35. L'ombra del tuo viso

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20 Maggio 2009

Cara Janette,

temo di stare impazzendo. Ti ho scritto centonovantanove lettere, dal tuo decimo compleanno. Le ho contate una ad una. Non amo la tecnologia, sono troppo affezionata all'odore dell'inchiostro, quando macchia la carta.
Adesso hai 15 anni... ti immagino con una folta chioma di capelli scuri, mentre cammini fra i corridoi del liceo, coi ragazzini che si girano a guardarti. È quasi tempo del ballo di fine anno, Janette. Dimmi, ce l'hai un ragazzo? Quante cose vorrei sapere della tua vita.
Eri così bella appena nata. Non posso dimenticare il colore dei tuoi occhi... azzurri ai margini e castani al centro.
Inizio a temere che non sia tuo padre a nasconderti le mie lettere, ma sia proprio tu ad odiarmi e non voler rispondere. Ho provato a chiamare, ogni tanto, presa di coraggio... ma il numero risulta inesistente.
Sono una vigliacca, figlia mia. Non mi sorprenderebbe sapere che vuoi dimenticarmi. Ci ho messo dieci anni per capire l'imperdonabile errore di averti lasciata, e ci metterò il resto della vita per scontare la mia pena.
Devi sapere che sono successe molte cose in questi anni, Janette. Ho conosciuto un uomo che ha deciso di donarsi completamente a me, senza giudicare il mio passato. Albert è un uomo fantastico, dovresti conoscerlo... sono sicura che ti starebbe molto simpatico. È davvero gentile e, soprattutto, mi ama come mai nessuno prima. Lui mi fa sentire protetta, voluta bene. Finalmente.
Ha un figlio, Christopher, di 25 anni. Si è laureato l'anno scorso in economia aziendale... 110elode. È in gamba... ma mi odia, Janette. Mi odia con tutto sè stesso. Il giorno in cui se ne andò di casa, mi disse che ero una madre orribile e che da grande sarebbe venuto a Norwich, a cercarti. Mi urlò che se non avevo il coraggio io, lo avrebbe fatto lui. Non ha mai accettato il fatto di avergli negato una sorella. Quello che non ha mai capito è che, non ho solo privato lui di una sorella, ma anche me di una figlia. Ma di questo non riesco a parlargliene.
Sto diventando cattiva, figlia mia. Mi irrito sempre più facilmente e tratto male persino Christopher. Ho iniziato a fare un uso spregiudicato di antidepressivi, tenendolo nascosto ad Albert, ma sembra che le pillole non facciano alcun effetto su di me.
Vedi perché me ne sono andata? Distruggo ogni rapporto, sempre. Forse ti avrei rovinato la vita, restandoti accanto. Non sono degna di essere chiamata 'mamma'. Sento di aver fallito due volte: la prima quando ti ho abbandonata, la seconda quando non sono riuscita a farmi accettare da Christopher.
Non ti ho mai parlato di tutte queste cose, perché eri troppo piccola. Ho, inoltre, deciso che questa sarà l'ultima lettera che ti invierò, la duecentesima... con la speranza che un giorno vorrai perdonarmi.
Se da grande deciderai di cercarmi, mi troverai nell'elenco di Londra come Grace, Grace Parker. È il mio secondo nome. Ho abbandonato la vecchia Catherine, insieme al suo passato.
Ti invio, inoltre, un piccolo pelouche che stringevi tra le dita i primi giorni di vita e una foto che riuscì a inviarmi in segreto tua nonna Rose, il giorno del tuo sesto mese, con la speranza che fra qualche anno sia tu a riconsegnarmela.

Ti amo infinitamente Janette. Spero che un giorno i nostri destini possano incrociarsi.

Tua per sempre,
Mamma

Tua per sempre, Mamma

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Lost in your shady face - L'ombra del tuo viso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora