7. Lui, Christopher

785 86 28
                                    

Quando un elettrone si trova a una distanza opportuna da un nucleo carico positivamente, l'elettrone negativo viene attratto dalla carica positiva e gli si avvicina. Esiste però una distanza critica oltre la quale tra l'elettrone e il nucleo si instaura una forza repulsiva che li allontanerà nuovamente.

Mi venne in mente questa lezione di chimica la sera in cui lo rividi. Lavoravo nel turno pomeridiano, era venerdì. Alle 18, in autunno, fa già buio e quella è sicuramente la fascia oraria più affollata in caffetteria, il thè caldo scorre a fiumi.
Stavo sistemando i biscotti al cioccolato nei cestini e nel frattempo riscaldando altra acqua per il thè. In sala c'era un frastuono di risate, chiacchiere e tosse. L'aria era umida, stava piovendo già da qualche ora.

"Mi scusi..."
Alcuni biscotti si erano bruciati, tipico.
"... ehm... Mi scusi?"
L'acqua della teiera stava bollendo, merda!
"Mi scusi... La disturbo?"
Dopo aver tolto l'acqua dal fuoco, mi girai di scatto "Si, mi di... dica...". Era lui. L'uomo di quella strana mattina. Mi colse totalmente di sorpresa, non pensavo lo avessi più rivisto.
Aveva i capelli e le spalline della giacca bagnate, probabilmente aveva camminato senza ombrello.
"Potrei avere un cappuccino, per favore?"
"Si! Si... certo, arriva subito." mi sentivo un idiota. Dovevo cercare di mantenere il controllo e fare semplicemente un cappuccino. Un maledettissimo cappuccino. "Ci vuole pure la decorazione sopra?" ma perché diavolo glielo avevo chiesto?!
"Ehm... decorazione?"
Avrei voluto spalare una tonnellata di letame e buttarmela addosso in quel momento. Deglutì, "Beh... si, un disegno sulla... schiuma." Mi guardò quasi divertito "Allora vada per la decorazione." Sembrava incuriosito. Mi girai di spalle, feci un respiro profondo e decorai il cappuccino. "Tenga..." Avevo disegnato uno smile e la scritta dolce mattina. Alle 18 della sera. Volevo morire.
"È senz'altro originale!" disse ridendo, mentre osservava la tazza. "Mi scusi infinitamente, se vuole glielo rifaccio!". Mi guardò sbalordito "È il più bel cappuccino che io abbia mai visto, davvero. Mette allegria." Smise di ridere e mi fece un sorriso. Non avevo mai visto un sorriso così. "... Okay... Se ha bisogno di altro io sono qui... " ripresi a lavorare, con il cuore ormai in gola.

Mentre lui beveva il suo cappuccino al bancone, Johnny mi urlava dall'altra parte della sala di venire un attimo da lui, a servire un tavolo "Oh, no, Jo... non puoi farmi proprio questo adesso..." dissi tra me e me. Mi spostai, quindi, dal bancone. Lui stava quasi finendo di bere. Andai a servire ai tavoli, ma il mio unico pensiero era fare il più in fretta possibile per poter ritornare lì, poter ritornare vicini.
Non c'erano certezze con lui, ero sicura non fosse del posto, quindi avevo il terrore che quella fosse davvero l'ultima volta in cui avrei avuto l'opportunità di scambiarci due parole. Ero decisamente attratta da lui.

Sbrigai in meno di 5 minuti il servizio, e mi feci strada verso il bancone. C'era un chiasso e una confusione assurda. È sempre così il venerdì sera. Guardai lo sgabello dove si era seduto: non c'era. Mi girai freneticamente su me stessa per cercare di intravederlo tra la gente. Ma non c'era. Se n'era andato. Ero sconvolta... stavo per cadere nello sconforto più totale. Ritornai lentamente dietro al bancone, presi la tazza che aveva lasciato e scorsi proprio sotto un foglietto di carta, piegato in due. Fu come scoprire un tesoro per me. Lo afferrai immediatamente e lo aprì

'In effetti c'è qualcos'altro di cui ho bisogno... ho bisogno che tu prenda il mio numero 624 885 739, Christopher'.

Fu l'istante più adrenalinico della mia vita.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Lost in your shady face - L'ombra del tuo viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora