Sai, a volte ci immagino.
A volte ti immagino.
Ti immagino che vieni da me, in una giornata di pioggia.
Ti immagino col viso bagnato dalle gocce d'acqua, e i capelli pure.
Ti immagino che entri in casa e ti asciughi ma gli occhi no, in quelli c'è ancora un mare, di lacrime.Sai a volte ci immagino.
A volte mi immagino.
Mi immagino in ginocchio davanti a te, seduto su quel divano sfatto.
Mi immagino che ti chiedo perché piangi. E tu che ti stringi le braccia e sussulti quasi dolorosamente.
Mi immagino che ti alzo le maniche e scopro che ci sei ricascato, nel vortice del sangue.
Che ti tagli ancora, per me.
Che ogni volta che lo fai è perché pensi a quando mi hai fatto del male, anche se ormai è passato.
Mi immagino che prendo il mio coltello, quello che usavo anche io, e fingo di farmi i tuoi stessi tagli.Sai, a volte ci immagino.
Ci immagino così.
Io in ginocchio e tu seduto sullo stesso divano sfatto.
Tu che mi fermi la mano dal percorso del coltello, io che fermo le tue lacrime. Che mi allungo per baciarti ogni singolo segno sulla pelle. Che sento ancora il graffiare della ferita, il sapore dolciastro del sangue secco, il dolore che provi.
Eppure sono qui, a dirti che tutto andrà bene, prima o poi.
Che io non merito le tue lacrime.
Che io non merito il tuo dolore.
Che io non merito te.
Sai, a volte ci immagino...
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Di Erotismo e di Altre Storie...
Short StoryTutti mi hanno sempre detto che ho una bella immaginazione, questa è la mia occasione per verificarlo.