Elaine

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"E ora sono anche al buio" pensò Elaine mentre il suo ragazzo gli metteva la mascherina sopra gli occhi, così la preparazione era finita, legata bendata ed eccitata, gli ingredienti per creare un cocktail erotico perfetto. Era la giusta conclusione di quella splendida giornata iniziata all'università dove era stata costretta ad andare in gonna corta e senza mutande. Era una cosa così umiliante per lei, ma era un ordine del suo padrone e non poteva disobbedirgli. E non aveva potuto farlo neanche quando l'aveva obbligata ad andare in bagno e masturbarsi. Avrebbe potuto fingere di averlo fatto, ma avrebbe tradito la sua fiducia, lei doveva obbedire. E l'aveva fatto anche se non era riuscita a contenere un gemito durante l'orgasmo e sapeva che l'avevano sentita... Dio come era umiliante ed eccitante. Ma niente se paragonato alla cena dai suoi genitori, quei genitori che la giudicavano così poco all'altezza, lei che non lavorava, che stava insieme al loro perfetto figlio tanto più grande di lei. Chissà che avrebbero pensato del loro figlio se avessero saputo che aveva costretto Elaine a tenere un ovetto vibrante sul clitoride per tutta la cena... Era venuta tre volte... Quanta fatica aveva fatto per non far notare nulla... E neanche era sicura di esserci riuscita... Dio come era stato umiliante, eccitante ed incredibilmente intimo. Loro non potevano sapere, ma lui sì, lui sapeva e lei sapeva, solo loro nel mondo sapevano...

"Da dove cominciare?" stava pensando lui mentre guardava Elaine sdraiata a pancia in su lì nel letto, non era una scelta facile. Un frustino? Un flogger? Un gatto a nove code? Una rotella stimolante? O magari una semplice cintura? Le cose semplici sono sempre divertenti, come quella volta che usò il tagliere per sculacciarla. Poi l'ispirazione, prese il coltello che aveva sulla scrivania e iniziò a disegnare il contorno del seno con la punta. Elaine sapeva che lui non faceva tagli ma quando sei bendata e legata la sensazione di una fredda punta d'acciaio sul seno non può non crearti un sussulto. E fu proprio quel sussulto ad eccitarlo tanto, quella piccola smorfia di paura sulla sua bocca gli ricordava che adesso Elaine era completamente in suo potere... Cazzo quanto amava quella sensazione, e quanto gli aveva uniti quella complicità e quella fiducia reciproca... L'amava davvero.

Di certo Elaine non si aspettava un coltello, era una novità, aveva paura ma si fidava. Poi arrivò cosi improvviso, era stato bravo, l'aveva distratta con il coltello, così non si era aspettata lo schiaffo e adesso aveva la guancia in fiamme.

<<È quello che ti meriti piccola troietta>> avrebbe voluto dire solo troia ma Elaine era la sua piccola. Ma era anche la sua sottomessa ed era giunto il momento di ricordarglielo. Vada per il gatto a nove code.

Elaine sospirò quando riabbassò la schiena che si era inarcata per il colpo sulla pancia. Dio se si sentivano tutte le nove code, bruciavano sulla pancia, ma era un dolore che la faceva sentire viva. E poi arrivò il secondo e poi il terzo e poi il quarto... Sempre un po' più forti... Sempre più vicino al limite ma mai oltre. Poi toccò ai morsi sul capezzolo, il sinistro per primo, dopo i morsi, come al solito ci passava la lingua... Era già bagnata quando la baciò sul seno, poi sulla clavicola, poi al collo e infine i morsi al lobo... Era terrorizzata perché sapeva cosa stava succedendo... Tutto ma non quello...

<<Non ti azzardare a venire, questo è un ordine>> e detto questo iniziò a masturbarla sul clitoride.

"E come cazzo faccio, sei uno stronzo, il dolore posso sopportarlo ma questo... Porca troia ti odio" questo è quello che pensava Elaine mentre si mordeva sia il labbro che l'interno della guancia per cercare di non venire. Ed ecco perché si tagliò quando il quinto colpo del gatto si abbatte su di lei. E il sapore metallico del sangue rese tutto più eccitante... e lei non poteva venire...

Cazzo quanto si stava eccitando, mise un dito dentro di lei per sentire quanto era calda. Sapeva quanto era dura per lei non poter venire, questa non era neanche una negazione... Era una vera e propria tortura... Ed era eccitante. "Ma si, torturiamola ancora di più" pensò e iniziò a leccargli il clitoride.

<<No, ti prego padrone. Così non resisto, ti prego tutto ma non questo. Lo so sono stata cattiva, sono una troia ma ti prego abbi pietà, non riuscirò a non venire. Ti prego smettila>> ma Elaine sapeva che non avrebbe smesso.

<<Ok, dopotutto oggi sei stata una schiava abbastanza brava. E quindi voglio concederti un desiderio, Cosa vuoi che faccia adesso?>>

<<Scopami!!! Fammi venire>>

<<Va bene, avrai il privilegio di ricevere dentro di te il mio cazzo, ma prima bisogna raffreddare un po' la situazione>>

Elaine lo senti uscire dalla stanza, e rientrare poco dopo.

<<Oggi è stata una giornata calda, ho voglia di stare un po' al fresco>>.

"Ma che cazzo?!" pensò Elaine "Il ghiaccio poteva aspettarselo ma questo cos'era?..." poi capì "O mio dio ecco perché aveva comprato i preservativi! Li ha riempiti d'acqua e messi nel congelatore. MI STA SCOPANDO CON UN CAZZO DI GHIACCIO!!!" Elaine non sapeva se la cosa la eccitasse o no, ma sicuramente la faceva ridere, e questo era lui, riusciva sempre a trovare il modo di fare qualcosa di divertente in qualsiasi ambito... unico. Poi si sentì accarezzare la guancia, la mano salì fino ai capelli che vennero tirati e Elaine gemette.

<<Adesso ti farò mia>> gli disse, e la penetrò.

Elaine ansimava e godeva quando lui gli accarezzava le zone di pelle colpite con il gatto, e nel frattempo la stava scopando talmente forte che gli sembrava di avere il suo cazzo nella pancia. Violenza e dolcezza insieme, non esiste una sensazione migliore, poi lui iniziò a masturbarla sul clitoride, si avvicino all'orecchio e gli sussurrò...
<<Adesso mia sottomessa vieni per me... Vieni con me>>.
Ed Elaine non poteva più resistere, la punizione era finita. Ansimava, gemeva, sentiva i polsi che spingevano contro le corde nel tentativo di venire avanti, ma non potevano, stava inarcando la schiena e lui la sosteneva con una mano, mentre con l'altra continuava a masturbarla. Elaine stava per venire <<Vieni vieni vieni>> <<oddio sto venendo!!!>> Urlò. E sentì gli occhi roteare all'indietro, e sentì il suo seme scorrere dentro di lei, e sentì l'inconfondibile profumo di orgasmi che si mescolano insieme, e si sentì bene come poche volte si era sentita prima... Si sentì viva.

Adesso era finita, lui si era alzato e avrebbe dovuto liberarla ma non lo stava facendo. Ma Elaine non si preoccupava perché anche se non ci vedeva sapeva cosa stava facendo. La stava ammirando, stava contemplando i segni sulla pelle, il suo viso in estasi, il suo corpo nudo e legato. Ed Elaine si sentiva un'opera d'arte.

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