There's always something that we hide from people, but there will be someone which is able to break all the walls we create to defend our secrets.
Il seggiolino del vagone del treno della metropolitana sembra essere particolarmente comodo. Le quattordici fermate che separano la mia casa dall'NNB industry's building scorrono in fretta.
Appena entrata in casa getto il camice, sporco di un residuo di saggio di Carius, in lavatrice, per poi sedermi in un angolo del letto, con gli occhi quasi lucidi, a ripensare alle parole di Matthew. Non posso credere che abbia così paura, che suo fratello possa portarmi via da lui, da non riuscire a fidarsi nemmeno di me. Non so come aiutarlo a risolvere il suo problema, perchè, chiaramente, non mi pare una situazione normale. Mi sento quasi in colpa, però, per non avergli dato ascolto. Io non credo di avere torto, anzi, mi fido di Devin, ma non voglio allontanare Matthew.
Non stare qui a piangerti addosso, non serve. Non dargli la soddisfazione di avere potere su di te.
Anche questa volta sono pienamente d'accordo con la mia coscienza. Sono libera di agire come credo, secondo quello che ritengo essere il meglio per me stessa. Non lascio nessun altro decidere al mio posto.
Mi concedo una doccia alla velocità della luce, per poi indossare qualcosa di comodo, prima di andare da Devin. Un jeans e una maglietta sono perfetti. Decisamente un po' da liceale, ma non è un'occasione così speciale, quindi posso permettermelo.
- I was wondering if you could have forgotten your slice of cake- esclama Devin, mentre apre la porta, invitandomi ad entrare. La casa mi sembra più in ordine della scorsa volta. Anzi, mi sembra più ordinata anche della mia in normali situazioni, il che non è poi così strano, visto il disordine che regna, costantemente, in tutti gli aspetti della mia vita.
Le pareti, colorate di un azzurro tenue, sono decorate con quadri di varie città del mondo e con ritratti. Su uno in particolare mi soffermo, che rappresenta il volto di una donna, dalle sembianze mature, ma con una bellezza non ancora sfiorita.
- No way! I was just getting a laundry. My lab coat definitely needs to get washed- rispondo amabilmente, con lo sguardo ancora fisso su quel quadro, mentre mi adagio sulla poltrona beige, di velluto.
- What do you do in your life? I mean, you can't live only for your job- spiega il giovane, mentre arriva dalla cucina porgendomi un piatto con dentro una bella fetta di torta. Probabilmente non si è accorto del mio interesse verso l'opera d'arte, o, forse, lo ha notato, ma non ha voluto farne menzione.
- I love dancing, it has always been one of the best things in my life. It's my way to express art, with my body. The beauty of dance is that you can tell a story, without speaking, but just moving your body and people can understand it.-
Mentre spiego il mio punto di vista, sento i miei occhi riempirsi di lacrime di malinconia, per i rimorsi del passato. Complice qualche rinuncia di troppo, ho abbandonato presto il mio sogno di diventare prima ballerina della Scala di Milano. Avevo solo sedici anni ed ero troppo debole per oppormi ai miei genitori, che volevano che studiassi per avere un futuro brillante e sicuro.
- And what about you?- domando ancora per non dare troppo a vedere la mia tristezza.
- I have a motorcycle. I love riding it, feeling free, while I cleave the air, with wind, that creeps into my bones. In those moments I feel like I'm unstoppable, I just try to reach my dreams, which always seem to run away from me.-Per la prima volta riesco ad intrufolarmi nella sua mente, attraversando i suoi occhi. Percepisco tanti problemi e un'insofferenza che si porta dentro, ma c'è anche altro, che ancora mi è criptato. Un passo avanti lo abbiamo fatto: ho intravisto una crepa di fragilità nella sua anima. E se fosse proprio Devin l'arma segreta per risolvere il problema di Matthew?
Potrebbe essere la soluzione, ma questa volta lascerò che siano loro a risolvere questa situazione, non voglio essere messa in mezzo.
- What does that portrait represent?- domando, indicando con il dito il quadro che non ho mai smesso di fissare, da quando sono entrata.
- That's my mother. Now she lives in Georgia, with her new partner. She left me and Matthew with our father six years ago- risponde cordialmente, ma restando sul vago. Metto un freno alla mia curiosità e, dopo un'occhiata rapida all'orologio, decido di tornare tra le mie mura, per preparare qualcosa per cena e poi rilassarmi davanti ad una nuova puntata di Grey's Anatomy, con una tisana al thè verde che mi possa aiutare a scaricare la tensione.
- What, are you already leaving?-
- I'm exhausted. I had a great time with you, you made me feeling free from my problems, but now I need to go.-
Mi avvio all'apertura della porta, quando mi sento bloccare il polso.
- Never lose yourself for someone else.-
Prima di andare le sue labbra bagnano la mia guancia in modo dolce, e una strana emozione si manifesta nel mio stomaco.
Il triangolo no, per favore.
Ancora sazia da quella fetta di torta, mangio soltanto un'insalata leggera, prima di stendermi comoda sul divano, per guardare Meredith e Derek salvare un'altra vita.
∼∼∼∼
Siamo tutti nella sala conferenze, in trepidante attesa di Mr. Parros, che ha chiesto una riunione urgente, con tutti i ricercatori. Non so cosa stia succedendo, ma il mio sesto senso mi dice che le strane analisi che ho fatto pochi giorni fa, potrebbero essere le protagoniste di questo incontro.
- Why didn't you answer to my messages? I was getting worried.-
- I fell asleep, Tiara. I was too tired. I haven't even watched the last episode of GA!-
- That's serious. So something with him is not going well, right?- domanda la rossa, indicando Matthew, che dall'altra parte della stanza non smette di fissarmi.
- My life doesn't revolve around him, ok?- ribatto, con tono piuttosto scocciato.
- Keep calm, I'm just asking. I got it, but why were you arguing yesterday? Everyone which was near your lab heard your voices.-
- May I have your attention, please?- Mr. Parros porta l'attenzione su di lui, facendo inevitabilmente interrompere la nostra conversazione. Mi limito ad un cenno con la mano, indicando che possiamo terminare dopo.
- Dr. Johnson showed me a very strange tester. I've seen the preliminary analysis which have been done, but I think that it deserves more attention, because I guess this could be something new, for us and for the whole world medical research team. So from now on, your goal is to find out what's behind this tester.-
- So this is a new discover, isn't it?- domanda una giovane dottoressa, con cui non credo di avere mai parlato.
- We don't know yet. There are many studies to do, before we can say anything.-
- But how is this possible? No one has ever talked about a new molecule- afferma, confuso un altro ragazzo, che credo si chiami Fred, se la memoria non mi inganna.
- Sometimes things happen for serendipity. Maybe that's one of those examples. But now, go back to your work!- esclama autoritario il Grande Capo, prima di rompere le righe.
Così, tutti quanti, ancora un po' confusi su quanto appena detto, ci dirigiamo nei nostri laboratori per concentrarci sul nostro lavoro.
In questo momento vorrei tanto non essere costretta a dividere quelle quattro pareti con Matthew. Stare vicina a lui è un arma a doppio taglio. Chiunque potrebbe approfittarne per chiarire, ma conoscendo me e la persona che ho di fronte, temo che potrebbero volare provette.
Ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, si dice così, vero?-----
Buonasera!
Eccomi con un nuovo capitolo! Che ne pensate di come si sta evolvendo la storia?
Cosa pensate potrebbe accadere nei prossimi capitoli?
Io sto per entrare nella tanto famigerata sessione invernale, perciò il tempo che avrò per aggiornare purtroppo non sarà molto, ma come sempre, ci proverò!
Vi voglio ringraziare, per l'ennesima volta, per le visualizzazioni che aumentano, e per i commenti che mi spronano sempre a non mollare e a migliorarmi costantemente!
Se vi va aiutatemi a crescere, anche diffondendo la storia ai vostri followers.
Per ora è tutto.
Alla prossima,
Giulia
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Tutta una questione di chimica
ChickLitSognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è immaginato. Sofia Verli, laureata in biotecnologie, ha ventitrè anni e un sogno: vivere a New York. E quand...