You know what? Our brain never really goes to sleep, even when we're angry and feelings just flow out with our words, without control. We lie: it's not true that we don't think about words, because a base of truth always hides behind what we say. We use the wrong way to express our mood, sure, but don't forget that our brain always has the power to control our actions.
- Almeno guardami negli occhi. Non è continuando a fissare il nero della cioccolata che si risolvono le cose.-
Con la mano allontano la tazza dalle mani di Roberto, che aveva alzato lo sguardo per un istante, dopo aver nominato la nostra amica comune, per poi riabbassarlo subito.
- Cosa pensi di fare? Non ho niente da dire, ok?- ribatte lui, riportandosi la bevanda calda vicino al corpo.
- Pensi che non me ne sia accorta? Dai. Ti conosco abbastanza bene per capire che stai cercando di ignorare il tuo cuore perché sei un codardo.-- Codardo? Io? Non hai capito niente tu! Vuoi fare tanto la figa, adesso che vivi a New York, ma la verità è che non sai niente.-
Forse provocarlo non è stata la mia mossa migliore, ma speravo di tirargli fuori quei sentimenti che tiene repressi. In un certo senso l'ho fatto, ma non credevo che avesse preso così male la mia partenza, considerando che è stato lui a spronarmi, perchè accettassi.
- Ah, è questo che pensi? Che non sappia niente di te, adesso che vivo dall'altra parte del mondo? Quindi gli ultimi dodici anni sono immondizia? Io voglio aiutarti, non lo capisci?-
Ci riprovo. Lo so, sono testarda, ma mi piace portare a termine le cose. Non amo lasciare questioni in sospeso per troppo tempo. Provo ad appoggiare una mano sulla sua spalla, che lui prontamente caccia via.
- Nessuno ti ha chiesto niente. Non ho bisogno di aiuto, non ho problemi con nessuno.-
- Ok, non ti aiuterò. Ma non starò nemmeno qui a sentirmi dire che non ti conosco. Goditi la tua cioccolata.-Prendo il mio cappotto, la borsa e mi alzo velocemente dalla sedia. Non credevo che le persone potessero cambiare così rapidamente. Oppure sono io che ho sempre visto sbagliato: forse non sono cambiate affatto, semplicemente io non le ho mai capite veramente. Hanno sempre indossato una maschera con me ed io non me ne sono mai accorta.
Sono già praticamente fuori dalla porta, quando la voce di Roberto riecheggia nel piccolo locale poco affollato: - Sofia, aspetta.-
Mi fermo e mi volto a guardare negli occhi il moro, che avanza verso di me, ma non spiccica parola.
- Se vuoi ancora rinfacciarmi la tua rabbia per essermene andata, dimmelo che vado via.-
- Non volevo attaccarti così, non è colpa tua. Torniamo a sederci, dai, ci stanno guardando tutti.-
- In effetti è un po' imbarazzante- commento a bassa voce, accennando un mezzo sorriso.
- Ho esagerato- continua lui, dopo aver ripreso posto sulla sua sedia.
- E di vero cosa c'è in quello che hai detto?-
- Che da quando sei andata via sono cambiate un po' di cose. Anche io, almeno in parte. Ma non volevo fartene una colpa. Sono sinceramente contento che tu abbia scelto di vivere il tuo sogno.-
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Tutta una questione di chimica
ChickLitSognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è immaginato. Sofia Verli, laureata in biotecnologie, ha ventitrè anni e un sogno: vivere a New York. E quand...