XLIV

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"Ti sono grato per avermi dato la possibilità di parlarti, Niall. Ho così tante cose da dirti" il ragazzo continuò a girare lo zucchero nel suo caffè con gli occhi sul liquido scuro
"Anche io, signor Lemair. Troppe" Brook lo guardò accarezzandogli il braccio. Niall era confuso: una parte di lui vedeva in quell'uomo una connessione con sua madre, dall'altra solo colui che non era riuscito a salvarlo dal suo passato. Di certo si rendeva conto, nel profondo, che non poteva fargliene una colpa; ma era più forte di lui.
Niall era come infuriato.
"Ti prego chiamami, chiamatemi Tancrède" disse, guardando anche la ragazza
"D'accordo Tancrède" tagliò corto Niall, allontanando poco delicatamente la tazzina di caffè "ti ascolto" l'uomo deglutì e girò nuovamente lo sguardo verso Brook, che scosse la testa abbassando lo sguardo
"So che sei arrabbiato Niall"
"No" Piegò le labbra carnose in un sorriso sarcastico prima di mordersele "non sai proprio niente di me"
"Niall.." Brook cercò di tranquillizzarlo
"Lo so, lo so bene. Per anni ho speso tutto il mio stipendio per permettermi dei viaggi in luoghi dove era probabile che tu ti trovassi. Per anni ti ho cercato e quando ti ho visto di fronte a me io..io non lo so, Niall. Avrei sempre voluto essere presente nella tua vita, capisci?" Si sporse verso di lui "avrei voluto essere il padre che non hai mai avuto. Giocare con te, vederti crescere; parlare con te di ogni cosa, Dio, Niall; qualunque cosa. Essere lì quando avresti detto la tua prima parola, il tuo primo giorno di scuola; il tuo primo bacio"
"Peccato che io abbia dato il mio primo bacio frettolosamente, in una stanza stretta e buia di un orfanotrofio perché, di lì a poco, sarei diventato la marionetta sessuale dei suoi proprietari" le vene sul collo di Niall erano più evidenti che mai, Brook aveva gli occhi lucidi e Tancrède sperò solo che fosse tutto un terribile incubo.
"C'eri, Tancrède, quando venivo bullizzato per questo schifo di corpo in cui sono cresciuto? Quando venivo chiamato mostro, demonio?"
"Niall basta, basta" gli pregò Brook
"C'eri tu a cercare di farmi uscire alla luce del sole, Tancrède? Perché io detestavo il sole. Mi faceva schifo, mi faceva male. Mi bruciava la pelle e mi sentivo scomparire, in tutta quella luce" per fortuna essendo mattina presto non c'era troppa gente intorno a loro, e pochi si soffermarono sul loro tavolo
"Orfanotrofio.." Niall sorrise stanco, annuendo "oh mio Dio"
"Già, okay"
"No, Niall. Devi ascoltarmi" disse, bloccandogli fermamente il polso non appena fece per alzarsi "perché siete tornati qui?"
"È un problema? Mi stanno già addosso, Tancrède"
"Cosa?" Chiese Brook, sconcertata
"Io non credevo che.." abbassò lo sguardo "ti sei mai chiesto perché lei cel'avesse proprio con te?"
"Perché sono un fenomeno da baraccone"
"Adesso basta" l'uomo disse fermamente "non lo sei affatto, Niall..ma per lei eri speciale"
"E tu cosa ne sai, di lei?"
"Io credevo che Cècile fosse riuscita a scappare"
"Scappare da dove?" L'uomo si guardò intorno
"Venite a casa mia. Qui non è sicuro"

Il tragitto fu silenzioso, Brook sentiva continui brividi lungo la schiena. Quelle parole del ragazzo l'avevano turbata parecchio, non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.
L'appartamento dove viveva Tancrède era molto semplice, antico, pieno di quadri sparsi per la casa e di cavalletti per dipingere.
"L'arte è sempre stata la mia passione. D'altronde se a Parigi non puoi coltivarla dove se no?" Fece spallucce, Brook gli sorrise
"Sono davvero belli" disse. Quella breve conversazione la distrasse e si tranquillizzò un po' di più.
Poi Tancrède sospirò sedendosi sul divanetto, invitando gli altri due su quello di fronte.
Posò il mento sulle mani incrociate, poi addrizzò la schiena
"Dopo ciò che aveva fatto, Olivier non seppe dove sbattere la testa" Niall sentì una morsa allo stomaco. Infondo era di suo padre biologico, che parlava "così iniziò a cercare un posto dove poter nascondere Cècile in modo tale che quello scandalo non venisse fuori. Sai la..sua famiglia era una delle più importanti qui a Parigi" Brook abbassò lo sguardo "non trovò nessuno di cui fidarsi, se non una sua zia di secondo grado, Agnès Dumond e suo marito, Virgilie Roger" Niall sentendo quei nomi iniziò a provare un forte senso di nausea "loro gestivano un orfanotrofio, sarebbe stata la copertura perfetta: Olivier Gauthier eroe per aver salvato dalla strada una ragazza madre" Tancrède strinse forte i pugni, girando la testa ed indurendo la mascella "solo che il marcio in quella famiglia si protraeva da generazioni e questo Cècile lo sapeva benissimo. Mi chiese disperatamente aiuto, ed io riuscì a farla trasferire in una casa famiglia in periferia. Credetti davvero di essere riuscito a salvarla, a proteggervi. Evidentemente non è stato così" guardò Niall, che aveva la mascella stretta e gli occhi piantati nei suoi "e poi, Niall, sei nato. Sin da piccolo devi esser stato unico, bellissimo; questo deve averla fatta impazzire" Brook tentò di soffocare un singhiozzo ma fallì miseramente e dovette alzarsi velocemente per andare in bagno e sciacquarsi il viso "capisco che per te sia difficile guardarmi anche solo in faccia, Niall, ma tu hai perso tua madre..io la donna che amavo. E il dolore non va via"
"Tu hai potuto visitarla"
"Davvero? E come? Osservando, parlando con uno stupido pezzo di pietra?" Niall per la prima volta abbassò lo sguardo, la guardia di fronte a lui
"Perdonami Tancrède" l'uomo si alzò dandogli una pacca sulla spalla per invitarlo a fare lo stesso, ed abbracciò forte il ragazzo.
Brook strinse le labbra sorridendo e si scostó una ciocca di capelli dietro l'orecchio
"Saresti stato la mia famiglia Niall. Con i miei ho chiuso da quando dissi loro che avrei voluto focalizzarmi sull'arte e non sulla medicina, come invece volevano loro" Brook si avvicinò a loro accarezzando dolcemente la schiena di Niall.
L'uomo sorrise nel vederli così.

Inverno (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora