Di solito sono sempre stata una persona dal sonno pesante, non riuscivo mai a svegliarmi presto e mia madre era obbligata a buttarmi letteralmente giù dal letto. Ma quella mattina, ovviamente, dopo aver pensato e ripensato alla discussione avvenuta la sera prima, il sonno era scomparso.
Dovevano essere all'incirca le sei di mattina e chissà come mi ritrovai fuori casa ad aspirare l'aria fresca che circondava New York.
Non faceva così freddo non ostante fosse Ottobre.
Mi riducevo sempre così, sempre a pensare a Louis. Come se fosse il centro del mio mondo, anzi, togliamo "fosse". Lui lo è, per davvero.
Ma le cose dovevano cambiare, io dovevo cambiare. Lui stava per sposarsi con Cassie e non con me, quindi l'unica cosa rimasta da fare era accettarlo e andare avanti.
Ma come si dice "parli del diavolo e spuntano le corna", difatti, non appena rientrai a casa per prendere la mia roba e tornare al Campus, dalla sua stanza usciva Louis.
Era così dannatamente bello tutto assonnato e con i capelli scompigliati.
Stava versando del thè dentro a due tazze, una per lui e una per Cassie, presupposi.
«Buongiorno» balbettai un pò impacciata, alzò lo sguardo e fece un cenno. Maledizione, approccio sbagliato.
Okay, dovevo smetterla. Si vedeva da come si comportava che non gli fregava nulla di me.
Scossi il capo e lo oltrepassai per raggiungere le scale dove stava scendendo proprio in quel momento Cassie. Con solo una maglietta addosso. Ma che diavolo di sfiga ho!
«Oh, ciao» sorrise.
Fa anche la gentile con me non ostante io le abbia praticamente dato della bambolina malformata.
«Buongiorno» risposi rapidamente, salendo al secondo piano. Entrai dentro la stanza di Camilla e dopo essermi tolta la tuta che mi aveva prestato la mora per poi indossare i miei normali vestiti, tornai di sotto pronta a congedarmi.
Sperai vivamente che i due mi ignorassero, anzi, che Cassie mi ignorasse così da lasciarmi andare senza nessun imbarazzantissimo saluto da compagne di stanza, ma «Oh, ma già vai via?» squittì la rossa.
«Sì, devo» mentì fingendo una piccola risata dispiaciuta. Cassie e Louis erano in cucina, lei tra le braccia di lui che sorseggiava tranquillamente del thè. Poteva la cosa irritarmi più di quanto già non lo facesse? Oh sì, poteva eccome.
«Non resti nemmeno a fare colazione con noi?» corrugò la fronte.
Una scusa, una scusa!
«Vorrei tanto» mi mordicchiai il labbro, «Ma ho un incontro.. un incontro molto.. uhm, importante» la gettai giù come mi veniva.
«Un appuntamento quindi? Ohh, che dolce» ammiccò Cassie.
Ma cos'è, stupida? Insomma, non la conoscevo tanto ma lei non sembrava per niente una nuova Charlotte. Anzi, dai voti è molto più intelligente di me, anche se per esserlo non ci vuole molto.
«Oh no, hai capito male. E' un incontro con un.. professore!» e mollami! Pensai nervosamente.
«Oh, va bene, come non detto» scrollò le spalle. Alleluja! «Chi è il Professore? Per caso Ray? Sembrate così in sintonia» sorrise.
Roteai gli occhi e «Ma non hai un matrimonio a cui pensare tu?!» sbottai per poi uscire da lì rapidamente.
E quando ci vuole, ci vuole!
Louis Pov.
Cassie si voltò verso di me con la fronte corrugata e «L'ho fatta incazzare?» chiese divertita.
STAI LEGGENDO
No retreat, no surrender. (louisT)
Fanfic« C'è stato un periodo della mia vita in cui ho creduto che nulla fosse più forte dell'amore. Certo, è forte, ma la sua forza è minuscola e impallidisce davanti al fuoco dell'odio. » - carlos ruiz zafòn Sto correggendo la storia e riscrivendo alcuni...