Capitolo 34

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Sometimes we're afraid to look at the bottom of a ravine. We affirm to be scared by the unknown but, actually we are more frightened by what is known, we just don't want to admit it. That's a mask we always wear. Will we ever find the courage to remove it?

Le ferie. Cosa c'è di più amato e bramato dei giorni liberi dal lavoro? Nulla, suppongo. Ci si rilassa, si spegne un po' il cervello, si vive. Nei periodi di vacanza puoi finalmente riprenderti le ore di sonno mancate, recuperare serie tv e avere persino una parvenza di vita sociale. A parte l'estate dell'anno scorso, non ricordo un periodo in cui ho avuto un po' di sana libertà in cui poter procrastinare senza preoccupazioni. Sia durante il periodo natalizio, sia in quello estivo, c'erano sempre esami su esami da preparare, senza sosta, per non rimanere indietro. Non è stato facile, soprattutto quando non riuscivo a passare quel maledetto orale. Ricordo ancora il giorno in cui ho finalmente strappato un ventuno a Venturini, il mio ormai anziano, forse troppo, docente di genetica. Era la quinta volta che ci provavo e studiarlo un'altra volta, l'ennesima, non era nei miei programmi. Secondo me ci trovava gusto a bocciare circa l'ottanta percento dei poveri studenti iscritti ad ogni appello. Ma poi finalmente è arrivata la mia ora fortunata. Sapevo tutto, vi giuro che sapevo pure le virgole di quel dannato libro. Domande di ragionamento, qualsiasi cosa. Non c'era nulla che mi impaurisse. L'unica "correzione", se così la si può chiamare, è stata: - Signorina, instabile non è la forma corretta. Sarebbe meglio dire meno stabile.-
Ah, perchè c'è differenza? Non lo sapevo, pensai tra me e me.
Non contento mi disse che mi avrebbe dato ventitre, ma che quell'errore mi era costato due punti. Avevo un diavolo per capello, ma pur di non doverlo rivedere ancora, accettai, altrimenti lo avrei insultato.
Ma se sono qui, è perchè posso superare qualsiasi Venturini si metta sul mio cammino.

Ieri l'uscita di Tiara mi ha dato emozioni contrastanti: una gioia estrema per il suo annuncio, e una strana inquietudine. Lo so, ho sbagliato io. Avrei dovuto parlare subito con Matthew, oppure chiedere a lei. Ma la più remota parte insicura che nascondo nell'animo mi ha fermata. Troppa paura della verità. Troppa paura di farmi male, di sbattere la testa contro un muro e che il mio cuore possa frantumarsi. So anche che questi dubbi mi stanno logorando allo stesso modo, ma come posso combattere contro me stessa, se in fondo ho paura anche di perdere quelle poche forze che mi hanno sempre permesso di rialzarmi?

Nonostante i pensieri, sono riuscita a riposare, fino al suono della sveglia almeno. Vorrei con tutto il cuore voltarmi dall'altra parte, risbattere la testa sul cuscino e riprendere a dormire. No. Le ferie sono finite, si torna al lavoro. Devo anche rivedere le facce di Andrea e Amber. Mi sale già il mal umore prima di uscire dalle coperte. Perchè non emigrano su Marte, tanto per dire? Il mondo sarebbe un posto migliore, io sarei una persona più felice.
Focalizzati sulle cose importanti, tipo il pasto più importante della giornata, la colazione.

A fatica, col freddo che subito mi penetra nelle ossa, non appena abbandono la coperta, mi dirigo in cucina, per preparare qualcosa di caldo che possa scaldarmi un poco.
Caffè, decisamente essenziale per svegliarmi dal coma profondo in cui ancora verso, uno yogurt ai frutti di bosco e un bel bicchiere di succo di frutta alla mela, per essere pronta. Osservo per un attimo la dispensa e quel pacco di pan di stelle - imitazione di pan di stelle - che sembra implorarmi di essere aperto e mangiato. Come dire di no?

Tutta una questione di chimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora