Brook raccolse un fiore dal prato, per poi posare nuovamente la testa sulle sue mani.
Lei e Riccardo erano stesi nel parco, che ormai era diventato il loro punto di ritrovo.
"Sei felice?" gli chiese ad un tratto, ruotando lo stelo della margherita fra le dita
"Mh?" Riccardo si girò verso di lei. Erano le cinque del pomeriggio, avevano deciso di godersi le ore di sole al meglio, sotto gli alberi in fiore. Brook lo guardò, mordicchiandosi le labbra sovrappensiero "sono con te, quindi sì" lei sorrise, le ciglia lunghe e nere si serrarono "perchè me lo chiedi?"
"Nessun motivo" rispose tranquilla. Sentì le labbra sulle sue e ricambiò il bacio istintivamente.
"Ti amo così tanto Brook" le spostò un ricciolo ribelle dal viso.Lei si sentiva tremendamente in colpa e si limitò a sorridere.
"Si sta facendo tardi" disse mettendosi seduta, passandosi una mano fra i capelli. Stava cercando di evitare il suo sguardo.
"Già. Forse è meglio andare" si alzarono. Per fortuna, Riccardo non si era reso conto del distacco attuato da Brook.
Lei stava tanto bene con lui. Era serena, si sentiva amata e protetta; eppure c'era qualcosa.
Qualcosa che mancava in Riccardo, qualcosa che, perlomeno, lei non aveva ancora trovato.
Aveva deciso di concedersi un po' di tempo per conoscerlo ancora meglio, interessandosi anche alle risposte alle domande più insignificanti.
Eppure quella che gli aveva posto non lo era per niente, perchè solo in quel momento si rese conto di non essere in grado di rispondere.
Non si intende con un semplice 'sì perchè', 'no perchè', ma in un senso più generico.A distrarla da quei pensieri furono i rumori della città.
"Posso accompagnarti se vuoi"
"Non preoccuparti, so che dovresti fare una strada completamente diversa" Riccardo le sorrise
"Allora ci sentiamo" lei annuì. Si scambiarono un ultimo bacio e lui attraversò verso il marciapiede opposto.
Brook sospirò inserendo le mani nelle tasche del suo jeans, dondolandosi sulle gambe prima di iniziare a camminare. Lo guardò per un po' allontanarsi sempre di più dalla sua visuale.
Camminando verso la fermata dell'autobus passò di fronte al Berry's, il bar dove lavorava Niall.
Si guardò intorno come se l'aiutasse a decidere cosa fare, poi decise di passare di lì.Spinse la porta di vetro con il sorriso sulle labbra. Parlare con lui l'avrebbe sicuramente aiutata a scaricare la tensione. Poi però, i suoi muscoli si bloccarono.
La prima persona che vide fu proprio Niall, con i le mani appoggiate sul bancone del bar a reggere il peso del suo busto proteso verso una macchina fotografica. Sollevò la destra solo per scostarsi i capelli ricaduti sul viso con un movimento veloce. Arielle rideva, evidentemente mostrandogli i loro ultimi scatti. Brook la vide indicare un particolare punto dello schermo.I suoi piedi camminarono all'indietro, al terzo passo i talloni si piantarono bruscamente a terra.
In quel momento Niall alzò lo sguardo, e raddrizzò la schiena.
Lei si girò velocemente senza emettere il minimo suono, e si chiuse la porta alle spalle.Le si era tolto il sorriso.
"Brook!" Si sentì chiamare. Accellerò il passo con gli occhi puntati sulle sue scarpe. Niall le strattonò il braccio. Lei guardò in alto mordendosi le labbra prima di guardare lui. Aveva un leggero fiatone che usciva a sbuffi quasi inudibili dalle labbra socchiuse.
"Non volevo interrompere"
"Non hai interrotto nulla"
"Non farla aspettare"
"Brook-"
"Scusa Niall. Non so davvero cosa mi sia preso" le dita del ragazzo si strinsero al suo braccio "non mi va di parlare adesso" lo guardò nuovamente, il cuore le batteva all'impazzata. Niall abbandonò la presa e la guardò correre via.
Si passò le mani sul viso, inserendo le dita nei capelli che poi si arruffò e 'mi farai impazzire', pensò.Brook era buttata sul letto stringendo il cuscino e fissava le foglie dell'albero fuori dalla sua finestra muoversi stimolate dal vento estivo.
Le immagini di quel pomeriggio continuavano a ritornarle in mente, e quasi non si accorse del materasso piegarsi accanto a lei. Strinse il cuscino quando capì chi fosse.
"Possiamo parlare?"
"Non c'è niente di cui parlare" rispose ad Arielle.
"Niall è corso fuori quando ti ha visto" Brook si rannicchiò in se stessa.
"A me piace tanto, Brook" confessò "mi ha fatto innamorare. Innamorare dei suoi modi di fare, del suo viso.." le fibre del tessuto bianco stavano per strapparsi a causa della forza adoperata "ma..mi farò da parte" l'altra rilassò le dita, e piano si mise a sedere, guardandola "se tu non vuoi, io mi farò da parte. Non voglio perderti per una cosa così stupida" Brook la guardò, a lungo.Gli occhi di Arielle brillavano, lei era innamorata. Innamorata davvero.
Perché non poteva essere lo stesso per lei nei confronti di Riccardo? Perché doveva essere così fredda?
Brook scosse la testa sorridendo.
"Se sei innamorata, Arielle, va avanti. Non è una cosa stupida" disse piano.
Un peso si posò nel suo stomaco e non aveva intenzione di andar via.
"E tu?"
"Io cosa?" La ragazza giocherellò con le sue dita.
"Cosa provi tu?" Il peso diventò più grande, sempre più grande.
"Nulla" si morse le labbra sorridendo "io ho Riccardo" Brook parlava, ma mentre parlava, sentiva la sua persona interiore sprofondare sempre più giù.
Aveva sempre pensato di avere un rapporto particolare con la sua coscienza: ci dialogava. Eppure in quel momento dentro di lei si era rotto qualcosa, ed ora nemmeno essa le rispondeva più.Amare così follemente era nocivo.
Brook però non sapeva se riferirsi ad Arielle o a lei stessa. Così decise che da quel momento in poi, lei avrebbe parlato con Niall solo se strettamente necessario, e iniziò a recitare un mantra nella sua testa: sono innamorata di Riccardo come Arielle è innamorata di Niall.
Il mio Niall.N.A.
Salve! Come avrete notato questo capitolo è un po' più riflessivo, ditemi cosa ne pensate! (anche perché ce ne saranno altri così)
Spero che questo vi piaccia,
Maria💞
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Inverno (SOSPESA)
RomanceNiall Lewis è l'ultima persona che ci si aspetterebbe di incontrare ed ha molte cose in comune con l'inverno: il suo corpo bianco come la neve, ed il suo essere interiore freddo e sfuggente. Per questo la sua città ideale è Londra, nonos...