J

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Non lo conosco bene, anzi forse non lo conosco affatto.
La prima volta che l'ho visto è stato cinque giorni fa, nella sala giochi dell'albergo dove sono al momento. Io lo chiamo J, il suo nome d'arte da cantautore. Oggi è dinuovo al computer come ogni sera, dopotutto fa l'animatore qui. Oggi è Natale. Lui indossa una camicia bianca, una giacca blu con pantaloni in tinta e un papillon nero gli spicca allacciato alla gola, è così tremendamente sexy mentre gli occhi gli vagano sullo schermo in cerca della prossima canzone da mettere. L'ha trovata, The Scientist, dei Coldplay. È una canzone molto romantica e io mi ritrovo a sorridere come un ebete mentre lo riprendo col cellulare. Canta con quella voce ferma e dolce allo stesso tempo, mi fa tremare ad ogni nota. La base è struggente e il ritornello mi ricorda che nulla è facile, "nobody said it was easy", così dice. J è del sud, viene dalla Calabria, si sente quando canta, è buffo sentirlo parlare inglese con un accento calabrese, il modo in cui calca alcune lettere mi sta stregando, come incurva le labbra in determinati punti della canzone, mi ritrovo ad immaginare le sue labbra su di me. Mentre canta accenna un giro sulla pianola, da qui gli posso vedere le dita sui tasti, impazzisco, le sue dita lunghe e affusolate si muovono sapendo esattamente cosa fare, è fantastico a suonare come a cantare e io mi riempio di brividi mentre penso a come sarebbe se mi toccasse con quelle stesse mani, il respiro si accorcia, le guance si arrossano, io non controllo più il mio corpo, sento il bisogno di togliermi la felpa tanto è il calore che provo osservando le sue labbra che si muovono vicine al microfono. Durante l'assolo di chitarra si toglie la giacca e si arrotola i polsini, il papillon slacciato e abbandonato lungo il colletto della camicia, ho paura di cosa potrei fargli. Vede che lo sto riprendendo, fissa lo sguardo nel mio e io glielo restituisco senza saper fare altro. I suoi occhi castani quasi neri mi catturano stavolta come le altre e io mi sciolgo davanti a lui, è veramente perfetto. Mi sorride.... Dio come lo odio quando fa così, ogni volta io cado ai suoi piedi e ogni volta cerco di non farlo ma ci ricado subito dopo, sorrido pure io e lui finisce la canzone. Io fermo il video, lui ha fermato la musica. Si morde un labbro mentre cerca la prossima canzone. Io di rimando mordo il mio. Il gioco continua...

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