I giorni restanti della settimana volarono via, ogni contatto con Cassie riuscì ad evitarlo così come quello con Ray o di ogni altro essere vivente. Non avevo voglia di fare niente, nemmeno di respirare. Mi sento a terra, con addosso un peso enorme e troppo debole per sopportarlo.
Mi mancava Harry, Camilla e la mia vita di prima. Sopratutto mi mancava Louis, quanto l'aria. Non riuscivo ad andare avanti, e detto così sembrava una battuta presa da un film. Ma ora come ora riesco a capire quelle squallide attrici in lacrime mentre pregano il ragazzo che amano di restare, seppur sono lacrime finte e quelle sono solo cazzate progettate per essere dette.
Ma chissà come, non potevo fare a meno di immedesimarmi in Titanic. No, non mi sentivo Rose. Bensì la nave che seppur forte e indistruttibile era finita sott'acqua e l'unica cosa che rimaneva di essa erano i ricordi.
Disegnavo stupide "L" sui libri che studiavo ed evitavo di andare a lezione per non vedere il mio Professore, anzi, non uscivo proprio dalla mia stanza se non quando entrava Cassie, e quando lo faceva mi nascondevo in bagno. Suonava stupido e da bambina eppure era una atto efficace dato che lei non mi cercava mai lì. Una volta, nascosta bene bene dietro la porta di legno, sentì la voce di Cassie sbuffare e dire "Che peccato, non c'è mai" e "Meglio, no?" dalla vocina squillante e tremendamente sensuale di Louis. Subito dopo dei fastidiosissimi gemiti mi invasero le orecchie, si stavano solo baciato - e spero solo quello - ma non riuscì fare a meno di tapparmi l'udito e trattenermi dal piangere, ancora.
Ma la cosa che mi feriva di più, oltre ai bacetti origliati oppure dei suoi sorrisi sul telefono per colpa di un suo messaggio, erano le notti in cui non tornava in camera. Perchè ciò voleva dire che rimaneva da Louis, e sicuramente di notte non giocavano a carte.
Tutti i santi giorni, appena suonata la sveglia, mi ripetevo di andare avanti, di cambiare pagina e, anzi, di bruciare l'intero libro come aveva fatto Louis; Ma come si fa a bruciare il proprio libro preferito?
Come si fa a dimenticare la persona con cui hai condiviso di tutto? La persona a cui avresti donato la tua stessa vita? Impossibile, ecco come.
Eppure, dopo ben cinque giorni passati rinchiusa in camera, appena suonata la sveglia ero scattata in piedi pronta ad affrontare un giorno scolastico. Ero pronta ad andare a lezione assieme a Cassie, a pranzare con lei se non c'era Louis, a uscire con lei e a fare ciò che una normale ragazza di vent'anni fa.
Tuttavia, appena fui in piedi notai che il letto di Cassandra non era disfatto, questo vorrà dire che è da Louis.
Okay Lil, scaccia quei maledetti dolori allo stomaco, alzati e dimostragli che non dipendi da lui. Bugiarda.
Presi un lungo sospiro e cominciai a spogliarmi, essendo sola non dovevo andare in bagno.
Tolsi il pantaloni-pigiama afferrando i primi leggings che mi passavano per le mani, essendo pigra non mi andava di vestirmi all'ultima moda come fanno le ragazze di questo College, tutte con i vestiti Gucci, Prada, Vintage e mazzi e cazzi, seriamente.
Appena presa tra le mani l'enorme felpa che avrei indossato la porta si aprì, doveva essere Cassie.
«Ti stavo aspe-» cominciai a parlare, girandomi. Ma non era solo la mia adorabilissima compagna di stanza, assolutamente no, con la sfiga appiccicata alla schiena, c'era pure Louis. Ma naturale! Proprio quando io sono mezza nuda lui doveva entrare, con la sua attuale ragazza. Davvero carino il destino, e molto gentile tra l'altro.
Cassie spinse velocemente Louis fuori chiudendogli la porta in faccia e, tutta rossa, poi si voltò verso di me. «Scusa!» disse subito, «Pensavo dormissi» si giustificò.
Tirai giù una risata infilandomi velocemente il capo d'abbigliamento e «Tranquilla» sospirai. Manco fosse la prima volta che mi vedesse in reggiseno, solo che era la prima dopo che abbiamo rotto e lui stava con un'altra persona.
Dopo tutto mi chiedevo se la tradiva con Charlotte.
Charlotte! Chissà come stava, assieme a Steasy, forse loro sapevano dove si era cacciata Camilla. Avevo provato a chiamarla ma aveva cambiato numero e chiederlo a Louis proprio no.
«Allora, andiamo a lezione insieme?» chiese subito dopo, abbozzando un sorrisino supplicante.
Mi infilai le scarpe per poi prendere la borsa e riempirla di libri, «Certo» risposi. Dovevo essere amichevole e poi non sembrava così male, se omettiamo il fatto che si porta a letto il mio ex ragazzo.
Appena andai ad aprire la porta mi ritrovai Louis davanti.
Ah, certo! Ovviamente stava fuori ad aspettare la sua adorabile fidanzatina per scambiarsi dolcissime effusioni prima di separarsi per le lezioni. Pure la rima faccio, una buffona nei pub dovrei fare. Almeno avrei un lavoro e potrei prendermi un bellissimo appartamento in città e lasciare il College vivendo di cazzate.
Ma di che diavolo sto parlando?!
Mi sono rincretinita in questi ultimi mesi, oppure diciamo da quando ho rivisto Louis. E se proprio vogliamo essere il massimo della sincerità è proprio lui il centro dei miei pensieri, o di qualsiasi altra cosa che completi il mio inutile mondo.
Rimasi paralizzata per vari secondo prima che lui abbassi lo sguardo e si sposta, «Oh, Lou, sei ancora qui» squittì Cassie afferrandogli la mano tutta pimpante.
«Non andavamo a lezione insieme?» chiese ovvio.
Alt, alt, alt.
Lezione? Insieme? Lui fa letteratura? E da quando?
«Come?» intervenni io, alzando finalmente gli occhi e incastrandoli in quelli di Louis seppur la mia domanda era verso Cassie.
Ma perchè mi devo ridurre così ogni santa volta: prima dico di doverlo dimenticare e poi lui si presenta, come se volesse ricordarmi che esiste e non posso andare avanti con la mia santissima vita e devo passare il resto dei miei giorni a vedere lui felice con una ragazza che non sono io.
Mi sento bloccata in un vortice di tristezza e solitudine destinata ad essere amareggiata fino a quando il mio cuore non si fermerà.
Ed è uno stato alquanto deprimente, da certi punti di vista: ovvero tutti.
«Oh, non te l'ho detto? Louis si è iscritto a Letteratura, cioè» ridacchiò, divertita, «L'altra volta ho scoperto la sua innata dote per la scrittura e per il gusto dei libri così gli ho detto che se veniva a lezione con me sarebbe migliorato e mi ha dato ascolto» spiegò dolcemente. Finsi una risata infastidita e nella mia testa cercai una scusa per evitare la lezione con Louis, così «Cavolo, dopo ho un test di Storia, è meglio che vado a studiare, sai» sbattei una mano sulla fronte come se mi fossi dimenticata qualcosa.
Il volto di Louis non è convinto, infatti sa che sono pessima nel mentire, invece Cassie è dispiaciuta. Poverina, sembra tanto una brava ragazza con cui stringere amicizia.
«Ci vediamo in caffetteria?» proposi, stringendo i denti. Ma con quale parte del cervello ragiono!
«Sicuro! Ci vediamo!» squittì sorridendo, mi lasciò un amichevole bacio sulla guancia per poi andarsene mano a mano con Louis e lasciarmi in piedi come una stupida.
Mi girai verso i due piccioncini che se ne stavano andando e appena scorsi gli occhi azzurri di Louis nei miei, riuscì a sentire il cuore scoppiare nel petto. Si era voltato a guardarmi, oh dio mio.
Sospirai e, non appena i due innamorati voltarono l'angolo sparendo dalla mia vista, mi accasciai a terra stufa di quella merda di situazione.
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No retreat, no surrender. (louisT)
Fanfiction« C'è stato un periodo della mia vita in cui ho creduto che nulla fosse più forte dell'amore. Certo, è forte, ma la sua forza è minuscola e impallidisce davanti al fuoco dell'odio. » - carlos ruiz zafòn Sto correggendo la storia e riscrivendo alcuni...