Capitolo 23 - K

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- Così è questo il volto di K - disse Pillow con la sua tipica freddezza - sinceramente me lo aspettavo diverso. -

- Me lo dicono in molti - replicò laconico l'uomo - tuttavia non ho organizzato questo incontro per ascoltare i vostri commenti sulla mia faccia. Devo dire che ci avete messo un po'ad arrivare... -

- Ma ora siamo qui - lo interruppe Pillow - e ora, se non le dispiace, vorremmo che rispettasse i patti e ci riconsegnasse l'investigatore privato Yarnez. -

- Certamente. Avrò anche ucciso tante persone, ma mantengo sempre la parola data. - K tirò per il gomito Yarnez e lo fece alzare, poi lo spinse in avanti e lo fece scendere da quel palchetto. "Bene - pensai - ora anche Yarnez è fuori pericolo; beh, più o meno; dobbiamo fare uscire lui e Ilary dal magazzino e..." in quel momento vidi K estrarre dal cappotto una pistola e puntarla alla schiena dell'investigatore. Non feci neanche in tempo a urlargli di spostarsi che il criminale premette il grilletto. Il colpo esplose con un fragore assordante, reso ancor più insopportabile dal riverbero del magazzino. Yarnez venne preso in pieno; per un istante si pietrificò, la sua espressione era a metà tra l'incredulo e il dolorante, e cadde in avanti schiantandosi al suolo. Sulla parte posteriore della sua giacca cominciò ad espandersi in prossimità del foro lasciato dal proiettile una chiazza rossa.

Ilary lanciò un urlo e si coprì il viso con le mani cominciando a singhiozzare, Pillow rimase con gli occhi sbarrati e la bocca semiaperta.

La rabbia prese il sopravvento su di me. - Maledetto bastardo! - gridai estraendo la mia pistola con tutto il fiato che avevo in gola.

- Io non lo farei se fossi in lei detective. - disse K - Vedete, in questo momento su ognuna delle vostre teste è puntato un fucile da cecchino posto a trecento metri di distanza da qui. Un solo passo falso e le vostre cervella salteranno in aria. Ora siate gentili, gettate le vostre armi a terra e allontanatele da voi. -

Non avevamo scelta. Per quanto detestassi l'idea di piegarmi al volere di un criminale dovetti lanciare via la mia pistola. Lo stesso fecero il mio partner e Ilary.

- Perché lo hai ucciso? - domandò ad un certo punto Pillow. "Che razza di domanda è questa?! - dissi fra me e me - è un omicida fuori controllo, ecco perché lo ha ucciso."

- Dovevo farlo. Sapeva troppe cose sul mio conto. Ve l'ho detto che chiunque avesse intralciato i miei piani sarebbe andato incontro a morte certa. -

- Quindi presumo che l'unico motivo per il quale ci ha fatto venire qui fosse quello di ucciderci. Continuo però a non capire perché non ci abbia pensato prima, K. Dopotutto, sapeva ogni cosa su di noi, non sarebbe stato così difficile, non crede? -

- Ha ragione detective - replicò l'uomo - avrei potuto uccidervi in qualsiasi momento. Ma dovete sapere che, nonostante le apparenze, non sono un animale a sangue freddo che uccide per sopravvivere. Vedete, io nutro una profonda stima nei vostri confronti: siete stati gli unici a non piegarsi davanti alle numerose difficoltà che avete affrontato, avete messo in gioco la vostra stessa vita per arrivare fino in fondo al caso e scoprire la verità, il tutto in nome della Giustizia. Le persone come voi rappresentano la legge alla perfezione, e ciò non può farvi che onore. Le persone come voi sono essenziali al fine di mantenere l'ordine nelle città e sfortunatamente stanno diminuendo. Per questo ho deciso di lasciarvi in vita, nella speranza che, ostacolandovi, vi foste arresi e aveste lasciato perdere il caso. Ma a causa della vostra testardaggine non ho avuto scelta se non quella di eliminarvi. -

- Quindi sta dicendo che il motivo per cui siamo qui, la morte di Yarnez e di altre persone come Hannah Carter è solo colpa nostra?! - chiesi adirato.

- Esattamente. -

- Mi sembra un po'ipocrita da parte sua. - proferì Pillow - Dare la colpa agli altri per le proprie azioni è indice un comportamento a dir poco infantile. -

- Infantile eh? Io non credo proprio. Voi non avete idea di quanto sia pesante il fardello che porto. Anche se coloro che ho ucciso erano criminali, la feccia della società, mi sono sempre preso la responsabilità delle mie azioni, con tutto ciò che questo comportava. Il senso di colpa per aver sottratto centinaia di vite umane mi stava logorando, ma poi ho realizzato che qualcuno doveva farlo, qualcuno doveva sporcarsi le mani per ripulire questa città, e quel qualcuno ero io. -

- La sa una cosa? - intervenne Pillow - Sono stufo di sentire cazzate. - con un rapido movimento della mano tirò fuori dal cappotto una seconda pistola che non avevo notato prima e, senza pensarci due volte, sparò in testa al criminale. Il collo di K si piegò per l'urto e il suo corpo ormai senza vita cadde all'indietro.

Non riuscivo a crederci, K era morto. Finalmente lo avevamo sconfitto. Qualcosa però non quadrava. Era stato troppo semplice. Possibile che K non lo avesse previsto? Possibile che il criminale al quale abbiamo dato la caccia per mesi fosse stato preso così banalmente in contropiede? In quell'istante mi ricordai dei cecchini che K aveva menzionato e dell'ordine dato loro di aprire il fuoco su di noi qualora avessimo compiuto movimenti sospetti, e Pillow ne aveva compiuto uno bello grosso.

- Tutti a terra! - urlai d'istinto accovacciandomi e trascinando con me Ilary. Mi aspettavo di sentire il rumore degli spari, dei vetri rotti, dei proiettili che colpivano ogni cosa, ma dopo qualche secondo passato con la testa fra le mani mi accorsi che niente di tutto ciò stava accadendo.

- Alzati Percivals, sei ridicolo. - sentenziò Pillow, il quale non si era mosso di un millimetro.

- Ma che diavolo sta succedendo? -

- Un bluff, Percivals. -

- Come hai fatto a capirlo? -

- Suvvia, non dirmi che non te ne eri accorto. Questo edificio è il più alto della zona, considerando che non ci sono impalcature all'interno l'unico punto dal quale un cecchino può tenerci sotto tiro è dall'esterno, attraverso i finestroni lì in alto, ma dal momento che i magazzini circostanti nel raggio di seicento metri sono tutti più bassi, dubito che ciò sia possibile. -

- Quindi, se era tutto un bluff, anche il K che hai ucciso era un falso. -

- Precisamente, uno dei suoi uomini incaricato di ucciderci. K deve aver scelto quello con le abilità oratorie più avanzate, in modo da costruire un personaggio credibile, ma a quanto pare questo tizio ha esagerato nel fattore teatralità. Il troppo stroppia dopotutto. -

- Siamo stai giocati in pieno, di nuovo! E adesso che facciamo? -

- Potremmo dialogare con il vero K... -

- Mi stai prendendo in giro? Pensi che arriverà qui da un momento all'altro con uno schiocco di dita? -

- A dire il vero è già qui. Andiamo Sean, basta con questa farsa, puoi anche smetterla di fare il morto. -

Il mio sguardo si voltò verso Yarnez. Il suo corpo cominciò a muoversi, come se scosso da degli spasmi. L'investigatore che fino a qualche istante prima credevo morto si stava rialzando ridacchiando di gusto.

- E così alla fine mi hai scoperto Jonathan. Temevo che non ci saresti mai arrivato. - si mise in piedi, poi, leggendo il mio sguardo confuso - Sì Percivals, è proprio così. Io sono K. -

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