"What's your problem?"

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Mi sono sempre considerata una persona con una soglia di pazienza abbastanza alta, ma adesso. Adesso credo.veramente di perderla.

«No cazzo, non te lo lascio!» esclamai tirando con tutta la forza che avevo.

Louis aumentò meglio la presa sul cotone di lana stringendo i denti, quel maledetto non voleva mollare!

«E' per ragazzi!» esclamò l'ultimo.

«E' per tutti!» ribattei ancora più incazzata.

«Hai ragione, in effetti tra te e un ragazzo non ci sono molte differenze» rise.

Cosa?

Mollai la presa facendolo scivolare all'indietro.
«Cosa cazzo hai detto?!»

Tutto ha avuto inizio quando per necessità noiose mi ero ritrovata di nuovo a casa di Camilla, lei aveva chiesto sia a me che a quel idiota di suo fratello di andare a fare la spesa, insomma, avrei potuto anche dire di no se non fosse che..

«Io non ci vado con quel idiota!»

«Ti do venti dollari» mi supplicò Camilla.

Ci pensai, insomma, venti dollari..
Sorrisi maliziosa incrociando le braccia.

«Trenta dollari» roteó gli occhi.

«Si, insomma..» scrollai le spalle.

«Quarta o niente» 

Le porsi la mano con un sorriso a trentadue denti, «E' sempre bello fare affari con te!»

Poi, mentre giravo nella sezione vestiti, avevo acchiappato questo meraviglioso cappellino con la scritta ''free'' in nero.
Appena le mie mani toccarono la lana altre sudice mani lo presero, e da lì partì un tira o molla.

«Hai mollato! E' mio!» esclamò il moro tenendo stretto il cappellino con un sorriso a trentadue denti sulle labbra.
Mi avvicinai minacciosa verso di lui pronta a prenderlo a schiaffi, quando alzai la mano per lasciargli un bel livido sulla guancia l'ultimo afferrò agilmente il mio polso.
Sorrise divertito mentre io mugolavo dal dolore.
«No piccola, non questa volta» sussurrò avvicinandosi, subito dopo lasciò il mio polso strattonandomi la spalla mentre mi oltrepassava.

Ho già detto che odio Louis Tomlinson?

~

Sbattei forte la porta di casa Tomlinson raggiungendo velocemente la cucina dove si trovava Camilla.

«Hai mai pensato di mettere in adozione tuo fratello?»

Lei scoppiò a ridere scendendo dal tavolo su cui era seduta mentre si passava lo smalto sulle unghie dei piedi.

«Che ti ha fatto?»

«Niente, è un idiota. Un maledetto idiota che mi ha rubato il cappellino che-» urlai, «Apparteneva a me» 
Sentì le risate di Louis al piano di sopra, la rabbia mi stava ribollendo nelle vene. Volevo salire le scale, prendere quel cappellino e soffocarci Louis.

«Mia mamma dice sempre che c'è una sottile linea che divide l'odio dall'amore» cantilenò la mora sorridendo maliziosa.
Sbarrai gli occhi dandole una pacca sulla spalla, «Se mai mi sentirai dire ti amo al tuo adoratissimo fratello sarà quando avrò sotterrato il suo corpo sotto terra. Ovviamente dopo averlo fatto fuori» sorrisi.
Subito dopo sentì una mano cingermi il collo, ehi ehi - no. Mi allontanai il piú velocemente possibile con una smorfia sul volto.

«Lo sentite?» chiesi tenendomi la pancia, «Sono i miei conati di vomito» e avvicinai due dita alla bocca per simulare l'accaduto.

Louis rise sedendosi sopra al bancone del tavolo, «E' sempre un piacere romperti le palle, Lil»

No retreat, no surrender. (louisT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora