay. Se vorrai parlarne ci sono, lo sai vero?-

-Lo so, Jace, lo so.-rispose Alec, sforzandosi per fargli un sorriso che sembrasse sincero.
Tuttavia, sapeva benissimo di non poter parlare a Jace di ciò che davvero stava succedendo tra lui e Magnus.

In quel momento il suo cellulare squillò per l'ennesima volta.

Stasera torna qui.

Non aveva bisogno di controllare il numero per sapere chi fosse il mittente.

Ora Mi Appartieni ~ MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora