33. Primo anniversario

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"Se riesci ad arrivare alla porta e ritornare seduto sul divano... vinci un bacio!"
Christopher mi guardò malizioso "Non dovresti lanciarmi sfide del genere, lo sai." si alzò lentamente e passo dopo passo arrivò alla porta d'ingresso. Si voltò verso di me "Sta a vedere..." fece marcia indietro e, piegando molto cautamente le gambe, tornò a sedersi.
Mi buttai anche io sul divano, abbracciandolo "Ben fatto, signor Nolan!"
"La mia ricompensa?"
Sorrisi e lo baciai amorevolmente sulle labbra.
"Sai che, forse, questa convalescenza non mi dispiace poi così tanto?" mi sussurrò, staccando leggermente la bocca dalla mia.
Gli misi le braccia attorno al collo "E non siamo arrivati ancora alle ricompense per i prossimi progressi..." gli feci un'occhiolino d'intesa.
Christopher mi strinse i fianchi "...Magari potremmo passare direttamente al prossimo step... La dottoressa McMurray non lo saprà mai..." iniziò a baciarmi il collo.
"Amore, no dai..." lo fermai, divertita "...lo sai che non possiamo. Non sei ancora nelle condizioni fisiche per fare sforzi."

Christopher era stato dimesso da una settimana. Aveva intrapreso, per quasi un mese, la terapia riabilitativa al reparto di fisioterapia del St. Mary. Terminate le sedute, i medici decisero che i miglioramenti erano stati talmente positivi da ritenere inutile il prolungarsi del suo ricovero. Così fu rispedito a casa, con l'obbligo ovviamente di continuare, tra le mura domestiche, gli esercizi e ritornare in clinica, una volta ogni 12 giorni, per i vari accertamenti.
Decisi, quindi, di trasferirmi da lui, a Londra, finché non avrebbe ripreso la totale autonomia: Johnny mi rassicurò di stare serena, che avrei sempre trovato posto in caffetteria, qualunque sarebbe stato il periodo di tempo che mi serviva. Ormai lo consideravo davvero come un padre acquisito, era una persona d'oro.

"Spero solo di essere nelle condizioni di camminare più a lungo fra 9 giorni..." riprese Chris, mettendosi sdraiato.
Fra 9 giorni sarebbe stato, infatti, il nostro primo anniversario. Un anno insieme. Era incredibile come il tempo fosse passato così velocemente, al solo pensiero un brivido mi percorse la colonna vertebrale.
Sorrisi, "Non farti prendere dall'ansia... l'importante è passarlo insieme."
"Sì... ma vorrei che fosse speciale." incrociò il mio sguardo, mentre mi apprestavo a riordinare il salotto.
Mi fermai, spalancando leggermente le braccia "Anche guardare una serie tv sotto al piumone sarebbe speciale, se sono insieme a te." mi avvicinai al divano "Non ho bisogno di nient'altro per essere felice."
Mi fissò in silenzio, poi accennò un sorriso.
Sapevo che avrebbe voluto fare mille cose quel giorno, ci teneva tanto. Amava sorprendermi, e amava ancor di più leggere nella mia espressione un luminoso stupore. Per lui era come se fosse una missione di vitale importanza quella di rendermi felice, ma a volte non capiva che, il solo fatto di averlo al mio fianco, fosse già una sorgente di gioia per me.

I giorni passarono e Novembre portò con sé vento fra i capelli e mani screpolate. Christopher si impegnò talmente tanto che nell'ultima settimana fece più progressi che in un mese di fisioterapia. Quando si metteva in testa una cosa, era raro che non riuscisse a raggiungere l'obiettivo. Era fatto così.
Ormai camminava molto meglio e le gambe reggevano bene sotto sforzo.

Così, arrivò il giorno: un anno.
Sarebbe stupido dire che in 365 giorni tutto era filato liscio, che non erano esistiti pianti, urla, litigi, voglia di scappare. E quell'anno era stato perfetto esattamente per questo.
Non ho mai creduto, nemmeno per un secondo, alla perfezione. Tantomeno agli amori perfetti. Se ami devi soffrire, se non soffri non ami. Sembra crudele, ma è così che vanno le cose. Si chiama Vita. Perché è proprio nel bel mezzo di una litigata, tra un 'vaffanculo' e l'altro, che si costruiscono i rapporti.
Bisognerebbe, piuttosto, avere paura di un volto senza nemmeno un difetto: sono le imperfezioni che ci rendono unici. Sono un naso pronunciato o un occhio leggermente più grande dell'altro che, paradossalmente, ci rendono belli. E la stessa cosa vale in una storia d'amore.

Lost in your shady face - L'ombra del tuo viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora