Capitolo 25 - Passato

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- Il mio unico obiettivo è sempre stato quello di far rispettare la giustizia - cominciò Yarnez - per questo diventai un detective. Ma quando giunsi al dipartimento mi ritrovai di fronte ad una realtà ben diversa da quella che immaginavo. Infatti, coloro che avrebbero dovuto amministrare la giustizia erano più corrotti degli stessi criminali che arrestavano. Non era raro assistere a scene di potenti che grazie ai loro soldi compravano interi processi per non pagare il prezzo dei loro crimini, di innocenti che venivano incolpati ingiustamente e utilizzati come capro espiatorio per favorire qualcuno che non poteva permettersi una fedina penale sporca. Non potevo permettere che il nome della giustizia venisse infangato in quel modo, così tentai con tutte le mie forze di cambiare le cose dall'interno, nella speranza di essere seguito. Ma i miei sforzi furono vani. Nessuno aderì alla mia causa. Alcuni erano talmente immersi in quella palude di corruzione da non poterne più uscire, altri temevano che ci sarebbero state delle ripercussioni se fossero passati dalla mia parte. Dopo due anni passati in quel letamaio ne avevo le tasche piene, quindi lasciai la polizia. Mi trasferii nel Bronx, dove sapevo che nessuno dei miei ex colleghi sarebbe mai venuto a cercarmi, e fondai il mio studio da investigatore privato. Avrei fatto rispettare la giustizia a modo mio, e nessuno mi avrebbe ostacolato. Tuttavia mi mancava qualcosa, e per quanto mi impegnassi non riuscivo a capire cosa fosse. La rivelazione arrivò una sera all'inizio di quest'anno. -

- Mi stavo chiedendo quando saresti arrivato al punto. - commentò Pillow.

- Ancora un po'di pazienza Jonathan. Era piuttosto tardi e stavo ritornando a casa da un'investigazione su un marito che picchiava la moglie. Mentre percorrevo una delle vie secondarie del mio quartiere venni avvicinato da un uomo incappucciato che mi puntò un coltello alla gola e mi intimò di fermarmi. Inizialmente credetti si trattasse di una rapina o di qualche minaccia, alle quali ero abituato, così con molta facilità mi avvicinai e lo disarmai facendolo cadere a terra prima che lui se ne rendesse conto. Ma quel tizio non voleva né rapinarmi né minacciarmi, voleva uccidermi. Si rialzò di scatto e mi si buttò addosso facendoci cadere entrambi. Mi afferrò il collo e tentò di strangolarmi. Istintivamente estrassi dal cappotto la mia pistola e gli sparai nello stomaco. L'uomo allentò subito la presa e si accasciò di lato mentre intorno a lui si stava spandendo una pozza di sangue. Una volta ripreso gli controllai il polso: era morto. Gli scoprii il volto e realizzai che era proprio l'uomo sul quale stavo investigando. Mi venne da vomitare: avevo ucciso una persona! Alla fine anche io mi ero abbassato al livello dei criminali con cui avevo a che fare. Ma non era forse meglio così? Quell'animale non meritava forse la morte per ciò che aveva fatto? Ebbi un'illuminazione: l'unico modo per combattere il male era estirparlo alla radice, eliminando definitivamente i criminali. Non è forse così che funzione la giustizia che tanto dite di perseguire? Un giudice condanna a morte coloro che si sono macchiati dei peggiori crimini. Sinceramente non avevo mai approvato questo sistema, ma in quel momento capii che era l'unico che valesse la pena di sfruttare. Sarei diventato il giudice che avrebbe liberato questo mondo dal male, uccidendo uno ad uno tutti i criminali. -

- Questa non è giustizia! - esclamai - autoproclamarsi giudice supremo e ammazzare chiunque sembri anche solo vagamente un criminale non è altro che pura follia! -

- Ti sbagli. - ribatté Yarnez - Non ho mai ucciso a caso. Tutte le persone che giustiziavo erano criminali, con molti precedenti alle spalle per giunta. Mi ero posto l'obiettivo che avrei ripulito le strade di questa città dall'immondizia che la polizia non voleva raccogliere. Ma sapevo che non ce l'avrei mai fatta da solo. Perciò assunsi Ilary. Mi serviva una persona della quale potermi fidare e sulla quale fare affidamento, e lei calzava perfettamente a questo ruolo. Il suo passato era pieno di violenze subite prima dai familiari, poi dai colleghi di lavoro; io mi offrii di fare giustizia, a patto che lei mi aiutasse nella mia crociata. Le sue conoscenze sulla psicologia umana mi furono decisamente utili per far sì che sempre più persone aderissero alla mia causa. Da quel momento in poi penso conosciate già la storia: io che recluto sicari, la polizia sulle mie tracce, eccetera eccetera. -

- Sono d'accordo. - disse Pillow - Veniamo a noi. Ora ci ucciderai se non erro. -

- Oh Jonathan, sei sempre stato un ottimo detective. Il tuo intelletto è pari solo al tuo senso di giustizia, e ciò ti fa onore. Ed è proprio a causa di questo che adesso tu e il tuo partner vi trovate in questa posizione. Sei stato un valido avversario, ma è giunto il momento di farla finita. Nessuno verrà ad aiutarti. -

- Ne sei sicuro? - chiese Pillow - Vedi Sean, credo che tu abbia commesso un grosso errore. Hai sempre dato per scontato che io lavorassi da solo, che non mi fidassi di niente e di nessuno, ma non è così. Io non sono solo, e presto te ne renderai conto. - cominciai a sentire un rombo farsi sempre più forte. Un elicottero si stava avvicinando. Successivamente avvertii anche le sirene di una decina di volanti. In quel momento capii il piano del mio partner: aveva guadagnato tempo per permettere alla polizia di arrivare.

- Hai capito adesso Sean? In questo momento una ventina di agenti sono appostati qua fuori con l'ordine di entrare se dovessero sentire anche un solo sparo. In più un elicottero della polizia sorvola l'area in modo da intercettare chiunque esca da questo magazzino. Ora ti trovi di fronte a due possibilità: puoi arrenderti e consegnarti, o ucciderci tutti. A te la scelta. -

Yarnez scoppiò nuovamente a ridere, questa volta molto più forte di prima. - Sai perché ho scelto la lettera K come mio nome? Perché la k è una lettera usata nell'algebra per indicare una variabile, un numero che può assumere qualsiasi valore. Questo è quello che voglio, voglio che ci siano K in tutto il mondo, per portare la giustizia là dove non c'è. -

- Così però otterrai solo l'anarchia, non ci hai pensato? - asserii.

- Certo Percivals, infatti ho deciso di elencare tutte le caratteristiche che una persone deve avere per essere K, e le ho date ai miei seguaci, affinché ne scoprano di nuovi. E se uno dei K designati non dovesse assolvere ai propri compiti, verrà eliminato in favore di un altro. In altre parole, la mia morte non significa nulla, ormai ho assolto ai miei doveri. -

- presumo che non ti arrenderai quindi. - fece Pillow - Molto bene, vorrà dire che dovrò utilizzare il mio piano di emergenza. -

- Piano d'emergenza? E quale sarebbe? - domandai.

- Darsela a gambe! - urlò il mio partner afferrandomi per un braccio e cominciando a correre.       

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