Capitolo 5

277 49 44
                                    

Sometimes the past comes back in our lifes to remind us who we are and why are we fighting for something. We should not forget the past, because past is what makes us present. Without past, there's no present. Without present, we can't even think about future.

<<Hi american boy! I'm making a plan for tomorrow, even though my eyes are closing. This city is very tiring. I was thinking... When you finish working you can meet me for a coffee. Is this a good idea?>>

Clicco invio.

"Perchè non gli hai proposto qualcosa di più interessante, tipo farti da guida per la città?" urla con tutta la sua forza la mia coscienza. Fortunatamente non è qui, altrimenti anche Paola avrebbe detto la stessa cosa, ma questa volta le mie orecchie l'avrebbero sentito forte e chiaro, invece che rimbombare semplicemente nella mia testa. Mi ripeto che ho fatto bene a essere un po' più distaccata, ma il mio cuore sa che facendo così, se qualcosa andrà storto soffrirà di più. Ma evidentemente mi piace soffrire, altrimenti non mi sarei mossa esattamente come la scorsa volta.

Ero appena diventata maggiorenne quando capii cosa significasse la parola amore. Si chiamava Andrea Lonne e aveva la mia stessa età. A differenza mia, frequentava il liceo scientifico, ma era noto per non essere propriamente un gentiluomo. Mi ero ripromessa di non prendermi una cotta per lui, ma questo fu inevitabile quando incontrai il suo volto. Non aveva tratti particolari, ma quel sorriso era così dolce, sembrava perfetto. Non fu facile per me farmi notare da lui, provai di tutto, dal passare "casualmente" di fianco alla sua classe, a cercare di farlo ingelosire con altri ragazzi. La missione fu un successo: un giorno, davanti al cancello della scuola, mi invitò ad un appuntamento. Dopo qualche uscita insieme, complice anche qualche cocktail di troppo, ci baciammo per la prima volta ad una festa in discoteca. Dopo poco ci fidanzammo. Ero innamorata persa, sempre con gli occhi a cuoricino. Paola continuava a dirmi che era un bastardo, che non dovevo fidarmi di lui, ma credevo che dietro alle sue parole si celasse un po' di invidia: era pur sempre il ragazzo più bello della scuola. Anche all'università la sua reputazione non cambiò. Lui era uno studente di economia, quindi studiava dall'altra parte di Firenze, ma mi fidavo di lui. Un giorno, però, Paola, dopo aver indagato un po', mi mandò una foto, che ritraeva Andrea, nel bagno dei maschi, intento a baciare, approfonditamente, quella "simpatica" della sua compagna di classe Linda, che avevo conosciuto ad una festa, con alcuni amici del mio allora fidanzato. Lo avevo avvertito che quella non mi piaceva ma, a quanto pare, a lui poco importava. Lo lasciai subito, dimostrandomi forte. Lui non provò nemmeno a chiedermi scusa, dandomi conferma che avevo fatto la scelta giusta. Probabilmente a lui non è mai fregato nulla di me, voleva soltanto portarmi a letto, e dopo esserci riuscito è partito alla conquista di una nuova preda. La verità è che io ci ho messo mesi a riprendermi. Per me è stata una batosta, soprattutto perchè gli avevo concesso di invadere la mia più privata intimità, ma lui l'ha solamente sfruttata per trarne un piacere carnale. Fu grazie a Paola e Roberto se oggi ho imparato nuovamente a godere dei piccoli piaceri della vita, come un buon caffè la mattina, o un sorriso che accende la giornata. Quello che però non sono mai riuscita a superare del tutto è la paura di fidarmi delle persone. Mi hanno tradita più di una volta, e so che ci sarà sempre una prossima, prima o poi. Ok, è una visione alquanto pessimistica e probabilmente non avreste mai pensato che potesse uscire una frase simile dalla mia bocca, dopo avermi conosciuta. Ma sono pur sempre la contraddizione fatta a persona, quindi non è poi così assurda la cosa. Ma ora che sono qui e ho rotto tutti i legami col mio passato, vorrei ricominciare da zero, su tutto.

Tutta una questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora