"Blue eyes"

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Sentì delle sedie spostarsi, del profumo forte mi invase le narici, l'aria frizzante di Ottobre mi punzecchiò la pelle obbligandomi ad aprire gli occhi.

«Sei sveglia» la voce squillante di Cassie mi provocò una forte emicrania, ma perchè non potevo avere un'altra coinquilina?

«Eh già» sbuffai spostando le coperte da dosso e guardandomi intorno ancora stanca e imbottita di sonno.

«Allora, andiamo a lezione insieme? Ho visto che anche tu hai Letteratura» domandò elettrizzata, era già vestita e i capelli erano portati in alto in una coda sbarazzina. Tipico, Louis adorava quando mi facevo anch'io così la coda, diceva che era "eccitante".

Okay, devo davvero smetterla di pensare a Lou- Tomlinson, a Tomlinson.

«Ehm» balbettai mordicchiandomi il labbro inferiore, ero ancora troppo confusa e di mattina non riuscivo proprio a ragionare.

Poi come potevo dire alla nuova ragazza del mio ex ragazzo di cui sono ancora terribilmente infatuata - se non di più - che non volevo essere sua amica? Non credo esista un modo.

«Sì, va bene» tirai su un sorrisino che però pareva sempre di più una smorfia.

Erano passati tre giorni da quando avevo trovato la maglietta di Louis, che stava dentro la mia valigia, bruciare dentro il cestino della spazzatura.

E' stato un pensiero carino alla fin dei conti, voleva dire che un pò gli importava di me, no? Cioè, forse non nel modo più positivo ma stava dando importanza alla mia presenza con questi gesti trasgressivi.

Mi alzai dal letto afferrando dei vestiti e mi chiusi in bagno, la voglia di andare a lezione era pari a zero. Sopratutto vedere Ray, l'ultima volta appena arrivata davanti alla classe mi ero tirata indietro e così via fino ad oggi. Cazzo, che fifona.

«Lil? Sei viva?» ridacchiò Cassie dall'altra parte della porta, sbuffai silenziosamente e, vestita un pò alla cavolo, uscì afferrando velocemente la mia borsa e infilandoci i primi quaderni e libri che vidi.

«Andiamo» la sorpassai uscendo velocemente dalla stanza con dietro la rossa che mi seguiva. Ci teneva davvero così tanto ad essere mia amica? Che palle.


«Allora.. tu e Louis vi conoscete da tanto?» domandò mentre salivamo le scale del College, cominciavo già a sentire l'agitazione scuotermi ogni membra del corpo e il cuore che si ritorceva contro la cassa toracica. Che qualcuno mi fermi!

«Huh? Sì, io e Louis ci conosciamo da tipo.. uhm, un anno» dissi disinteressata dal suo discorso, ora ci si metteva pure lei, vaffanculo.

«E com'è stata la vostra relazione?» chiese all'improvviso, mi fermai in mezzo al corridoio e corrugai la fronte.

«Relazione?»

«Sì, intendo.. la vostra amicizia. Ho detto qualcosa che non va?» ridacchiò, scossi il capo e la raggiunsi scrollando le spalle. «Io e Louis non eravamo amici» tagliai corto sorpassandola. Da una parte era la verità, perchè ai primi tempi c'era odio puro ma poi.. si beh, non ho mai avuto l'occasione di avere Louis come amico.

Chissà com'è, mh.

Comunque, entrai di getto in classe e sentì tutti gli occhi su di me, c'era chi ridacchiava e chi sussurrava dei "è lei" oppure "con che coraggio è venuta?", allora voltai lo sguardo verso la lavagna e capì del perchè per tutto il tragitto tutti mi fissavano esterrefatti.

In grande e grosso c'era scritto "Lilian Marin cocca del Prof anche a letto" e riconobbi subito quella scrittura, quelle L scritte un pò male e il mio cognome sottolineato e la mia testa non poteva altro che gridare un unico nome: Louis Tomlinson.

Un secondo, ci pensai solo un secondo di uscire e andare da lui per prenderlo a schiaffi ma gli avrei dato troppa importanza, sarei risultata patetica e lui avrebbe raggiunto il suo scopo.

«Oddio, sai chi è stato?» si avvicinò a me Cassie, realmente preoccupata. Sospirai e «Non ne ho idea» mentì.

Raggiunsi a passo tranquillo il mio banco e mi sedetti, come se in quella lavagna in poche parole non ci fosse scritto che io, Lilian Marin, ero una puttana.

«Salve a tutti» entrò Ray, con i suoi soliti occhiali da sole. Appena i suoi occhi incontrarono i miei non potei fare a meno di sentirmi terribilmente a disagio, così tanto da abbassare lo sguardo e fingere che non fosse successo niente.

Ray si voltó verso la lavagna e, velocemente, cancellò la scritta. «Chiunque fosse stato ad accusare una nostra alunna di una cosa così grave, coinvolgendomi anche nella storia, avrà dei problemi» disse severo il Professore. C'era silenzio, nessuno osava ribattere o ridere e per tutta l'ora non feci a meno di pensare a cosa avrei fatto ora dal momento che tutta la classe di Letteratura credeva andassi a letto con Ray. Cazzo.


Dopo che finì la lezione, ovvero due ore dopo, cacciai alla cazzo i quaderni dentro la borsa e mi alzai di scatto, l'unica cosa che volevo era andarmene. Lo sentivo che sarebbe stato un giorno di merda.

«Allora, andiamo a mangiare insieme?» mi propose Cassie raggiungendomi, tirai su un sorriso e «Non ho tanta fame ma ti accompagno» risposi gentilmente, dovevo fare una cosa.

Ray era occupato a prendere dei fogli sotto la cattedra così ne approfittai per sgattaiolare via assieme alla rossa.

«E' stata una lezione interessante, che ne dici?» attaccò il discorso Cassandra, feci un cenno con il capo come risposta e tornai a ignorarla. Davvero non capiva che di essere sua amica proprio non mi andava? Dovrei dirglielo? E che cazzo.

In pochi minuti fummo davanti alla caffetteria. Dall'ultima volta che l'avevo vista l'hanno ristrutturata ed è più grande e vasta, entrammo e cominciai a sentire le gambe molli dall'agitazione e rabbia.

«C'è anche Louis, spero non ti dia fastidio» mi sussurrò Cassie mentre ci avvicinavamo, al tavolo erano situate già alcune amiche della rossa che flirtavano deliberatamente con il moro, peccato che Cassandra non se ne stesse accorgendo.

«Amore» disse l'ultima baciando leggermente il suo.. ragazzo, appena i suoi occhi guizzarono verso di me.. mi sentì morire, come se mille spade mi stessero trafiggendo il corpo e non potessi morire così da dover subire questa tortura per tutta la vita.

Mi stava ignorando, continuava a fissare gli occhi verdi come i miei di Cassie e «Dai, siediti» mormorò la rossa.

Scossi il capo e tirai fuori dei soldi, velocemente li sbattei sul tavolo nella direzione di Louis facendogli alzare lo sguardo. Ora, irrimediabilmente, i nostri occhi erano incastrati l'uno dentro l'altra. E, io, irrimediabilmente, mi sentivo una povera vittima. Perchè quegli occhi, di un color ghiaccio assurdo, avevano il potere di stregarti e avvelenarti, di scioglierti e di congelarti, di ucciderti e di salvarti. Erano il veleno e la cura, erano il buono e il male, erano l'inferno e il paradiso, erano me e lui.

«Ora siamo pari» sussurrai, la mia voce apparì spezzata come se fossi sull'orlo di piangere.

Senza dire nient'altro mi girai interrompendo all'improvviso il contatto visivo e me ne andai.

A/N:

Sto aggiornando dal telefono perché il pc si è rotto ed è in riparazione. Preghiamo per il mio computer! amen hahaha
Comunque, ci ho messo un pó perché sono uscita tutti i giorni per tutto il giorno e si esco anche oggi ma ho deciso di fermarmi dieci minuti solo per voi!
Avete commento in poche nello scorso capitolo.. ci sono rimasta male perché ci sono molti mi piace e vorrei che quelle che mettono mi piace lasciassero anche un piccolo commentino.
Anyway, spero vi piaccia! ♥
Niente anticipazioni, mi spiace, dal telefono è brutto aggiornare!

domanda: cosa avete fatto in questi giorni? io sono andata al mare, al cinema, sono uscita anche di sera e vi giuro, mi sto divertendo tantissimo! spero anche voi!











No retreat, no surrender. (louisT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora