Capitolo 14

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If you're afraid to take risks because you don't want to lose, then you've already lost.

- You know you can't avoid her forever, don't you?- Le parole di Tiara rimbombano nella stanza come un eco costante, che il giovane Matthew rifiuta di ascoltare, ma riesce a sentire, forte e chiaro.
- I know it, but what can I do?-
- Let me think. What about being an adult and talking to her? One week ago you ran away, the same night you asked her to be your girlfriend. She deserves an explanation. -
- It's not that easy.-
- Do you prefer staying far from her and observe whatever she is doing, without being able to say anything? Sofia knows that we are friends and every single day she is asking me about you. She cares about you. -
- And I care about her. I'm just scared. I've always ruined everything in my life, even the relationship with my brother.-
- I'm not the right person to hear these things.-
- I'll talk to her. Thank you Tiara, you're a good friend.-
Sono dietro la porta, mentre trattengo il respiro, avendo cura di non essere scoperta. Non mi piace origliare e non sono qui perché li ho seguiti, ma è accaduto tutto per caso. Tengo in mano la mia provetta, pronta da inserire nello spettrometro per analizzarla e identificare il composto contenuto in questa soluzione di colore rosso mattone. Dopo aver capito che la conversazione tra i due è terminata, aspetto qualche istante, per poi aprire la porta, facendo finta di nulla.
Non appena la mia testa fa capolino dalla porta, i due ragazzi si guardano, poi si voltano verso di me.
- I have to go. See you girls.- In un battito di ciglia il moro è già uscito dalla stanza, senza guardarmi nemmeno negli occhi ed impedendomi qualsiasi possibilità di replicare alle sue parole.
Volgo lo sguardo verso la ragazza di fronte a me, che pare confusa su quanto appena accaduto, visto il discorso  fatto, che è appena stato trasformato in parole al vento, spazzate via in un istante. Vedendo i miei occhi cupi, come ogni giorno da una settimana, è proprio Tiara a rompere il silenzio.
- He'll talk to you. Be patient, he only needs some time. But I know he likes you.-
- Thank you, Tiara. We've met two weeks ago, but I feel I can trust you.-
- I want to help you. Matthew has been my first friend when I came here four years ago, and now I found you. I think we can share a great friendship.-
Non c'è bisogno di aggiungere altro. Abbraccio la rossa di fronte a me, con la promessa di essere sua amica. Finalmente non mi sento più sola, da questa parte del mondo.
Tra la casa nuova ed il lavoro, che non manca, sono riuscita a non pensare soltanto a Matthew ed alla mia situazione sentimentale, che risulta essere sempre un ammasso di confusione. Probabilmente è colpa mia. Evidentemente quando Dio distribuiva la fortuna in amore, io ero in coda per la toilette. Non riesco a darmi un'altra spiegazione plausibile.
Finalmente la mia casetta nuova sta prendendo forma, anche perché tra due settimane scade il termine concessomi dall'azienda, quindi deve essere più o meno abitabile. Il contratto definitivo l'ho firmato venerdì scorso. Da oggi inizio a dipingere i muri ed arredarla. Avrei voluto chiedere aiuto al mio ragazzo, ma a questo punto non so nemmeno più se posso definirlo come tale. "Potresti approfittarne per presentarti al vicino di casa, magari è simpatico e pure carino." "Cara coscienza, con la fortuna che ho, la mia dirimpettaia sarà donna, per giunta stronza."
Adoro parlare con la mia coscienza, mi conforta sempre col suo ottimismo e, forse, mi fa anche capire quanto io sia tremendamente incapace di fare scelte sensate. Dopo un bel viaggio in metropolitana, mi dirigo al negozio di vernici, trovato su internet dopo un'accurata ricerca con il mio salvatore Google.
La commessa mi consiglia un giallo crema molto caldo ed accogliente, trovandomi in completo accordo. Per il bagno invece opto per un verde acqua molto delicato. Completo la mia spesa con un arancione chiaro per decorare il bordo superiore delle pareti, la tuta da imbianchina e sono pronta ad iniziare la ristrutturazione del mio appartamento.
Spendo una fortuna con il taxi, ma visto il notevole peso specifico dei miei acquisti, mi è sembrato il male minore. Inoltre, altro grande vantaggio è che il taxi mi lascia proprio davanti all'ingresso, così mi risparmio di camminare sotto l'aria fredda, invernale che sta avvolgendo la città.
Salgo con l'ascensore fino al sesto piano, poi con le nuove chiavi, apro la porta della mia casetta. "Comprare un portachiavi decente, che non sembri da bambina di dodici anni" annoto nella mia lista mentale di cose da fare.
Dopo aver appoggiato sul pavimento di ceramica, bianco e lucente, i barattoli di vernice, decido di ascoltare la mia coscienza e andare a fare una figura da dimenticare, in perfetto stile Sofia: suonare al mio vicino, o vicina, di casa.
"Sii almeno gentile e portagli una torta o qualcosa da condividere, per iniziare una condivisione civile del pianerottolo."
Per una volta ascolto il consiglio della mia vocina interiore: imbocco le scale ed apro il portone, permettendo ad una ventata di aria gelida di invadermi il corpo, fino a congelarmi anche il cuore.
Proprio di fronte all'ingresso del palazzo c'è una pasticceria, molto invitante, almeno dalla vetrina. La mia scelta cade inevitabilmente sul mio esemplare di torta preferito, la cheesecake ai frutti di bosco.
Torno dentro e prendo l'ascensore per poi bloccarmi davanti al campanello, privo di nome.
Dopo aver sospirato, suono. La tentazione di scappare, come i ragazzini che fanno gli scherzi, è forte, ma so di dover rimanere.
Attendo una manciata di secondi prima di udire una voce maschile avvicinarsi domandando chi ha suonato. La mia amica coscienza aveva ragione, non è che ha doti di veggenza?
- I'm Sofia, the new neighbor.-
La porta si apre e mi trovo davanti un inaspettato vicino. Non posso credere che ci risiamo. Qualcuno lassù nel cielo deve avercela con me, oppure nella mia vita passata ho fatto qualcosa di male, altrimenti non è possibile.
Il giovane ragazzo di fronte a me è biondo, con gli occhi verdi. Non posso credere sia lui.
- I think I saw you somewhere, but I can't remember where. Can you help me?-
- I went to your pub with your brother, Matthew.-
- Oh, yes! You're Sofia! Now I remember! What's that?- domanda Devin indicando il contenitore che tengo tra le mani.
- That's a cake. I brought it to you to say hello.-
- Thank you. That's a nice surprise. Why don't you come and eat a piece of cake with me?- domanda facendomi segno con la mano di entrare.
Rispondo affermativamente, varcando la soglia della porta, che chiudo velocemente.

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Ehilà bellissimi!
So che è un po' tardi, ma ho studiato tutto il giorno e non ho potuto aggiornare prima!
Come state?
Domani inizio un interessante laboratorio di analisi farmaceutica all'università. Voi invece cosa farete?
Che ve ne pare della nuova copertina della storia?
E del capitolo? Come vi sembra Devin?
Scrivetemelo nei commenti!
Al prossimo capitolo,
Giulia

Tutta una questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora