Capitolo 8 - Ritrovamento

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Sean Yarnez mandò via quella banda di delinquenti e mi fece entrare in casa sua per medicarmi le ferite procurate nella rissa.
- Voglia scusare i miei sottoposti detective, la colpa è mia: avevo detto loro di non far avvicinare nessuno a casa mia, e a quanto pare avrei dovuto aggiungere di non usare la forza. -
- Si figuri, signor Yarnez, era da tempo che non mi battevo con qualcuno, è stato liberante in un certo senso. -
- Se lo dice lei... - fece Yarnez scoppiando a ridere; era davvero cordiale e molto educato, non riuscivo a capire perché si fosse circondato di teppisti.
- Prego, si accomodi in salotto. Si trova in fondo al corridoio a sinistra - mi indicò l'investigatore - io la raggiungerò a breve con il necessario per medicarla. -
- Le ho già detto che non c'è bisogno di arrivare a tanto. - lo ringraziai imbarazzato.
- insisto detective; dopo quello che le hanno fatto è il minimo che possa fare. - detto questo si allontanò da me.
Rimasto solo andai fino in fondo al corridoio come mi era stato indicato, girai l'angolo ed entrai in un accogliente salotto arredato con grandi scaffali colmi di libri.
Appena varcai la soglia notai un uomo seduto su un divanetto intento a leggere uno di quei libri. Il suo viso era avvolto in una sciarpa e non riuscivo a vederlo.
- Buongiorno. - salutai formalmente sedendomi su una poltrona di fronte a lui.
- Ti avevo detto di non disturbarmi quando indago per conto mio Percivals. - replicò l'uomo con voce familiare.
Riconobbi immediatamente in quella voce il tipico tono pacato di Jonathan Pillow, alzai gli occhi e vidi i suoi lineamenti affilati emergere dalla sciarpa che indossava. In quel momento provai un mix di felicità e soddisfazione, avevo ritrovato il mio partner e ci ero riuscito quasi del tutto da solo!
Mi misi in piedi per avvicinarmi a lui; quando gli fui abbastanza vicino lo colpii in pieno volto con un pugno, facendolo gemere dal dolore.
- Te lo saresti dovuto aspettare dal tuo partner! Sei sparito per una settimana dico, una settimana! Hai una minima idea di quanto lavoro ho dovuto svolgere da solo mentre tu te ne andavi in giro?! - sbottai tornando sulla poltrona.
- Di quel lavoro me ne sarei occupato una volta tornato al dipartimento - rispose Pillow massaggiandosi il naso - certo che oltre alle tue capacità deduttive utilizzate nel caso Garcia hai anche un bel destro Percivals, c'è forse qualcosa che non sai fare? -
- Non cambiare discorso ora, per trovarti ho dovuto... aspetta come fai a sapere del caso Garcia? -
- Mi sono tenuto in contatto con il capitano Becker e Mac Phil, in modo da rimanere sempre aggiornato. -
- Questo spiega perché non si preoccupavano più di tanto della tua assenza... e come mai io ero l'unico a non saperne niente? -
- Se avessi saputo la mia posizione probabilmente mi avresti cercato, e io non ti voglio sulla coscienza, ad ogni modo, come hai capito che ero nel Bronx? -
- È stato Reeves a dirmelo; ti aveva visto in una registrazione di sicurezza. -
- Quell'idiota di Mac Phil - sibilò a denti stretti il detective - eppure gli avevo detto di controllare personalmente le registrazioni nel caso fossi stato ripreso. -
- Quindi stava fingendo di non conoscere la tua posizione - dissi pensieroso - e quando il suo partner ci ha rivelato la tua posizione deve essersi trovato con le spalle al muro, il che spiega la sua reazione esagerata. -
- Ad ogni modo - mi interruppe Pillow - ora che sei qui la mia copertura è a rischio. -
- Copertura? Ma che stai dicendo? -
- in questo momento sono in borghese e sto reperendo informazioni da questo investigatore privato. Oh, eccolo che arriva; tu ed io non abbiamo mai parlato. - si rimise la sciarpa e ritornò a leggere il libro.
- Scusi per l'attesa detective, ho portato il kit di primo soccorso. - mi fece Yarnez entrando, quindi si sedette di fronte a me e cominciò a tamponarmi le ferite con dell'ovatta imbevuta di disinfettante.
- Bene, così dovrebbe andare. - disse dopo avermi medicato - L'ho sentita discutere animatamente con il signor Parker, per caso vi conoscete? -
- A dire il vero sì - risposi guardando Pillow mentre mi lanciava un'occhiataccia - anche se il suo vero nome non è Parker, ma Jonathan Pillow; è un detective del Dipartimento di Polizia di New York, nonché mio partner. -
Yarnez trasalì: - Oh Cielo! Jonathan, mi spieghi perché ti sei spacciato per uno sconosciuto? -
- Temevo che non mi avresti dato le informazioni che cercavo, Sean. - sospirò Pillow togliendosi la sciarpa.
- Un attimo, voi due vi conoscete? - li interruppi.
- Sì Percivals, una volta eravamo colleghi... - mi rispose Pillow.
- Quindi lei era un detective, signor Yarnez. -
- Già, ma non lo sono rimasto a lungo; si può dire che non mi sia trovato bene in quell'ambiente di lavoro. -
- E nonostante tutti questi anni non sei cambiato di una virgola - commentò Pillow - leggi ancora Goethe? -
- Sì - replicò Yarnez sorridendo - ho tutti i suoi testi e quelli di Pascal nella mia libreria; a volte rileggerli mi aiuta a risolvere dei casi. -
- Come quando eri in centrale. Oh beh, visto che la mia copertura è saltata credo che andrò via, farò tesoro delle informazioni che mi hai dato, seppur inconsciamente. - il detective si alzò e uscì dal salotto. Lo seguii a ruota cercando di non perderlo di vista.
- Ma come - disse l'investigatore privato mentre lasciavamo la sua dimora - ve ne andate proprio adesso? -
- Non preoccuparti Sean - gli fece Pillow - ho come l'impressione che tra non molto le nostre strade si incroceranno di nuovo. Andiamo Percivals, avremo molto lavoro da sbrigare una volta tornati al dipartimento. -

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