Flogger

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Ti vedo arrivare da lontano. È la prima volta che ti vedo "Master E".
Vieni da me, <<Piacere, Emilio>> ti presenti. <<Giulia>>. Ci stringiamo la mano.

Saliamo nella tua macchina, piccola ma accogliente, ti guardo, indossi una maglietta bianca e una felpa blu scura, sotto dei jeans scoloriti e un paio di Converse in tinta con la felpa. Occhi scuri e capelli neri, guardi dritto davanti a te e io ti spio un po' nascondendomi per paura di disturbarti. Hai un accenno di barba... mi fai impazzire, e mi fa impazzire quello che mi farai, come le promesse che mi facevi in chat.
Dimostri tutti i tuoi 30 anni.

Arriviamo a casa tua, mi tremano le mani, mi tremano le gambe, mi trema il respiro. Mi tiri a te per i fianchi, senza darmi nemmeno il tempo di chiederti cosa stia succedendo mi baci, mi stringi, mi metti una mano tra i capelli e mi sondi la bocca con la lingua, sei irruento e io già mi bagno. Mi lasci prima del previsto, una benda nera ti sbuca dalla tasca, me la metti sugli occhi, mi prendi per mano e mi spingi giù per una rampa di scale. Trascino una mano sul muro per capire dove sono, sento della pietra grezza sotto le dita, ho l'impressione che si stia facendo più buio, e leggermente più caldo rispetto a prima. Ci fermiamo, sento una chiave girare in una toppa, dopo qualche passo sento un odore strano, legno, incenso, forse cuoio, è rilassante e allo stesso tempo mi fa tendere tutti i sensi. Mi aiuti a stendermi a pancia sopra su quello che credo sia un letto, mi sfili le scarpe, poi la gonna e nel farlo tocchi la mia intimità, solo per un attimo ma basta già a farmi mugolare. Passi poi alla maglietta e alla benda. Mi guardo intorno, sono su un grande letto completamente nero, ai muri sono appese tante torce dove crepita un fuoco tiepido, le pareti sono della stessa pietra della rampa di scale, sotto le torce sono esposti un numero imprecisato di fruste e frustini, manette di vario tipo e altri strumenti che non riesco bene ad indentificare. Al muro mobili rosso scuro pieni di cassetti, mi chiedo cosa ci sia dentro. Mi giro verso di te, hai uno sguardo che trasuda perversione e desiderio, io sono senza parole. Mi liberi anche dal reggiseno e dagli slip, nel frattempo sei rimasto solo con i jeans, ti allontani un attimo e torni con un nastro in una mano, nell'altra una stana frusta con tante code di pelle, in pochi minuti mi ritrovo a mani giunte legata al letto mentre aspetto le tue mosse.
<<Zitta e ferma adesso>>
Obbedisco.
<<lo sai cos'è questo? È un flogger, non farà troppo male tranquilla, inizieremo il tuo addestramento con questo>>.
Il mio corpo nudo viene investito dal primo, dolce colpo... Sulla pancia. Mi inarco quasi andandogli incontro mentre lancio un urlo, fa male, ma pensavo peggio. La pelle scocca furiosa, quando la ritiri la sento frusciare lasciando un piacevole bruciore. Percepisco tante leggere striscioline su di me. Il secondo colpo è più deciso, sul seno, inizio a bruciare, il morso di questo nuovo strumento mi piace da impazzire, per quanto faccia male mi sto bagnando tantissimo, sento gli umori colarmi addosso. Terzo colpo, sulle cosce, fa ancora più male, quindi fa più piacere. Mi giri a pancia sotto e ricominci a colpirmi, stavolta sulla schiena, nella parte lombare e io rabbrividisco. Dopo ogni colpo le strisce di pelle mi sfiorano accarezzandomi, adoro quel momento di stallo in cui non so mai cosa farai dopo. Mi vedo stesa sotto i tuoi colpi, come mi vedi tu, come se fossi i tuoi occhi vedo la pelle bianca che si dipinge di sottili segni rosa. Ancora un altro colpo, sotto le scapole, e io impazzisco... In quel punto mi piace da morire. Capisco perché ti accanisci così tanto in quella zona... La schiena, un classico della tortura, punitivo ed eccitante. Mi colpisci una quinta volta, sul sedere, questa è la punizione delle bambine disobbedienti, proprio come me.
"Frustami ancora Padrone" penso mentre mi fai assaggiare ancora la pelle del flogger sulla mia. Sono sempre più affamata di questi schiaffi leggeri. Ancora altri colpi e io gemo sotto queste carezze. Sì... Mi piace il flogger... Mi piace sentirlo che si abbatte sul mio corpo e non è poi così doloroso. Forse ci vai leggero ma capisco che infondi sufficiente spinta. Non sei tu che fai piano, è il flogger ad essere delicato, procura una sofferenza quasi affettuosa. Pochi altri colpi e io non riesco a trattenermi, vengo copiosamente e crollo spossata e dolorante sul letto. Abbandoni lo strumento sul pavimento, mi sleghi le mani e mi massaggi i polsi ed il corpo con un olio profumato. I movimenti ritmici mi fanno rilassare e presa dalla stanchezza, mi addormento sotto le tue mani.

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