L'ultima campanella suonò e i due ragazzi, tra i vari spintoni, riuscirono ad evadere da quel carcere tanto odiato. Alla fine Coraline riuscì ad inventarsi una storia in cui raccontava le origini della sua ( falsa ) claustrofobia, riuscendo così a togliersi di mezzo quel compito che tanto voleva evitare. Sapeva benissimo che se scriveva la verità su tutto, sarebbe stata portata in un ospedale psichiatrico. Neppure i suoi genitori l'avrebbero creduta, forse... E tutti l'avrebbero etichettata come " pazza ", e lei non voleva.
" Alex non è venuto più a scuola... " - Disse Wybie, camminando a testa bassa.
Coraline non rispose, insicura. Non voleva mentirgli, non a lui. Voleva raccontargli tutto quello che era successo poche ore fa, ma non sapeva neanche da cominciare. Anzi, non era neanche sicura di volerglielo raccontare.
" Wybie... " -
" Oh! Ecco tua madre " - sorrise il ragazzo, indicando la macchina.
Coraline spostò lo sguardo verso di lui e deglutì.
Non riusciva a nascondere le cose al suo amico, ormai si conoscevano da anni e lei gli diceva sempre tutto. Però, sapeva benissimo che solo di lui si poteva fidare...
" Oh, volevi dirmi qualcosa? " - chiese poi Wybie, fermandosi un attimo.
Dopo avergli raccontato tutto nei dettagli, il ragazzo non ebbe neanche il tempo di risponderla che la madre suonò il clacson, impazientita. I due ragazzi corsero verso la macchina e, appena entrati, subirono una noiosissima ramanzina. Dopo essersi sfogata, Mel mise in moto l'auto e il silenzio prese il sopravvento. D'un tratto, Wybie poggiò delicatamente la sua mano sulla gamba di Coraline.
" Non preoccuparti... Sistemeremo tutto " - disse il ragazzo, sottovoce. Poi le sorrise.
La sua amica ricambiò, pensierosa. Avrebbe voluto sentire una sua opinione o un suo consiglio, ma la presenza di Mel li frenava a parlarne.
Arrivato il tempo di salutarsi, Wybie si scusò con la madre di Coraline e lei gli sorrise.
" Ormai è passato, e poi non penso sia colpa tua " - disse lei, guardando male sua figlia. Poi chiuse il finestrino.
Appena la madre rimise in moto la macchina, Coraline lo salutò con la mano. Man mano che si allontanavano, il sorriso della ragazza si spense e in lei rimase soltanto quel tanto odiato silenzio. Arrivati a casa, Coraline scese subito dall'auto e corse dentro di fretta e furia per poter riabbracciare sua cugina e anche suo padre. Ma, appena lo vide, spalancò gli occhi sorpresa.
" Non hai più... " - sorrise la ragazza, felice.
" Oh beh... Ormai sono guarito " - disse suo padre, toccandosi quei pochi capelli che gli sono rimasti.
Coraline lo abbracciò, senza pensarci due volte. Preso alla sprovvista, rischiava pure per perdere l'equilibrio.
" wo wo..." - rise lui, scuotendo la testa.
Finalmente una bella notizia... Il fatto di abitare proprio dove si trova la piccola porta, di certo non era rassicurante per sua figlia. Infatti, da quando ha saputo della stupidissima curiosità delle sue compagne di classe, ogni notte la ragazza chiudeva sempre a chiave.
Dopo aver festeggiato per il padre, Coraline si alzò da tavola e portò con se Elizabeth nella sua stanza.
" Voglio disegnare! " - disse sua cugina, buttandosi sul letto.
" Va bene, va bene " - sospirò la ragazza, avvicinandosi verso il suo comodino bianco.
Aprì uno dei cassetti e prese un block notes, una matita e dei colori. Elizabeth sorrise e si avvicinò a sua cugina, prendendosi l'occorrente.
" Non sporcare il letto " -
Dette queste parole, pensò a sua madre e gli vennero i brividi.
' non voglio essere come lei ' disse una voce nella sua testa.
Sospirò e decise anche lei di sdraiarsi sul letto. Appena poggiò la testa sul cuscino, ripensò al suo diario. Era da tanto che non lo toccava, perchè di solito ci scriveva per ricordarsi le cose belle che le capitavano... ma, la maggior parte dei momenti che aveva passato in questi giorni, voleva solo dimenticarseli; fatta eccezione di suo padre e dei suoi amici. Ah... e di sua madre. Infondo voleva bene anche a lei.
Flashback.
- E adesso che faccio? - chiese di nuovo Coraline.
- Fa' un disegno. - Le passò un foglio di carta e una penna a sfera.
Coraline provò a disegnare la nebbia. Dopo dieci minuti il foglio bianco era
ancora bianco, a parte:
N I
E B A
B
scritto in un angolo, a lettere leggermente ondeggianti.
Fine Flashback.
( questo flashback, è stato preso direttamente dal libro Coraline di Neil Gaiman... Così da renderlo il più realistico possibile )
Non era mai stata tanto creativa, a differenza di sua cugina Elizabeth. Quando aveva solo cinque anni, ricorda ancora i disegni bellissimi che le regalava la piccola per far felice Coraline; non erano di certo tanto precisi, ma la ragazza li aveva sempre apprezzati. E forse era anche un po' invidiosa per il suo fare tanto gentile.
Ripensando al suo passato, la ragazza prese sonno e chiuse lentamente gli occhi.
...
...
" Oh Mel! Grazie infinite per aver tenuto la mia piccola " – sorrise una donna di mezz'età.
" Non mi spettavo di vederti così presto, Coraline e Elizabeth si stavano così divertendo... " – commentò la madre della ragazza, sorridendo alla bambina.
" Vero? " –
La piccola annuì, triste. Avrebbe voluto svegliare sua cugina ma non ne ebbe il tempo, in più la madre gliel'aveva impedito dicendole di non disturbarla.
" Tesoro ma... Che hai in mano? " – chiese quella donna, osservando sua figlia.
" Un disegno, ma non l'ho ancora finito... Volevo darglielo a Lye Lye " – disse Elizabeth, con il broncio.
" Oh ma non c'è nessun problema, poi glielo invierai per posta, va bene? " – la donna baciò la piccola, dopo di che salutò Mel.
" Ci vediamo allora, buona fortuna per tutto " – sorrise la madre di Coraline.
Prima di chiudere definitivamente la porta, riuscì però ad intravedere metà disegno della bambina.
" Ma quello è... un... Topo? "
Arriviamo alle 10 stelle questa volta? *-*
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Coraline 2 - Il gioco ricomincia
FanficPassarono gli anni e Coraline aveva quasi rimosso dalla sua memoria la sua esperienza da incubo con l'Altra Madre. Ma la situazione cambiò il giorno del suo 16esimo compleanno, a causa di uno stupidissimo scherzo. Due ragazze invidiose, con la scusa...