Uscii di casa lasciando sbattere la porta così forte che per poco non la staccai dai cardini. Aveva proprio esagerato, non ci vedevo più dalla rabbia, come si permetteva di trattarla così?
Avevo avuto un'altra discussione con mio padre, cosa che capitava più o meno tutti i giorni, ma quella volta aveva davvero esagerato. Odiavo mio padre con tutto me stesso, non sapeva mai stare zitto e sparava cazzate che la maggior parte delle volte non pensava veramente, facendosi passare così per stronzo. Il mio rapporto con lui era sempre stato conflittuale da quel che io ricordassi, i miei amici si chiedevano come fosse possibile dato che secondo loro non avrebbe mai fatto del male ad una mosca e in questo avevano ragione, perché lui prima di ucciderla l'avrebbe torturata fino allo sfinimento. Il nostro rapporto era cominciato a peggiorare quando aveva iniziato a bere, diversi anni prima, ogni volta cercava scuse a caso per attaccare briga con qualcuno, come se litigare lo divertisse tanto da andarsele a cercare, principalmente però litigavamo per il comportamento che riservava a mia madre. In fondo era un bravo marito, le comprava cioccolatini, mazzi di rose e cazzate del genere, ma quando beveva, diventata un'altra persona, non le alzava le mani perché se solo ci avesse provato io e mio fratello gliele avremmo staccate e riattaccate in testa con la sparachiodi, ma con le parole ci andava giù pesante e io odiavo quella situazione.Camminai per le strade senza una meta precisa fino a quando non mi fermai di fronte ad un bar carino dove la sera facevano musica dal vivo. Quando entrai non mi accolse il suono della chitarra, ma quello di una voce metallica proveniente dalle casse poste sul soffitto, essendo pomeriggio, la musica dal vivo me la potevo anche sognare. Andai a sedermi ad un tavolino all'angolo della stanza, una cameriera arrivò a prendere la mia ordinazione e poco dopo tornò con la mia birra.
<<alcol di pomeriggio? Sul serio Duncan?>> chiese una voce al mio fianco. Il divisorio posto tra un tavolo e l'altro era abbastanza alto da farmi vedere solo il colore dei capelli dell'altra persona, così mi sporsi per vedere chi fosse e quando la vidi lì seduta a sorseggiare il suo the pensai che quello fosse il mio giorno fortunato, mi alzai dal mio tavolino e andai a sedermi di fronte a lei.
<<ciao raggio di sole>> la salutai. Mi presi qualche secondo per guardarla meglio, aveva addosso un maglione a collo alto color crema, i capelli scuri le ricadevano dritti come spaghetti si lati del viso tondo, i suoi occhi azzurri come il cielo mi guardavano curiosi, il nasino all'insù era rosso a causa del freddo e quello che preferivo di lei, ovvero le labbra, erano screpolate. Presi un lungo sorso dalla mia birra e continuai a parlare.
<<cosa ti porta da queste parti?>> le chiesi, lei dopo aver poggiato la tazza sul piattino mi rispose.
<<mi annoiavo..>> disse alzando le spalle, senza togliere le mani dalla tazza per scaldarsele con il calore da essa emanato.
<<capisco..>> risposi. Continuava ad alternare lo sguardo dalla tazza ai miei occhi visibilmente imbarazzata, cosa che io adoravo. Non si trovava più tanto spesso una ragazza che arrossiva.
<<quando è che dobbiamo tornare dai bambini?>> chiesi per rompere il silenzio che si era creato.
<<settimana prossima e a te cosa ti porta qui Duncan?>> mi chiese dopo.
<<mi annoiavo>> risposi nello stesso modo in cui mi aveva risposto poco prima, abbassò la testa cercando di nascondere un sorriso, era così dolce.
Fece un ultimo sorso di the e posò la tazza sul piattino quando un cameriere arrivò, guardandolo bene, mi accorsi che lo conoscevo, era il mio migliore amico alle medie, poi a 14 anni aveva mollato la scuola e si era trovato un lavoro. Era cambiato un sacco, aveva la faccia piena di piercing, e le braccia piene di tatuaggi, mi chiedevo come avesse ottenuto il lavoro conciato così, non che io potessi giudicarlo, avevo il braccio destro pieno di tatuaggi, ma lui era decisamente esagerato.
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Sunshine
RomanceCOMPLETATA Melinda Clark sta tornando nella sua amata Seattle dopo quattro anni di separazione, non era mai stata una ragazza che vedeva di buon occhio i cambiamenti, ma nella sua vita ce ne erano stati così tanti e dolorosi che quella pausa le era...