Capitolo 17

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<<ciao raggio di sole>> mi salutò lui con il sorriso stampato sulle labbra, un sorriso che avrei volentieri tolto a forza di schiaffi.

<<cosa ci fai qui?>> domandai ancora inchiodata fuori dalla stanza.

<<ci lavoro, sono un aiutante>> rispose tranquillamente mentre smanettava con una specie di pistola.

<<cosa vuol dire che ci lavori?>>

<<non ci sono altri modi per spiegarti che lavoro qui, ho iniziato come aiutante per racimolare un po' di soldi, poi mi sono appassionato e quando si sono offerti di insegnarmi il mestiere ho accettato subito. Ora ti siedi e smettila di guardarmi come se avessi tre teste>> disse guardandomi mentre un ciuffo gli cadde sugli occhi. Mi avvicinai al lettino e con l'aiuto del rialzo mi sedetti.

Mi venne spontaneo osservare Duncan mentre preparava il necessario, il ciuffo gli cadeva disordinatamente sugli occhi, teneva il labbro tra i denti bianchi per la concentrazione e aveva lo sguardo come quello di un bambino che guarda la sua squadra preferita allo stadio.

Non aspettai molto che la porta da dove ero entrata e un uomo altrettanto tatuato dalla testa ai piedi entrò nella stanza.

<<bene Duncan sei pronto?>> chiese ignorandomi alla grande e dando attenzioni solo al suo pupillo, che annuii per poi girarsi a guardarmi.

<<va bene allora mettiamoci al lavoro, dimmi bella cosa vuoi che ti tatui?>> chiese gentilmente l'uomo rivolto a me questa volta.

<<em... voglio scrivere una sola parola, "forever", qui>> gli spiegai mentre allungavo il braccio per indicargli il punto esatto. Lui annuì e si mise all'opera per disegnare u modello da farmi vedere.

<<Raggio di sole tutto bene? Sei bianca come un lenzuolo>> mi disse.

<<si tutto bene, solo..fa male?>> chiesi in pieno panico

<<dipende da quanto sopporti il dolore>> rispose guardandomi e per un attimo mi sembrò che non stesse parlando del dolore fisico che sarebbe arrivato entro poco. Non risposi e mi limitai a lanciargli un ultimo sguardo mentre aspettavo.

Il tipo finì di tatuarmi dopo 5 minuti minuti, mi aspettavo un dolore lancinante, invece provai solo un leggero fastidio quando ripassò una lettera. Mi bendò il tatuaggio con la plastica e mi diede una pomata dicendo di spalmarmela tutti i giorni almeno due volte, ringraziai e uscii cercando di non incrociare lo sguardo di Duncan.

Mentre eravamo in macchina per fare ritorno al nido, non riuscivo a togliermi dalla testa quel foglio medico che avevo trovato in camera dei miei, come mai mamma non ce ne aveva parlato? Questa cosa mi aveva assillato tutto il pomeriggio, mi sentivo un po' offesa per questo, insomma eravamo una famiglia ed era giusto che lei ci parlasse di quella cosa.

Era quasi ora di cena quanto rientrai, ero rimasta blocca in mezzo al traffico in orario di punta, in più stavo morendo di fame.

<<sono tornata>> urlai per farmi sentire, ma non ricevetti alcuna risposta. Nigel sapevo che non era a casa perchè mi aveva mandato un messaggio dicendomi che usciva a prendere una birra con i ragazzi, ma mi aspettavo che ci fossero almeno Max e mamma. Andai in camera loro e aprii di poco la porta, la luce era spenta e la stanza era invasa dal suono del leggero russare di mia madre, mi chiusi la porta alle spalle e scesi in cucina per prendere il telefono e ordinare cinese, anche quella sera avrei cenato da sola.


* * * * * * * * * * *

<<ragazzi zitti per favore che devo fare un'annuncio importante>> la professoressa di algebra era ormai 20 minuti che cercava di far star zitta la classe, ma senza molto successo, ad un certo punto si udii un forte fischio che ci fece ammutolire e farci girare verso la fonte del suono. Il preside, ovviamente tutto in tiro nel suo completo grigio, era in piedi vicino alla professoressa che ci guardava severamente.

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