Rimasi quasi perplessa dalla perfezione del suo viso, "C'è una nebbia terribile stamattina..." esordì quell'uomo, rivolgendosi ai colleghi, che lo aspettavano seduti al tavolo della caffetteria. Non avrei mai pensato che quello sarebbe stato l'inizi...
Erano le 2.30 del mattino quando sentì bussare alla porta. Mi svegliai di soprassalto, indossando frettolosamente la vestaglia. Era da 6 giorni che non sentivo né vedevo Christopher. Corsi ad aprire, senza badare ad accendere le luci in salotto. Era lui. Aveva un aspetto trasandato, le occhiaie e lo sguardo confuso. "Chris... sei ubriaco??!" gli chiesi perplessa. Non lo avevo mai visto in quello stato. "Lasciami entrare..." mi rispose, a mezzo fiato. Fece per andare avanti, ma appena mise un piede avanti capì che barcollava. Lo afferrai, allora, da una spalla, ormai completamente sconvolta, e lo feci sedere sul divano. "Non ci posso credere..." gli dissi, mentre gli toglievo le scarpe per farlo sdraiare. Che cavolo stava succedendo? Non riuscivo a darmi una risposta... era tutto così assurdo. "Ho bisogno di parlarti..." disse, poi, cercando di mantenere la lucidità. "Spero davvero che tu non sia stato talmente idiota da metterti in viaggio nel cuore della notte, già in queste condizioni..." "Ho bevuto durante il tragitto... ma poco... te lo giuro... pochissimo..." "Hai rischiato di ammazzarti, brutto idiota!!!" Non ce la facevo a vederlo in quel modo. "Suzanne... ti prego... io ho bisogno di parlarti..." disse quasi disperato. Rimasi in silenzio, guardandolo sconvolta. Non ci stavo capendo più nulla. Poi proseguì "...Tra noi deve finire." In quel momento è come se un pugno mi colpì dritta allo stomaco. "Cosa... cosa stai dicendo... Chris..." Alzò il petto e si rimise seduto, cercando di riprendere il controllo di sé stesso, mentre si slacciava la cravatta. Guardò dritto di sé, con lo sguardo perso nel vuoto "È finita Suz. Mi dispiace..." Le lacrime iniziarono a riempirmi gli occhi e incominciai a tremare, incredula di quelle parole "Che diavolo stai dicendo... no... Non è vero! Non è finita!" "Invece sì, Suzanne... sì!" rispose, portandosi le mani alla testa. Continuai a rimanere in piedi, impalata di fronte a lui, immobile "Stiamo solo passando un momento difficile..." le lacrime iniziarono a solcarmi il viso "...ma si può sistemare tutto..." sentivo il cuore a poco a poco sgretolarsi. Gli occhi di Christopher si fecero lucidi. Fece un pausa, poi respirò, chiuse gli occhi e disse "Ti ho tradita. C'è un'altra donna." Fu come se il tempo in quell'istante si fermasse, insieme al mio cuore. Non potevo crederci, non poteva essere vero. Iniziai lentamente a fare qualche passo indietro, come a volermi allontanare da lui, dallo schifo che mi facevano quelle parole. "...Come hai potuto farmi una cosa del genere..." lo guardai sconvolta, constatando con quanto distacco me lo avesse detto "... COME HAI POTUTO!!!" dissi urlando e gettandogli addosso la prima cosa che mi capitò per le mani. Lui continuò a restare seduto, senza il coraggio di guardarmi in faccia e con gli occhi lucidi. "Devo andare..." si alzò e muovendosi ancora in maniera incerta, si avviò velocemente verso la porta. Nella disperazione corsi verso l'ingresso e mi sbarrai davanti la porta, piangendo disperata "No... ti prego..." le parole si alternavano ai singhiozzi "... non puoi lasciarmi da sola... Io ti amo!!!" Fu la prima volta che glielo dissi. Non avrei mai pensato che sarebbe successo in una circostanza così drammatica. Christopher cercava di trattenere le lacrime e a bassa voce mi disse "Fammi passare... ti prego." Arrestai il pianto, lo guardai negli occhi. Lui rispose al mio sguardo, ma subito dopo lo distolse. "Ti prego..." supplicò. Lasciai che la mia schiena si staccasse dalla porta, liberandogli il passaggio. Non dissi più nulla. Christopher aprì lentamente e, prima di andarsene, mi guardò ancora una volta, con gli occhi spenti. La porta si richiuse con scatto deciso alle sue spalle. A quel punto mi lasciai scivolare contro al muro e iniziai a piangere come mai in vita mia.
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