Wrong Choices

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Mi spiace se il capitolo fa altamente schifo!
Detto ciò, buona lettura.

«Signorina Marin?» sento qualcuno sussurrare, lo sento come un ronzio così rimango ancora a sonnecchiare.
«Signorina Marin?» il ronzio è più forte, decido di aprire lentamente gli occhi, mi ritrovo davanti il professor Foster, i suoi occhi mi stanno scrutando e ciò mi mette terribilmente a disagio.
E poi capisco.
«Cazzo» scatto in piedi, la lezione di Letteratura è appena finita e ho dormito per tutto il tempo. Fantastico.
«Scusami» ridacchia Ray spostandosi verso la cattedra, raccolgo i libri e i quaderni e li rimetto dentro la borsa raggiungendo il mio professore.
«Mi scusi io, è stata una nottata davvero pesante» dico.
Dopo essermi addormentata di nuovo tra le braccia di Louis dopo avergli fatto il ''regalo'' me ne sono dovuta andare a mezzanotte e studiare fino le tre di mattina dato che avevo passato il giorno a dormire. Sono letteralmente sfinita e ho bisogno di una grande dose di caffeina.
«Hai due grandi occhiaie, tutto ok?» mi chiede cordiale Ray, annuisco regalandogli un leggero sorriso.
«Ho studiato per tutta la notte, non è per niente okay» rispondo facendolo ridere, si sta rigirando tra le mani del thè, o caffè, o cappuccino. Non ho idea di cosa sia, ma la voglio.
E infatti Ray se ne accorge e «Vuoi?» mi porge il bicchiere di plastica, strabuzzo gli occhi e lo afferro. «Grazie, davvero!» affermo toccandogli la spalla.
«Figurati» afferra la sua borsa a tracolla e «Ora devo proprio andare, a domani Lilian» si rimette gli occhi e con un cenno di capo se ne va. E' così affascinante.
Scuoto il capo e mi risveglio, è meglio andare in caffetteria.
Entro e mi guardo intorno, è così pieno.
Trovo in un tavolo una chioma marrone, occhi azzurri, barbetta. Louis. A passo svelto lo raggiungo e mi getto a sedere accanto a lui.
«Sono state le due ore più strazianti della mia vita» gli comunico, Louis mi sorride e mi stampa un bacio sulla guancia come saluto. Okay, ora sto decisamente meglio.
«Caffè?» mi chiede riferendosi al bicchiere tra le mie mani, annuisco e «Me lo ha regalato il mio Professore di Letteratura» dico per farlo ingelosire, Louis si porta il labbro tra i denti divertito poi mi afferra delicatamente la mano e si gira indicandomi due ragazze che non facevano altro che fissarlo.
«Le vedi quelle due?» chiede, annuisco. «Prima che arrivassi sono venute a flirtare con me e mi hanno chiesto tra giri e giri di parole con molti doppi sensi se venivo a letto con loro» canzona lasciandomi il polso, spalanco leggermente la bocca, scherza vero?
«E tu?» gli chiedo inumidendomi le labbra.
Il suo silenzio dice più di quanto dovrebbe, roteo gli occhi e afferro un pò troppo forte il caffè che avevo lasciato sul tavolo. Sposto con un troppa forza la sedia e me ne vado a passo deciso intanto che sento alle mie spalle le risate divertite di Louis e il mio nome ripetuto varie volte. Che bastardo che è.

Domani ho un test di Matematica e mi ritrovo a studiare ancora, è una palla il College.
Chiudo arrendendomi il pc e mi alzo afferrando la mia borsa a tracolla, appena esco e attraverso mezzo corridoio vado a sbattere contro la persona che avevo intenzione di ignorare.
«Camilla!» affermo strabuzzando gli occhi, prima che possa rispondere provo a scappare sviandola dalla parte sinistra ma lei si posiziona davanti a me, provo a destra ma fa la stessa cosa. Sbuffo e incrocio le braccia. «Ok, sono in trappola» mormoro.
«Non ho tempo per i tuoi problemi da teen-ager con il ciclo, devi aiutarmi!» esclama arrabbiata.
Rimango accigliata per il suo nomignolo e «Va bene, dimmi. Ma muoviti, devo andare in biblioteca.» dico.
«Ho fatto sesso con Luke ieri.» mi informa, strabuzzo letteralmente gli occhi e «Camilla! Non voglio sapere dei tuoi rapporti sessuali con Luke!» le do una leggera pacca sulla spalla incitandola a smettere.
Lei corruga la fronte ma non si ferma e «E non capisco perchè ma non mi sono eccitata, ho anche dovuto fingere un orgasmo!».
Mi tappo le orecchie e ''gentilmente'' la strattono oltrepassandola. «Devo davvero andare in biblioteca, racconto interessante però!» le dico prima di voltare l'angolo e scendere le scale. Oh mio dio.
E' stato sicuramente uno degli incontri più imbarazzanti di tutta la mia vita. 
Appena esco dalla confraternita femminile e penso di essere libera trovo Louis salire le scale per entrare.
«Oh, ma guarda chi c'è. La puttanella della Columbia» affermo incrociando le braccia, Louis scoppia a ridere e si passa la lingua tra le labbra.
«Sei così divertente che mi fai venir voglia di strapparmi gli occhi con le mie stesse mani» ribatte a tono.
Corrugo la fronte divertita e «Fai pure, non ti trattengo.» scrollo le spalle, prima che possa ignorarlo di nuovo e andarmene mi tira dai fianchi facendo scontrare i nostri petti.
Il suo profumo alla menta mi invade le narici e vorrei restare così per tutta la mia vita.
«Mi eccita quando mi insulti» sussurra sensualmente al mio orecchio, rabbrividisco e rido.
«Tu sei malato» affermo provando a staccarmi da lui, ma la sua presa è troppo forte.
«Mi sei mancata questa mattina» sorride.
Resto in silenzio per vari secondi e vorrei mordermi la lingua per non rispondere ma «Anche tu» ammetto.
Mi stampa una scia di baci sulla guancia facendomi ridere, me lo scrollo di dosso con uno spintone e «Ora devo andare in biblioteca» lo informo.
«Mh. Suona interessante» commenta sarcastico, scuoto il capo divertita e scendo le scale dandogli le spalle. «Fottiti, Tomlinson» urlo per farmi sentire, lo conosco così bene che so che ora mi sta sorridendo. Dio quanto lo amo.

No retreat, no surrender. (louisT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora