"I wish that i could wake up with amnesia"

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Era come se ogni cosa intorno a me si fosse fermata, come se fossi l'unica persona in quella stanza. Riuscì a sentire i battiti del mio cuore contro la cassa toracica: bum, bum, bum. Aumentavano e poi rallentavano di nuovo. Il respiro rallentò e riuscì a sentire le mie mani tremare, le portai davanti agli occhi e mi accorsi di star sudando. Mi sentì come catapultata sulla luna, con un calcio. 

Io non chiedevo di essere ricambiata, perché col tempo ho compreso che se una persona non t’ama non puoi farci niente, che devi fartene una ragione, devi andare avanti, devi accettare la realtà così com’è, perché non si può rimanere incatenati a qualcuno se questo non ti vuole. Non chiedevo neanche meno litigi, perché in un modo o nell'altro caratterizzavano il nostro rapporto. Io non chiedevo niente di tutto questo, ma soltanto un piccolo piacere: non essere dimenticata.

Ma l'aveva fatto, lui l’ha fatto. Lo vedo oggi quando mi guarda, perso nel vuoto, senza emozioni, e sento che non c’è più nulla che ci lega. Lo vedo quando mi avvicino ma non mi sfiora più, non mi tocca più. Quando agli altri diceva che gli piaceva guardare negli occhi, mentre una volta lo diceva a me, soltanto a me, diceva di amare tanto i miei occhi. Lui ha dimenticato tutto: i baci rubati, persi, negati. Gli abbracci stretti, gli occhi lucidi e le serate che sembravano non finire mai. Ha dimenticato addirittura le promesse, le sue, forse anche le mie. Le scuse, le mani, le magliette, i pianti e le risate, le discussioni, gli sguardi, i profumi, ciò che abbiamo condiviso e ciò che siamo stati. Ma soprattutto, più di qualsiasi cosa, più di tutto, ha dimenticato me.

E per così tanto tempo, per un anno avevo sperato che non lo facesse, che una parte di lui restasse ad aspettarmi. Ma a cosa pensavo? Lui voleva una vita, voleva una famiglia, e sicuramente io non potevo dargli nulla di tutto ciò. 

Le mani sudavano, il cuore saltò in gola, ogni cellula del mio corpo cedette ma nemmeno una lacrima rigò il mio viso. E fu la cosa che più mi stupì. 

Espira. Inspira. Espira. Inspira.

Posso farcela.

Espira. Inspira. Espira. Inspira.

Mi voltai verso Charlotte e, con una forza inaudita, tirai su un sorriso.

«Fantastico» mormorai, la mia voce uscì fievole e calma. «Quand'è il grande giorno?» incrociai le braccia.

Sembrò alquanto sorpresa, infatti corrugò la fronte e si avvicinò a me, come se avesse appena visto un fantasma. E probabilmente ne aveva davvero l'aspetto. Ero ridotta malissimo.

«Lil, scherzi vero? Non puoi permettere che quei due si sposino!» sbraitò. Era cambiata, prima era tutta civettuola. Ora sembrava.. quasi dalla mia parte. Cosa impossibile dato che quando io stavo con Louis lei non vedeva l'ora di farmi fuori. Ops, forse ho usato le parole sbagliate, ma il concetto era quello.

Finsi una risata e «Cosa dovrei fare? Andare da Louis e pregarlo di lasciare Charlotte per me? Notizia del giorno: Tomlinson mi odia» sospirai.

«Stai scherzando vero? Avanti, lui non può odiare te! Voi siete.. epici!» sventolò le mani di fronte ai miei occhi. Okay, questo lato di Charlotte non l'avevo mai visto.

«Charlotte, io e lui abbiamo rotto, si sta per sposare per l'amor del cielo!» la sorpassai mettendomi le mani tra i capelli.

«Senti, lo so, sono stata proprio una stronza ma anche tu sei una stronza e lui pure, diamine, voi due dovete stare insieme!» cercò di spronarmi, ma non cambiavo idea. Non mi sarei avvicinata a Louis per niente al mondo.

«Charlotte, stop» mi voltai verso di lei, «Io e Louis eravamo troppo diversi e la nostra relazione era un completo disastro, non sarebbe funzionata comunque. Ora sta con Cassie ed è felice, mi basta questo» dissi tranquillamente, mentre sentivo le crepe crearsi dentro di me.

No retreat, no surrender. (louisT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora