Late night

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Prima di iniziare a leggere volevo dirvi scusa.. faccio schifo a scrivere le scene rosse quindi, perdonatemi e poi amatemi perchè sto malissimo ma voglio aggiornare comunque solo per voi! 
Bene, detto ciò..
Enjoy!

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Louis.


Porgo la tazza di thè caldo a Lil sedendomi a terra accanto a lei.
Eravamo nel bagno della mia stanza nel dormitorio del College, era passata una settimana da quando avevo litigato con Lil e sono tornato a stare alla Columbia.
Afferra la tazza annusando ciò che c'era dentro, ridacchio e «Non è veleno, è camomilla» dico lievemente.
Lei deglutsce e ne prede un sorso, gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime e le labbra piene per colpa dello sforzo fatto prima. Era già la terza volta che vomitava nel giro della notte. ''Notte'', ormai erano le quattro di mattina e Lil dalle due faceva avanti e indietro per colpa della nausea che aveva. Io non ho dormito, o meglio, ci ho provato. Ma sono rimasto sveglio a pensare a ciò che era successo quella notte, insieme a Lil, sembrava troppo bello per essere vero. Anche se lei probabilmente non se ne ricordava già.
«Stai un pò meglio?» chiedo mordendomi il labbro inferiore che non poche ore fa è stato mordicchiato e ferito dai denti di Lil.
«Ti sembra che io stia meglio?» risponde retorica, scuoto la testa e lei mi ridà la tazza di thè che riporgo subito dopo accanto a me.
«Allora.. mi spieghi che diavolo è successo?» corruga la fronte confusa, ho paura a dirglielo perchè potrebbe pensare che io stia mentendo. Ma ora lei era lì, nel mio bagno, nella mia stanza e ha dormito nel mio letto, tra le mie braccia.
Le sorrido divertito mentre ricordavo tutti quei strani avvenimenti accaduti prima e comincio a parlare.

"Entro mano a mano con Charlotte dentro quel buco di discoteca dove ero solito andare. 
L'ultima volta è stata quando mi ha fatto fare un lavoretto in bagno ed è successo quel sgradevole episodio insieme a Lil.
Mi siedo su un divanetto con addosso Charlotte che mi divora il collo facendo strusciare la sua lingua ovunque.
Al centro della pista c'è un casino assurdo, sembra che qualcuno stia facendo il ''keg stand''.
Vedo un paio di gambe femminili in aria, suppongo sia una ragazza. Molto coraggiosa. Penso mentre un gemito mi fuoriesce dalla bocca quando le mani di Charlotte mi sfiorano il cavallo dei pantaloni.
«Andiamo in bagno» mi sussurra all'orecchio, annuisco e ci alziamo. Cerchiamo di attraversare quella marea assurda di gente che urla e incoraggia la ragazza.
Charlotte mi tira dentro il bagno quando «Lil! Lil! Lil! Lil!» comincia ad urlare la folla. Penso subito che è una coincidenza ma lascio comunque la mano della mora e mi infilo nella folla, il mio sesto senso non mi tradisce di nuovo e incontro gli occhi marroni della ragazza che ha appena finito di bere.
«Ma guarda chi si vede» esclama sorridendo. Mi sta sorridendo e questo vuol dire solo una cosa: è ubriaca.
«Sta diventando davvero un vizio bere» le dico avvicinandomi, la folla sta tornando a fare ciò che faceva prima lasciando un pò di privacy a me e a Lil.
«A te comunque non devo nessuna spiegazione» sussurra avvicinandosi pericolosamente a me, comincia a giocherellare con il colletto della mia camicia facendosi scappare qualche sorriso malizioso.
«Sei da sola?» le chiedo curioso, lei si stacca da me incrociando le braccia. «Forse» ridacchia. «O forse no» si porta il dito al lato della bocca fingendosi innocente, mi mordo il labbro inferiore sentendomi già eccitare. E' incredibile come ci riesca senza ''toccarmi'' come di solito preferisce fare Charlotte, o Steasy.
«Intendi andare a casa? Vuoi che ti accompagni?» mi offro educatamente. L'unica cosa che voglio è starle più vicino, insomma, è una settimana che non la vedo e in un certo senso.. mi è mancata. 
«Non mi servi tu, io non dipendo da te» mi punta il dito contro ridendo fragorosamente.
«Ne sono sicuro Lil, ma tu non sei nelle condizioni di uscire da qua da sola» affermo prendendole delicatamente la mano e avvicinandola a me, quasi dimentico che Charlotte è alle porte del bagno ad aspettarmi. Ma questo poco m'importa.
«Portami a fare dei giri tu, Tomlinson» ridacchia facendo sfiorare i nostri nasi, sento il fiato accorciarsi e mi tenta l'idea di baciarla. Ma mi trattengo e le sorrido. «Non me lo farò ripetere un'altra volta.» sussurro tirandola dietro di me mentre lasciavamo quella squallida discoteca insieme.
Appena siamo fuori si scrolla la mia mano e si getta a terra, preoccupato mi metto accanto a lei appoggiando una mano sulla sua schiena. «Tutto ok? Devi vomitare?» chiedo.
Lei sospira profondamente per poi alzarsi, provo ad avvicinarmi ma Lil mi spinge via. «Io non sono una fottuta bambina e non mi servi tu. Io ti odio» borbotta indicandomi, la sua voce non è per niente convinta e il dito non fa altro che traballare. Così come lei stessa. «Io ti odio» ripete ridacchiando.
Annuisco e riprovo ad avvicinarmi, questa volta non mi rifiuta e si fa afferrare la mano da me. «Lo so questo, Lil» rispondo divertito. «Ora ti porto a mangiare un panino, così ti passa un pò la sbornia» le dico cauto, come una mamma con i suoi bambini.
Lei non parla, sta zitta e si fa guidare da me.

No retreat, no surrender. (louisT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora