When you feel my heat
Look into my eyes
It's where my demons hide
It's where my demons hide
Don't get too close
It's dark inside
It's where my demons hide
It's where my demons hideDemons, a song by Imagine Dragons
La videochiamata di Matthew mi ha fatto realizzare che oggi è il 25 dicembre. Per molti bambini è la giornata più bella dell'anno. Forse un tempo lo è stata anche per me.
Quando ero piccola non capivo bene il perché di certe azioni, ma pensavo solo al divertimento di scartare quei pacchetti con foga, lasciandomi conquistare dalla curiosità infinita di non sapere fino all'ultimo quale fosse il loro contenuto.
Ma, come dice il detto, c'è un'età per tutto e, crescendo, le priorità cambiano e si inizia a capire come realmente giri il mondo.Gli anni passavano e fare i regali, anche agli amici più stretti, era ormai diventato un peso, una sorta di obbligo. Diventava uno sforzo, una perdita di tempo anche. È un paradosso, lo so. Ma come altro posso esprimermi?
Nonostante ci conoscessimo quasi meglio di noi stessi, ogni volta che dovevamo fare dei regali, sembrava invece che fossimo poco più che estranei.
E allora iniziavamo a setacciare tutti i negozi di Firenze, per trovare qualcosa di decente e non arrivare impreparati. In quinta liceo le cose da studiare, gli impegni personali e i pensieri sul futuro erano sempre più presenti nella mia mente, così come in quella dei miei amici. Così di comune accordo abbiamo deciso che a Natale ci saremmo regalati una cena insieme, un aperitivo, o un semplice scambio di auguri.
Forse è meglio così: i regali dovrebbero venire dal cuore, essere dei pensieri, non dei pesi.Nonostante la porta della mia stanza sia chiusa e le scale dividano i due piani della casa, la voce di mia mamma arriva cristallina alle mie orecchie. - Sofia, vuoi sbrigarti? Tua zia e i cugini saranno qui tra non molto, mentre la casa è ancora sottosopra.-
I miei pensieri mi hanno distratta, ma in pochi secondi torno con la mente alla realtà, afferro il telefono e mi precipito al cospetto di Annamaria, pronta a ricevere i suoi ordini, che spero con tutto il cuore non includano proprio passare l'aspirapolvere in ogni singolo angolo, visto che poi tanto lei, in un modo o nell'altro, trova sempre quel balocco di sporcizia rimasto annidato in qualche angolo della casa, sottolineando quanto io sia poco precisa in queste cose.Dopo aver quasi rischiato di ruzzolare giù dalle scale, come una cretina, mi appoggio allo stipite della porta della cucina: - Eccomi, mamma. Dimmi tutto.-
- So che non ti piace, ma ci sarebbe da passare l'aspirapolvere.-
- No, tutto ma quello no. Tanto poi non ti va bene come lo faccio!-
Mamma solleva lo sguardo dal soffritto a base di cipolla bianca, per voltarsi verso di me. - Dai, allora vieni ad aiutarmi con questi antipasti, le pulizie le lasciamo a papà, così almeno anche lui si rende utile- afferma con tono compassionevole.
Mi avvicino a lei, per osservare cosa stia facendo e orientarmi un po' tra la moltitudine di piatti che il menù prevede. Senza aggiungere una parola mi indica il piatto con la bresaola, con a fianco la scodella piena di crema al formaggio. Involtini. Dovrebbe essere alla mia portata, dai.Lavorare nel silenzio è fonte di distrazione per me. Lo so, è assurdo. Ma come sempre sono un po' strana io. Sono sempre un po' l'ossimoro dello stereotipo. La ragazza strana ma normale, o quella normale ma strana, dipende dai punti di vista.
- Comunque secondo me dovreste comprare il robottino che si vede nelle pubblicità in tv, quello che pulisce da solo. Così risparmiereste un sacco di tempo, fatica ed energie.-
- Forse dovremmo.-
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Tutta una questione di chimica
ChickLitSognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è immaginato. Sofia Verli, laureata in biotecnologie, ha ventitrè anni e un sogno: vivere a New York. E quand...