"A vocabulary of truth and simplicity will be of service throughout your life." W. Churchill
Ormai è diventata un'abitudine, riflettere mentre sono in metropolitana. L'unica differenza è che questa mattina non sono seduta, ma in piedi, stipata come una sardina tra una ragazzina con uno zaino rosa sulle spalle e un vistoso paio di occhiali blu sul naso e una donna, di mezz'età circa, intenta a cercare di non perdere l'equilibrio, mentre i vagoni sfrecciano veloci nel sottosuolo della Grande Mela. Oggi c'è più gente del solito, su questo treno. Uscire di casa mezz'ora prima, forse, non è stata una grande idea.
Riesco finalmente a scendere da quell'inferno, non senza sgomitare, per poi rimettere piedi sulla superficie. A New York splende il sole, nonostante il clima sia già piuttosto proteso verso l'inverno, con le sue temperature glaciali. La scorsa settimana ho tirato fuori dall'armadio un giaccone più pesante del trench rosso che usavo prima, per fortuna. Direi, però, che dovrei iniziare ad indossare anche la mia adorata sciarpa blu, calda e pesante, che tiene sempre al caldo il collo, anche durante i giorni della merla.
Varco la soglia dell'NBB industry building e subito un'aria più calda mi avvolge.
Mentre attendo l'ascensore, coi pensieri che viaggiano a mille, una voce familiare mi riporta alla realtà.
- Good morning, Miss Verli- esordisce cordialmente Mr. Parros, sorpreso di vedermi al lavoro oltre mezz'ora prima di quanto il mio orario preveda.
- Good morning, Mr. Parros-
- It's early, why are you already here?-
- I just woke up earlier, so I came here- rispondo, cercando di emulare la sua stessa naturalezza. Non è quello il motivo, ma non credo sia di sua competenza saperlo.
Non sai mentire, dovrò farti un corso.
- Interesting. So, do you like the job and people you're working with?- Ha un tono di voce strano, non fastidioso, ma particolare. È alto e squillante per essere un uomo, per non parlare del suo eccentrico modo di vestire. Un completo blu, con dei pois bianchi, abbinato a una cravatta stile marinaretto e un paio di mocassini dello stesso colore del completo. Questi look assurdi gli donano, senz'altro, ma ai miei occhi sembra un po' esagerato, un po' come Enzo Miccio, del noto programma "Ma come ti vesti?!". E poi gesticola in modo esagerato, per essere un americano. Non fraintendetemi, tutti usano, almeno un po', le mani per parlare, ma credevo che gli italiani e le donne avessero il primato. A quanto pare, però, le eccezioni esistono.
- Absolutely! They're lovely, couldn't desire anyone better.-
Penso a Matthew mentre rispondo al Grande Capo, ricordandomi il vero motivo del mio essere qui così presto. L'ascensore si apre al sedicesimo piano, il mio. Faccio un cenno con la mano al mio superiore, prima di scendere e raggiungere la mia stanza.
Questa notte non ho chiuso occhio, perciò stamattina ho dovuto prendere una quantità industriale di caffè che, grazie alla nuova moka che ho comprato, sono tornata ad apprezzare come si deve. Ho passato ore a pensare a cosa scrivere in questo dannato biglietto che tengo tra le mani, prima di realizzare che la semplicità paga sempre.
Lo rileggo, per accertarmi di aver scritto correttamente.
" I know you only want to protect me, but I hate who thinks I'm not able to decide with my own head. I know you love me, and I love you too, but I don't love your jealousy. Trust me, please. I'm sorry I made you angry, but I was angry too. Let's fix this, I need you."
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Tutta una questione di chimica
ChickLitSognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è immaginato. Sofia Verli, laureata in biotecnologie, ha ventitrè anni e un sogno: vivere a New York. E quand...