Capitolo 7- Duncan

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Come tutte le mattine mi svegliai presto, ero un mattiniero si.

Andai in bagno a farmi una doccia e uscii con l'asciugamano legato in vita incontrando mio fratello in mutande per il corridoio.

<<finalmente sei uscito, pensavo fossi morto dentro la doccia>> mi disse lui sbuffando.

<<tranquillo fratellino, tanto il bagno non scappa come la tua ultima ragazza>> gli risposi mentre entrava, lui si girò di scatto e mi alzò il medio prima di sbattermi la porta in faccia facendomi ridacchiare. Credo che la ragazza in questione si chiamasse Briget e non era molto... afferrata ecco, o meglio, era più stupida di un cavallo, ma almeno ero figa. Da quello che avevo capito, il mio sdolcinato fratello le aveva detto che si stava innamorando e lei è scappata a gambe levate, credo che stia con Brody ora.

Il rapporto con mio fratello andava molto a convenienza, quando avevamo bisogno c'eravamo l'uno per l'altro, ma nel frattempo ognuno si faceva i fatti propri, lui stava con i suoi amici sfigati e io con la squadra.
Ci uscivo qualche volta con lui e il gruppo, quando non avevo di meglio da fare.

Io ero il capitano della squadra di Football nonché rappresentante di classe ed ero stato nominato Re del ballo per diversi anni di fila, insomma io ero una persona molto conosciuta e importante nella scuola, lui era solo mio fratello.

Nostra madre la sera precedente ci aveva avvisato che sabato sera saremmo dovuti andare a cena da una sua vecchia amica, che aveva dei figli della nostra età, credo si chiamasse Lauren, ma io per fortuna ero riuscito a rifiutare siccome quella sera avevo gli allenamenti.

<<come mai sei sveglio a quest'ora?>> chiesi a Ryan attraverso la porta

<<vado fuori a fare colazione con i ragazzi>> mi rispose.

Chissà se ci sarebbe stata anche... come aveva detto che si chiamava la morettina con gli occhi da cerbiatta?

<<ci saranno anche i ragazzi nuovi, la coppietta?>>

<<no, avevano da fare e poi Duncan lascia stare Mel>> mi disse chiudendo così il discorso.

Era strano, tutti mi dicevano di lasciare stare quella ragazza di cui poi non sapevo neanche il nome, "Mel" era l'unico appellativo che potevo dargli, insomma cosa mai potevo farle? Qualcosa effettivamente mi venne in mente, ma non credo che il suo ragazzo sarebbe stato molto d'accordo.


Ripensai all'altro giorno in biblioteca. L'avevo inquadrata come una ragazza fragile dal nostro primo incontro nei corridoi, quando non aveva spiccicato parola, sembrava terrorizzata e frastornata allo stesso tempo. Invece era risultata tutt'altro, mi intrigava sempre di più, dovevo scoprire di più sul suo conto, non era come tutte le altre ragazze, aveva qualche cosa di affascinante e innocente, ma anche di oscuro e segreto.

Presi dall'armadio una tuta nera e scesi in cucina. Come al solito sia mia madre che mio padre erano al lavoro e ci avevano lasciato un post-it attaccato al frigo dove c'era scritto cosa fare per pranzo, lo ignorai e aprii la porticina per prendere del succo e gli ingredienti per farmi un toast. Quando finii la colazione presi il borsone e uscii di casa senza salutare, misi il borsone tra le gambe e partii con la moto.

In quella palestra ci ero cresciuto, lì tutti mi conoscevano, il proprietario era mio zio, lui si era preso cura di me nella mia infanzia siccome mio padre e mia madre lavoravamo sempre, questo luogo mi trasmetteva tranquillità e serenità, mi faceva sentire al sicuro.

<<hey Naomi >> salutai mia cugina dietro il bancone.

<<ciao cugino>> mi rispose sorridendomi dolcemente e appoggiandosi con gli avambracci al tavolo.
Naomi era una ragazza molto bella, di due anni più grande di me; aveva i capelli neri e gli occhi verdi e il braccio destro tutto tatuato, il suo modo di porsi agli altri non si avvicinava minimamente a quello che era lei veramente, sfortunatamente mia zia, sua madre, era morta quando era molto piccola e con il passare degli anni si era costruita una specie di armatura in cui lasciava entrare solo poche persone.

Mi avvicinai subito al sacco, era l'attrezzo che più preferivo, mi faceva scaricare la rabbia e lo stress.

Sinistro, destro, sinistro, calcio, continuai così fino a quando non mi dovetti fermare per il dolore alle nocche. Mentre mi toglievo le fasce, mi guardai intorno e notai una figura snella che correva sul tapiroulan, le gambe erano fasciate da un leggins che fasciano perfettamente quel corpo, da farlo risultare quasi illegale. La ragazza si fermò mentre l'ammiravo e prese l'asciugamano per asciugarsi il collo, ma questo gli cadde e lei dovette abbassarsi per raccoglierlo e cazzo... era una visione, si rialzò e finalmente si girò permettendomi di vederla in viso. Era la ragazza nuova, era Mel. Come se l'avessi chiamata si girò vero di me beccandomi proprio mentre me la stavo mangiando con gli occhi, mi inchiodò con lo sguardo e mi guardò male.Non riuscivo neanche volendo a starle lontano, quindi pensai che l'universo fosse dalla mia parte e decisi di andare da lei.

<<hey Mel vedo che non riesci proprio a starmi lontana>> bugia, ero io che non riuscivo a non guardarla, era davvero bellissima, soprattutto quando alzava gli occhi al cielo come in quel momento.

Prese l'asciugamano che aveva appoggiato di nuovo al tapiroulan e mi sorpassò per andarsene, ma la fermai prendendola per il polso, non mi piaceva essere ignorato, era una cosa che odiavo, anche perchè non ci ero abituato, di solito le ragazze facevano la fila per essere sotto la mia attenzione. Lei si girò verso di me scocciata, cosa che mi fece impazzire ancora di più.

<<cosa vuoi?>> mi domandò fredda.

<<volevo solo salutarti e chiederti come stai>> le dissi nel modo più garbato che conoscevo e sfoggiando il mio miglior sorriso.

<<pff, come se ti interessasse>> rispose sbuffando, il sorriso mi morì sulle labbra. Stava scherzando? Un'altra al suo posto mi sarebbe già saltata addosso.

<<se te l'ho chiesto vuol dire che mi interessa no?>> domandai

<<fidati, non ti interessa e io non sono costretta a rispondere, ora se non ti spiace vorrei riavere il mio braccio>> disse tirandolo verso di sè. La lasciai e lei dopo avermi guardato male per la terza volta nel giro di cinque minuti si girò e se ne andò lasciandomi a guardarla come un pesce lesso.

<<hey aspetta>> le dissi correndole dietro.

<<che vuoi adesso?>> chiese sempre più innervosita.

<<mi chiedevo se volessi uscire con me>> chiesi.Mi accorsi che per la prima volta ero nervoso e ansioso di sapere io la risposta, io Duncan Foster, stavo davvero sperando he una ragazza accettasse il mio invito ad uscire? ma come mi ero ridotto... Era tutta colpa di Mel e del suo corpo da urlo se ero ridotto così.

<<stai scherzando vero? >> mi chiese.

<<certo che no>> risposi.

<<Ascolta Duncan, io non uscirei con te neanche se fossi l'ultimo ragazzo sulla terra>> rispose seria, lasciandomi spiazzato. Vedendo che non rispondevo se ne andò verso i pesi, la seguì con lo sguardo e la vidi andare incontro al suo ragazzo, gli disse qualche cosa e lui si girò a guardarmi come se mi volesse bruciare vivo con lo sguardo, ma con me non funzionava bello, io ero uno che non si spaventa per così poco e quando volevo una cosa la ottenevo sempre e in quel caso , io, volevo lei.

Andai in spogliatoio a cambiarmi ancora con la sua risposta che mi frullava in testa, perchè non avrebbe voluto uscire con me? Dovevo per forza farmi dare una risposta o sarei impazzito, mi feci una doccia, misi i vestiti puliti e uscì dallo spogliatoio, andando verso la porta, mi girai verso di lei e la beccai a fissarmi, così le feci un'occhiolino e uscì dalla palestra.




SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, COME SEMPRE SONO CURIOSA DI SAPERE COSA NE PENSATE..

BACI BACI Alice💋

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