Cap 89

1.2K 65 35
                                    

Il rumore del mare invade il mio udito, sento freddo. Apro gli occhi e capisco che sono dentro l'acqua, non capisco come possa essere accaduto. Mi sento interdetta. Alzo gli occhi in cielo, quando comincia a soffiare un leggero vento. Il cielo su di me incomincia a ingrigirsi. Non ho dubbi, ci sono tutti i dettagli che preannunciano una tempesta. Cerco di uscire dall'acqua, devo fare in fretta se voglio trovare un riparo. Ma purtroppo le mie gambe non si muovono, restano immobili. Delle leggere onde cominciano a scontrarsi con il mio corpo, la mia ansia sale. Man mano esse si fanno sempre più grandi, adesso sono terrorizzata. Sì spingono verso di me con violenza, si uniscono alla pioggia del cielo creando un connubio spietato. Non ho via di scampo, è vengo travolta. Giù, sempre più giù. . . Non riesco più a a respirare. Sono conscia che è la mia fine.

Sbarro le palpebre, il soffitto della mia camera è l'unica cosa che riesco a vedere in questo momento. Sono completamente bagnata dal sudore. Riesco a trovare dentro me, un lieve sollievo. Ma sono ancora troppo scossa, era tutto così vero. Di nuovo questo incubo è venuto a trovarmi durante la notte. Ma perché? Non capisco.
So per certo che i nostri incubi spesso dipendano dalle nostre paure, o forse da un passato traumatizzato.
Io non ho paura del mare, ne tantomeno ho qualche trauma reduce dal passato. Mi alzo dal letto, mi scoppia la testa terribilmente. Metto la mano sulla fronte massaggiandola delicatamente, ma continua ad aumentare il dolore.
Poggio i piedi sul pavimento freddo, e a fatica raggiungo la cucina. Siamo in piena notte e non mi va di svegliare mia madre, posso cavarmela da sola.

Raggiungo la cucina, prendo un bicchiere e lo riempio sotto la rubinetto. Bevo tutto d'un sorso, poi sciaquo il viso sotto l'acqua corrente. Sento già la tensione ammorbidirsi.  Ma ho bisogno comunque di qualcosa, per far calmare questa cefalea.
Mi avvio verso il bagno, con in mano il bicchiere d'acqua. Nell'anta vicino allo specchio, trovo quello che cerco, delle pillole calmano il dolore. Ne prendo una, la metto in bocca e la porto giù grazie all'acqua che bevo. Ritorno nella mia stanza aspettando che passi.

La mattina non tarda ad arrivare, e per fortuna del mio dolore non è rimasto nulla neanche lo strascico. Sono le otto, e tra un'ora Josh verrà a prendermi per andare a lavoro. Non vedo l'ora di poter comprare una macchina tutta mia. Adesso che ho un lavoro comincerò a risparmiare, amo pormi degli obiettivi. Il mio sarà proprio questo.

Mia madre entra nella mia stanza, aprendo di scatto la porta. Mi viene quasi un colpo, e istanteneamente metto una mano sul petto.

<<Mamma, ti sembra modo di entrare?>> La fulmino con lo sguardo.

<< Sam scusami non volevo spaventarti.>> Avanza verso di me, con un sorriso a trentadue denti.<< Sei piaciuta molto ad Alan.>> Fa con un ghigno. Indossa un tubino color fragola, che le fa risaltare la carnagione chiara. I capelli sono raccolti in una coda bassa, ed è leggermente truccata. È bellissima, nonostante il dolore che ha subito, è rimasta tale.

<< Sono contenta, anche a me piace lui. Lo trovo un uomo brillante, ma soprattutto umile nonostante la sua posizione elevata.>> Le dico abbottonando la camicia nera di pizzo.

<< Te l'avevo detto.>> Dice soddisfatta.<< Siamo tutte e due, sue dipendenti. Non ti sembra una cosa bizzarra?>> Fa lei nascondendo il sorriso dietro la sua mano.

Stringo le spalle.<< Bè in fondo, i nostri lavori sono entrambi stati offerti da zia Katrine, quindi non c'è molto da stupirsi.>> Osservo senza pensarci troppo, anche perché sia già scontato.

<< Forse hai ragione, piccola mia. Sai, hai conquistato il cuore della piccola Madison. Non fa altro che parlare di te, e di quanto le sei piaciuta.>>

Sorrido al pensiero di quella piccola e adorabile birbante.<< Anche a me, piace molto. Mi ha fatto promettere di andare a trovarla. Credo che andrò, prima o poi.>>

As  a Wave  ~S. M.~      [ Completa ] (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora