Triangles has always been a strange shape, it gives me the idea of unstability. Maybe that's why all chemical reactions occur in a flask (beuta), which has a triangolar shape: reactions occur because molecules are unstable. Am I unstable too? Who knows?
Sono ore che sto scrutando il soffitto, di nuovo. Il mio corpo non sembra necessitare di riposo, o per lo meno, non è in grado di lasciarsi andare al mondo dei sogni. Così mi ritrovo qui, distesa sotto al lenzuolo bianco, con le mani dietro la nuca, intenta a comprendere tutto ciò che questa giornata mi ha riservato.
Il destino sa sempre come sorprendermi. Ho sentito da subito una forte connessione con Matthew, mi sembra di conoscerlo da una vita, mi capisce, a volte prima ancora che io parli. È romantico, dolce, tremendamente bello, con uno sguardo che farebbe svenire chiunque. Sembra essere un principe, che mi ascolta quando parlo, che mi ha accolta qui facendomi sentire "a casa". Fin dal primo incontro ho notato in Devin qualcosa di famigliare, ma non credevo fossero fratelli quei due. Gli occhi sono praticamente dello stesso colore, ma emanano una luce profondamente diversa. Se quelli di Matthew sono luminosi e gioiosi, quelli del fratello sono misteriosi, come se celassero qualcosa. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima, ma qualcosa in Devin mi sembra oscuro, non credo di voler conoscere cosa nasconde, ma non so se sarò capace di frenare la mia curiosità. Inoltre non si assomigliano per nulla: uno moro, l'altro biondo. Uno che sembra essere un gentiluomo d'altri tempi, l'altro un cascamorto che flirta con tutte.
Forse il mio cuore sta prendendo il comando sulla testa, ma è come se ci fosse un magnete che mi riporta sempre a Matthew. Non riesco a togliermi dalla mente quel ciuffo castano. Finalmente riesco a scacciare tutti i pensieri dalla mia testa, che pare esserne satura, mi giro sul fianco destro e chiudo gli occhi.
L'ultimo giorno prima di iniziare ufficialmente la mia nuova avventura lo trascorro dividendomi tra il comportarmi da perfetta turista in vacanza, a tipica newyorkese che sta ristrutturando casa.
Mi dirigo infatti all'IKEA di Brooklyn, iniziando ad esplorare e a scegliere qualche parte dell'arredamento. Non compro niente, ma mi scrivo sui fogli i numeri degli articoli che mi interessano, in modo da chiarirmi un po' le idee. Sì, in realtà volevo rubare una delle tante matite che possiede quel negozio, ma chi non lo ha mai fatto almeno una volta nella vita?
Nonostante il mio corpo sia invaso dall'adrenalina in ogni suo angolo, dalla punta dei capelli a quella dei piedi, riesco a riposare. È lunedì. 9 ottobre, per essere precisi. Oggi inizio a lavorare. Non so ancora su cosa inizierò quest'oggi, la cosa di cui sono certa è che sarò tutto il giorno fianco a fianco con Matthew, ma onestamente non capisco se questo sia un bene oppure no.
Ieri avevo impostato la sveglia molto presto, in modo da poter fare tutto con calma, ma soprattutto per arrivare puntuale alla mia postazione nel laboratorio.
Per apparire elegante e formale, ma comoda per il laboratorio, indosso un jeans, molto chiaro e stretto sulle gambe, un maglioncino nero e delle scarpe stringate dello stesso colore, ed esco dalla stanza, per andare a fare colazione. Una brioche ed un cappuccino, rigorosamente col cioccolato, per avere la carica giusta sono d'obbligo. Torno in camera e prima di uscire ricontrollo almeno dieci volte di aver preso tutto. Mi sono persino scritta una lista per non dimenticare nulla. "Camice ce l'ho, abbonamento anche, come pure il portafoglio, il badge, i documenti, le chiavi. Ho preso tutto." Mi ripeto in testa, convinta per una volta di essermi ricordata tutto. Scendo la rampa di scale che porta alla metro, quando ovviamente, mi si accende la lampadina:" il telefono, accidenti" urla una voce nella mia testolina vuota. Torno indietro, praticamente di corsa, apro la porta della stanza, afferro il cellulare, ancora appoggiato sul lenzuolo ed esco. Di sicuro nella vita passata ero un pesce rosso, la cui memoria si resetta ogni pochi secondi, altrimenti non mi spiego com'è possibile che io sia così terribilmente distratta.
Ringraziando la mia brillante idea di anticipare la sveglia, riesco comunque ad arrivare in tempo. Varco per la seconda volta la soglia di questo enorme edificio che d'ora in poi sarà la mia seconda casa e sfoggiando il mio nuovo badge entro in ascensore e premo il bottone per raggiungere il sedicesimo piano. Non è che forse era il dodicesimo? No, sedicesimo, ne sono certa. Le porte si aprono, esco da quel cubicolo, senza avere la minima idea di dove debba andare. Inizio a vagare come una cretina, sperando di vedere un corridoio, oppure una porta che mi sembrino famigliari. Mi sembra di essere tornata al primo giorno di università, quando vagai per tutto il palazzo in cerca dell'aula, per poi scoprire che mi trovavo nel palazzo sbagliato, per la serie "Come iniziare col piede giusto", che ormai potrebbe diventare un film, di successo, oserei aggiungere.
Sto girando per i corridoi quando, distrattamente, investo qualcuno. Appena alzo lo sguardo noto una ragazza con una folta chioma rossa, riccia. Chiedo timidamente scusa alla ragazza di fronte a me, che con gentilezza mi chiede se sono nuova. -Yes, I am. I was looking for Matthew Johnson, but I don't know how to get in his laboratory.-
- That's where I'm going. Follow me- afferma la rossa sorridendomi, prima di iniziare a camminare verso la nostra destinazione.
- Thanks- rispondo, ricambiando il sorriso.
- My name is Tiara- continua stringendomi la mano.
- I'm Sofia- ribatto, qualche istante prima di entrare nella stanza dove incontro il suo splendente sorriso.
- Good morning, Sofia. Ready to start?-
- I was born to be ready.-
- Matthew these are the analysis' results that you were waiting- conclude Tiara, porgendo un foglio al mio superiore, per poi andarsene. - See you around, Sofia- esclama facendo un cenno con la mano.
- So, what do I have to do?- domando con grande slancio.
- Saying me hello, first of all- Mr. Parros si trova proprio dietro di me, ma la sua è una presenza fugace: dopo un breve saluto di benvenuto lo vediamo scomparire oltre la porta, per poi voltare l'angolo del corridoio.
Rimaniamo soli, ma prima di aver la possibilità di aprire bocca, Matthew si avvicina, stringendomi in un tenero abbraccio. - Benvenuta- mi dice, azzardando un italiano con una pronuncia americana molto forte, ma teneramente dolce, per poi staccarsi dai miei fianchi magri.
Senza ribattere gli strizzo l'occhio destro, con una leggera curva sulle labbra che illumina, credo, il mio volto. - Follow me- mi dice, infilando le sue iridi nelle mie.
Andiamo davanti al macchinario e mi spiega cosa devo fare. Ripeto nella mia testa le varie operazioni, per non dimenticarmi nulla: "Elettroforesi della miscela proteica, identificazione in base alle bande e successiva analisi spettrometrica, per comprenderne la struttura e infine quantifico le varie specie." Sarò anche una smemorata, ma quando si tratta di lavoro, in particolare di laboratorio, sviluppo doti mnemoniche che nemmeno sapevo di avere.
- If you need help I'm over there- con il dito indica il bancone in fondo alla stanza, mentre mantiene i suoi occhi sul mio volto.
Inizio il mio lavoro, che dovrei terminare poco prima di pranzo. Una volta arrivata all'ultimo passaggio, mi rendo conto che nella quantificazione i conti non mi tornano. Sicuramente ho commesso qualche errore. Provo a ricontrollare i passaggi, che però mi sembrano corretti. Così, seppur a malincuore, perchè odio dare l'impressione di una che non è abbastanza brava per fare qualcosa, chiamo Matthew che si avvicina al banco. Non guarda nient'altro al di fuori dei miei occhi. -You couldn't resist without me, right?- si sta avvicinando. Io sono appoggiata con la schiena al banco: non posso andare indietro. Forse non voglio. È sempre più vicino a me, non so per quanto posso ancora resistere.
----
Buon pomeriggio, cari lettori.
Avrei voluto aggiornare prima, ma non sono stata capace di trovare il tempo. Purtroppo venerdì avrò un esame all'università, quindi fino a quella data non potrò scrivere altro.
Nel frattempo, spero apprezzerete questo nuovo capitolo.
Che ne pensate delle new entry?
Lasciate un commento con le vostre opinioni e non dimenticate di guardare il cast, che ho aggiunto in testa alla storia!
A presto,
Giulia
STAI LEGGENDO
Tutta una questione di chimica
ChickLitSognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è immaginato. Sofia Verli, laureata in biotecnologie, ha ventitrè anni e un sogno: vivere a New York. E quand...