Capitolo 33 - Sfumature di parole

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<< Questo sangue è il suo... Si è fatto del male solo per... >>

Coraline sfiorò quel cerchio ovale di un rosso scuro raggrinzito.

<< E-ehi, non dire "solo". L'ha fatto per aiutarci... E... proprio per questo dobbiamo ricambiare il favore! >>

Sorrise Wybie, poggiando la mano sulla spalla della ragazza. Anche lui era molto preoccupato ma mostrarsi in quel modo non l'avrebbe aiutata per nulla. La ragazza fissò per qualche altro secondo quella scritta, poi strappò la pagina, se la mise in tasca ed infine chiuse il libro e lo buttò a terra. Il pavimento sprofondò e i due indietreggiarono.

<< Questo posto sta crollando e a noi non serve più rimanere qui >>

Disse Coraline, voltandosi verso la porta. Non appena lo fece afferrò la torcia di Wybie, la spense e con la forza fece accovacciare il ragazzo insieme a lei sul pavimento che, di conseguenza, cigolò. Mentre il cuore della ragazza batteva a mille, il suo compagno spalancò gli occhi benché confuso e sorpreso.

<< E' qui >>

Disse sussurrando.

Wybie deglutì e annuì. Coraline, invece, si portò la pala che aveva in mano sul petto e, lentamente, si alzò per affacciarsi fuori. L'Altra Madre era sparita. Intanto, il pavimento cominciò a produrre rumori strani.

<< Via libera >>

La ragazza aprì la porta e si posizionò sul tappeto ma, proprio quando stette per avanzare, un rumore alle sue spalle la fece voltare nella direzione di Wybie. Il pavimento era crollato e aveva una gamba bloccata a causa dei suoi pantaloni che si erano impigliati al legno rovinato. In fretta e furia lo aiutò e, a passo svelto, salirono i gradini e si nascosero dietro la rampa dell'ingresso principale con il brutto sottofondo di suoni metallici. Fortunatamente avevano fatto appena in tempo. L'Altra Madre sbirciò attraverso la vetrata della porta e, dopo quei minuti le sembrarono ore, Coraline sospirò al suono cigolante di un aprirsi e di un chiudersi.

<< e... se la chiudessimo lì dentro? >>

Propose Wybie.

<< E con cosa? Questa pala che ho è piccola e ci serve... In più, può uscire di lì da un momento all'altro. Andiamo >> Rispose Coraline, alzandosi da terra e porgendo al ragazzo la sua torcia.

In punta di piedi, i due ragazzi giunsero davanti all'entrata dell'appartamento "appartenuto" precedentemente da un essere travestito da Mr. Bobinsky. Intanto, Coraline si ricordò dei resti che rimasero dell'Altro Wybie e, per curiosità, alzò il capo. Non c'era più traccia di lui, niente di niente. Al solo pensiero si rattristò: era stato creato soltanto per compiacere lei ma cosa realmente aveva fatto per se stesso? Ormai era "morto" e di lui non ne rimaneva più nulla, neanche il suo vestiario, ma per lo meno la sua gentilezza sarebbe stata viva dentro il cuore di Coraline per sempre. Quando riabbassò lo sguardo vide il vero Wybie che poggiò la mano su di una vetrata affianco alla porta, come le altre era coperta da una tendina malridotta ma quella in particolare aveva un buco abbastanza grande da poter essere usato per sbirciare al suo interno. Sembrava non ci fosse nessuno, così la ragazza decise di girare il pomello e, fortunatamente, non era chiusa a chiave.

<< Questi sono... Cannoni? >>

Osservò Wybie, inclinando la testa.

La stanza era un miscuglio tra la versione migliore ma alterata dell'appartamento e quella originale: polvere, cianfrusaglie, polvere, un piccolo tendone, polvere, uno strano pollo da cui avrebbero dovuto uscire pop corn e ancora polvere. L'oggetto che però interessava a Coraline era proprio quel pollo, cui si avvicinò sollevando un po' di polvere ad ogni suo passo. Starnutì.

<< Dobbiamo rompere quest'aggeggio... Al suo interno deve esserci qualcosa di importante >>

La ragazza afferrò l'oggetto, osservò il tendone e successivamente il suo compagno.

<< Oh, non vorrai....? >>

<< Farà meno rumore, credo >>

Si difese Coraline, inginocchiandosi.

<< Aspettami qui >>

La ragazza gattonò al suo interno, rastrellando con la mano di tanto in tanto delle ragnatele che ostacolavano il passaggio. Sentiva puzza di chiuso e aveva il timore di soffocare con tutta quella polvere ma pensò bene di portarsi la maglia fino al naso. Arrivata finalmente su quelle che dovevano essere delle panche, poggiò a terra quel pollo e, con un colpo secco dato con l'aiuto dell'estremità della pala, riuscì a sfondare quella piccola cupola di vetro. Tanti semi si sparpagliarono in giro e, in mezzo a loro, vide due biglie trasparenti con strane sfumature color nero. Dopo averle afferrate e osservate meglio notò che c'erano su di entrambi una sagoma, ma rispettivamente diverse.

<< Mamma...! Papà! >>

Disse Coraline, spalancando gli occhi.

<< Miss Forcible... Coraline... >>

Una voce femminile risuonò nella sue orecchie.

<< Nella...camera da letto, si trova nella camera da letto... Angioletto... >>

Finì il padre.

Dopo attimi di esitazione, Coraline parlò.

<< Io... Vi voglio bene! >>

Non lo diceva spesso ma questa volta il suo cuore non si fece sfuggire quest'occasione. Sorrise ad entrambi e, senza perdere altro tempo, se li mise nella tasca libera. Dopo aver afferrato la piccola pala il suo corpo si bloccò improvvisamente con l'ascolto di misterioso suono simile ad una molla che veniva pizzicata.

<< W-Wybie? >>


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Coraline 2 - Il gioco ricominciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora