Capitolo 21 - Matassa

61 4 0
                                    

Non sapevamo che genere di indizi ci avrebbe dato K, ma eravamo certi del modo in cui ce li avrebbe forniti. Il giorno seguente ricevemmo dal Bot la notizia del ritrovamento di due cadaveri in un appartamento di Cooper Street. Giunti sul posto ci accingemmo ad entrare, ma venimmo prontamente fermati da Mac Phil e Reeves, i quali ci avevano preceduti.
- Facci passare Mac Phil, dobbiamo esaminare i corpi prima che venga portato via. - disse Pillow laconico.
- Spiacente Pillow, l'ordinanza restrittiva nei vostri confronti parla chiaro: non potete interferire in alcun modo nelle indagini. -
- Al diavolo l'ordinanza, questa è una questione di vita o di morte! - ribatté Pillow, quindi raccontò loro delle indagini che avevamo svolto in segreto e del rapimento di Yarnez e di Ilary.
- Idioti! - esplose ad un certo punto Reeves. Non lo avevo mai visto così infuriato, a dire il vero non lo avevo mai visto esprimere dei sentimenti. Tremava distintamente, il suo viso era diventato trovo, quasi malvagio, e i suoi occhi grigi si erano accesi di rabbia. - Non solo avete contravvenuto ad un ordine del procuratore distrettuale, ma avete anche messo al corrente di informazioni riservate dei civili, civili che ora sono in pericolo di vita! Ora trovatemi un motivo, uno solo, per il quale non dovrei ammanettarvi e sbattervi dentro. -

- Se ci arrestassi noi non potremmo trovare i due ostaggi e K li ucciderebbe - rispose freddamente Pillow - in questo modo dovrai portarti sulla coscienza la vita di due persone innocenti. Questo a meno che non ci fai entrare in quella stramaledetta casa e non ci fai esaminare quei cadaveri. - Reeves si calmò seduta stante, tornando alla sua normale espressione apatica. Fissò per un paio di secondi Mac Phil, gli fece un segno di intesa e si spostò, lasciando libero il passaggio. - Avete mezz'ora per trovare quello che cercate. - disse allontanandosi con l'altro detective.
Ci fiondammo dentro l'abitazione e cominciammo a guardare ovunque. Pillow si occupava dei cadaveri, due uomini pieni di cicatrici e tatuaggi crivellati da una scarica di kalashnikov, io controllavo in giro in cerca di qualche messaggio.
- Come va Pillow? - gli chiesi dopo un po'.
- Male, neanche una traccia che possa tornarmi utile, a te invece? -
- Ancora niente, tutti i mobili dell'appartamento sono distrutti, devono aver buttato giù una bella quantità di piombo. -
- Qualche idea sulla dinamica? -
- K deve aver attirato le due vittime in questa trappola, dopodiché i suoi uomini hanno fatto irruzione sfondando la porta, li hanno uccisi e poi hanno distrutto il resto dell'appartamento. In seguito hanno recuperato bossoli e proiettili, suppongo anche dai cadaveri, e poi se ne sono andati. Quest'ultima osservazione mi fa pensare che erano più di uno i sicari. -
- Bene, possiamo andare. - disse il mio partner alzandosi in piedi e uscendo dall'abitazione.
- Cosa? Ma non abbiamo trovato niente. -
- Appunto Percivals, stiamo perdendo tempo. Torniamo al quartier generale e attendiamo la prossima mossa di K. - Scendemmo le scale e ci dirigemmo verso Mac Phil e Reeves.
- Dobbiamo poter esaminare tutte le vittime di K e le rispettive scene del crimine nelle prossime quarantotto ore - asserì il mio partner - ci rifaremo vivi qualora ci fossero novità. -
- E come pensi di metterla con gli altri agenti, non possiamo lasciarvi gironzolare senza che nessuno se ne accorga. - obbiettò Mac Phil.
- Dovrete tenere lontani la scientifica e ogni altra potenziale causa di contaminazione delle prove fino al nostro arrivo e per i trenta minuti successivi, giusto il tempo a noi necessario per investigare. Immagino che sia un compito abbastanza semplice persino per voi. -
Fu una giornata davvero estenuante quella: io e il mio partner, così come Mac Phil e Reeves, ci spostavamo da un punto all'altro di New York ogni volta che veniva trovato un nuovo cadavere. Non facevamo in tempo ad analizzarne uno che eravamo informati di un altro ritrovamento dalla parte opposta della città. E quella era solo la prima parte. Durante ogni sopralluogo prendevamo appunti su quello che trovavamo e in seguito io li mandavo al Bot, che nel frattempo cercava di decifrare quel macabro codice.
Dopo essere tornati in Johnson Avenue in tarda serata, continuammo a scervellarci nel tentativo di dipanare l'enorme matassa di dati che avevamo raccolto quel giorno.
Il mattino seguente eravamo al limite: nonostante avessimo combinato in centinaia e centinaia di modi le informazioni trovate non eravamo giunti a nessuna conclusione. Il morale era basso e il sonno e lo stress accumulati non facevano altro che peggiorare la situazione.
- Ci sta sfiancando. - disse Pillow.
- Ma buongiorno capitan Ovvio, hai finito la dose di genialità? - ribattei irritato; il sonno e la frustrazione mi avevano reso intrattabile.
- Hai capito male Percivals, l'obiettivo di K era proprio questo: farci stare in piedi tutta la notte ad analizzare informazioni apparentemente sconnesse fra di loro così da diminuire le nostre capacità di ragionamento e renderci scontrosi come te in questo momento, e devo dire che ci è riuscito anche abbastanza bene. Grandioso. -
- Perché non ce ne ha parlato prima detective? - domandò Il Bot.
- Non potevo esserne sicuro al cento per cento, non finché non avessimo esaminato tutte le possibilità senza successo. Sento di essere vicino alla ricomposizione del mosaico, ma devo ancora trovare quel piccolo tassello mancante... -
- Prova a sentire questo! - sbraitai alzandomi di scatto dal divanetto del salotto e scaraventandomi contro Pillow. Ero a dir poco furioso, non solo tutto il nostro lavoro era stato inutile, ma lui lo sapeva perfettamente e non ce l'aveva detto. Lo afferrai per il collo della camicia e lo colpii in pieno viso con tutta la forza di cui disponevo nel braccio. Il suo volto e i suoi vestiti si sporcarono di sangue proveniente dal suo naso. Stavo per sferrare il secondo pugno, ma Pillow bloccò il mio polso con la sua mano; non credevo fosse tanto forte da immobilizzarmi il braccio.
- Stai facendo il suo gioco Percivals! - bofonchiò per lo sforzo - Se continuerai in questo modo non concluderemo niente. -
- La smetta detective Percivals! - mi ordinò l'hacker - È stato appena ritrovato un altro cadavere. Dovreste investigare. - lasciai andare il mio partner, il quale si mise del ghiaccio sul naso, e uscimmo di casa.
Raggiungemmo il luogo del delitto venti minuti dopo, una squallida stradina secondaria parallela alla quarantasettesima costeggiata da villette a schiera.
- Buongiorno colleghi - ci salutò Mac Phil - Ehm, Pillow, cos'hai fatto al naso? -
- Non fare domande - replicò Pillow con voce nasale - dov'è il corpo? -
- Dentro quell'abitazione. In cucina per l'esattezza. - rispose Reeves indicando una villetta.
Entrammo nella casa e ci dirigemmo in cucina. Quello che trovammo ci fece rimanere senza parole: Hannah Carter era distesa a terra con gli occhi vuoti e la schiuma alla bocca.

Crime SceneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora